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Best performing

Belingardi, Sacbo: “Treno per Orio? Sarà operativo per le Olimpiadi di Cortina”

Sono mille le imprese bergamasche che hanno ricevuto il riconoscimento di “best performing”, a conclusione dell’evento che ha fatto da prologo alla tre-giorni del Festival Città Impresa che, da venerdì a domenica 20, animerà Bergamo con una trentina di incontri-confronti su tematiche di stringente oltre che strettissima attualità

Bergamo. Dalle top ten (Brembo, SDF, Radicifin, San Pellegrino, Dalmine, Siad, Polynt, BB Holding, Covestro e Gestioni) fino alle ultime dieci classificate (D.F. Company, Zund Italia, The Binding Site, 3S Distribuzione, Cellular Beton, Locatelli Forniture Industriali, Viteria Orobiche, Overall, Scandella Andrea e Agrorisorse), passando per una miriade di realtà che hanno fatto la storia dell’imprenditoria manifatturiera di questa provincia oppure che si sono affacciate da relativamente poco su questo palcoscenico.

Sono mille le imprese bergamasche che hanno ricevuto il riconoscimento di “best performing”, a conclusione dell’evento che ha fatto da prologo alla tre-giorni del Festival Città Impresa che, da venerdì a domenica 20, animerà Bergamo con una trentina di incontri-confronti su tematiche di stringente oltre che strettissima attualità, cui interverranno una sessantina di relatori (programma completo su www.festivalcittaimpresa.it).

Le attestazioni sono arrivate dopo che il Centro Studi di ItalyPost ha concluso la valutazione dei pochi, ma selezionatissimi, criteri di performance.
Innanzitutto, tra i numeri dei bilanci relativi agli ultimi tre esercizi (2018-2019-2020) sono stati cercati segnali della capacità, da parte delle aziende, di produrre valore costante nel tempo oltre che di saper attivare processi di crescita. Inoltre, sono stati presi in considerazione: il giudizio di merito creditizio (il rating) delle imprese, la marginalità lorda e netta, la presenza di un risultato d’esercizio positivo (a fine 2020), fino al rapporto tra PFN (indice che misura il grado di indebitamento netto dell’impresa nei confronti di terzi) ed Ebitda (redditività operativa) medio degli ultimi tre esercizi.

Alla fine, sono state selezionate mille imprese sulle 27.661 società di capitali operanti in Bergamasca: il 3,6% del totale.
Delle mille aziende “best performing”, più della metà (520 per l’esattezza) hanno messo a segno ricavi tra i 10 e i 50 milioni. Un’altra cospicua fetta di imprese (316) viaggia sotto i 10 milioni. Sono 112 quelle con un giro d’affari tra i 50 e i 200 milioni e solamente 26 le realtà che hanno messo a segno vendite al di sopra dei 200 milioni.
Questa ‘agguerrita’ pattuglia di mille imprese, a fine 2021 ha realizzato un fatturato aggregato per 38,29 miliardi (+ 23,09% rispetto ai 31,1 conseguiti a fine 2020), mettendo a segno un risultato d’esercizio per 2,6 miliardi (+ 34,8% sui 2 miliardi di fine 2020).

Più in particolare: sono state le 112 società che compongono il sottoinsieme 50-200 milioni di ricavi, che hanno messo a segno la migliore crescita sulle vendite: + 26,23% (passando da 8,49 a 10,71 miliardi). A ruota, il gruppo delle 26 che hanno avuto ricavi superiori ai 200 milioni: + 24,58% (da 11,58 a 14,29 miliardi). Cresciuto del 21,35% il differenziale del giro d’affari del sottoinsieme composto dalle 520 imprese con fatturati fra i 10 e i 50 milioni (i loro fatturati complessivi sono saliti da 8,89 a 10,79 miliardi). Infine, le 316 società con ricavi sotto i 10 milioni, hanno visto salire i loro ricavi aggregati del 9,83%, passando da 2,14 a 2,35 miliardi.

Per quanto riguarda il contributo dei singoli comparti produttivi alla crescita del fatturato 2021 rispetto all’anno precedente, Meccanica (col 23%), Chimica-Farmaceutica (col 21,1%) e Gomma e Plastica (con l’11,6%) si sono confermati leader indiscussi. In valore assoluto, infatti, più del 50% della crescita è ascrivile a questi àmbiti.

LE TESTIMONIANZE DEGLI IMPRENDITORI

Sollecitato da Filiberto Zovico, fondatore di ItalyPost, un primo manipolo di ospiti-testimonial si è raccontato dando, in alcuni casi, qualche indicazione su ciò che farà nel 2023. Giovanni Accettulli, ad della Utengas Industrie (operante nel settore dei gas tecnici, 10 mio di ricavi nel 2021 e previsioni di arrivare a 11,7 per fine dell’esercizio in corso) ha parlato del recente incorporamento di una società lodigiana (con forti competenze nella vendita di materiali per saldature). Un’operazione che consentirà di ampliare l’attuale perimetro operativo, finora circoscritto a Bergamo, Milano, Monza Brianza e Brescia. È stata poi la volta di Holger Turra, ad di Argosped (azienda del settore trasporti via terra, che prevede di chiudere il 2022 con circa 22 mio di ricavi). “Per il 2023 c’è incertezza – ha detto l’imprenditore – ma dobbiamo affrontare il nuovo anno con determinazione”.

“Per questo – ha aggiunto – ho deciso di aprire una filiale a Brescia. E nel 2024, approderemo anche a Milano”. È stata poi la volta di Daniele Peli, ad della bresciana Intred (tra l’atro sponsor di Atalanta e della Volley Bergamo), specializzata nella posa della banda larga (9mila chilometri di fibra ottica di proprietà, in Lombardia) che prevede di chiudere i conti 2022 con ricavi sui 50 milioni. E ciò dopo che gli ultimi due anni sono stati caratterizzati da cospicui investimenti: 21 milioni nel 2021 e 18 milioni solo nella prima metà di quest’anno. Effetto – ha spiegato Peli – dell’aggiudicazione di due bandi finalizzati a collegare oltre 5mila istituti scolastici regionali. Marco Rossini, presidente e ad di Rossini Trading (produttrice di abbigliamento da lavoro, 48 milioni di fatturato stimato per fine esercizio), ha citato un paio di eventi che hanno caratterizzato gli ultimi anni dell’azienda.

“Dal 2018 l’azienda ha un direttore generale. Un manager. Siamo arrivati a questa decisione dopo aver condotto uno studio su come svilupparci, anche all’estero se possibile, e ci siamo resi conto che era arrivato il momento di aprire l’azienda ad una figura dirigenziale esterna”. Ed ha aggiunto: “Lo scorso anno abbiamo realizzato la nostra prima acquisizione in Italia. Ma adesso che ci siamo posti l’obiettivo di raggiungere il traguardo dei 100 milioni di fatturato nei prossimi tre anni, può essere che andremo a fare shopping anche fuori Italia”. Dopo una testimonianza di Filippo Canesso di Cuoa Business School, è stata la volta di Chiara De Nardi di Arvato Italia (filiale della multinazionale tedesca attiva nella logistica di magazzino).

Festival Città Impresa

LE TESTIMONIANZE DEGLI IMPRENDITORI

Marco Bellini, che col fratello guida ora l’azienda di famiglia – dopo che il papà che l’ha fondata, decise di passare la mano – ha voluto ricordare la felice intuizione avuta e messa in pratica nel 2007 quando “si decise di specializzarci sui biolubrificanti”, di cui riforniamo necessari le aziende metalmeccaniche. “Attualmente, questi prodotti rappresentano il 50% circa della nostra attività”. Il mercato italiano è il principale sbocco per Bellini. “L’80% dei ricavi, che a fine anno dovrebbero attestarsi sui 41 milioni, li facciamo qui. Solo il 20% della nostra produzione viene venduta all’estero”. Interpellato sui fattori di successo di una family company, Bellini ha replicato: “Innovazione a 360° e affinamento continuo delle competenze”.

Dopo un contributo di Fabio Bocchi di ODM Consulting (società fondata a Bergamo 15 anni fa e, oggi, parte di GGroup) è stata la volta di Giorgio Donadoni, ad di Co.Mac. che ha illustrato l’altalenante percorso vissuto dall’azienda: dal buono stato di salute nel 2009 alla crisi del 2011 (fatturato dimezzato), evento contrastato con l’idea di investire in nuovi uffici; il ritorno in auge (nel 2018 l’acquisizione da parte di una società di Parma, e i ricavi arrivati a 42 milioni) e poi la flessione dell’anno dopo fino alla nuova crisi del 2020. E, nel frattempo il passaggio ad un gruppo canadese. Per il 31 dicembre, le previsioni sono di chiudere i conti a quota 70 milioni.

Festival Città Impresa

GLI INTERVENTI CONCLUSIVI

È toccato infine ad Emilio Belingardi, direttore generale di Sacbo (la società che gestisce lo scalo aereo di Orio al Serio), Sergio Cavalieri, rettore dell’Università di Bergamo, e Giorgio Gori, sindaco di Bergamo, spiegare, portando alcuni esempi, come e quanto le tre istituzioni che rappresentano abbiano giocato ruoli importanti, lavorando insieme al Tavolo Ocse, per rendere Bergamo (ma anche parte della provincia) particolarmente attrattiva agli occhi di una gamma di nuovi potenziali clienti: dai turisti agli studenti universitari europei fino ai viaggiatori alla scoperta di luoghi non ancora esplorati. “Magari, anche, per effetto della curiosità e dell’interesse generati dalle imprese nerazzurre negli ultimi anni” ha suggerito Gori. Il confronto è servito anche dare qualche altra informazione di contorno. Bellingardi, per esempio, ha assicurato che “il collegamento ferroviario tra aeroporto e città entrerà in funzione prima dell’inizio (a febbraio 2026) delle Olimpiadi invernali Milano-Cortina”. Un assist che il sindaco ha colto al… volo, ricordando una rosa di altri interventi (dalla seconda linea Teb al passante Ponte San Pietro-Montello, dalla BRT Bergamo-Dalmine al nuovo polo intermodale) che “comporterebbero lavori per almeno 900mila euro”.

Il rettore, invece, ha citato il caso delle borse di studio per i 27 dottorati di ricerca (80mila € su tre anni, coperti per metà dall’Università con fondi del Pnrr e per metà da imprese interessate ad interagire con l’ateneo) per i quali si è arrivati addirittura alla formazione di una “lista d’attesa”.
Lavorare insieme, pare sia la chiave del successo di questo territorio e di una significativa fetta delle imprese che vi sono insediate. D’altra parte, come ha chiosato Zovico: “Non esiste un’impresa ricca su un territorio povero. E non esiste una città ricca con imprese povere”.

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