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Confcooperative Bergamo

L'iniziativa

Progetto “Jericho vale!”, una cooperazione che non ha confini

Il progetto di cooperazione internazionale, con capofila Comune di Bergamo, che mira a sostenere una cooperativa di produttori locali nella storica città di Jericho, nei territori occupati della Cisgiordania. Dal 25 al 30 ottobre è giunta nel territorio bergamasco la delegazione palestinese per un ulteriore passo in avanti dell’iniziativa che punta a una valorizzazione della filiera del dattero come strumento di sviluppo economico e sociale dei piccoli produttori

Confcooperative Bergamo prosegue nel suo impegno all’interno di “Jericho Vale!”, il progetto di cooperazione internazionale, con capofila Comune di Bergamo, che mira a sostenere una cooperativa di produttori locali nella storica città di Jericho, nei territori occupati della Cisgiordania. Dal 25 al 30 ottobre è giunta nel territorio bergamasco la delegazione palestinese per un ulteriore passo in avanti dell’iniziativa che punta a una valorizzazione della filiera del dattero come strumento di sviluppo economico e sociale dei piccoli produttori. 

“È stata una settimana ricca di scambi, scoperte e apprendimento – evidenziano Lucio Moioli, segretario generale di Confcooperative Bergamo e Elena Scanferla, referente del progetto per conto di CSA Coesi – Chi ci ha raggiunto da luoghi così lontani e diversi dalla nostra realtà ha toccato con mano come la forma cooperativa possa essere determinante quando si tratti di presidio del territoriodiritti dei lavoratori, tutela dei piccoli produttori, inclusione delle fasce svantaggiate della popolazione. D’altra parte, chi di noi ha avuto la fortuna di incontrare la delegazione ha potuto ascoltare dalla viva voce la drammatica condizione di vita di chi vive nei territori palestinesi, uscendo dalla genericità di informazioni a cui ormai rischiamo di essere assuefatti, come purtroppo accade ancora una volta in questi giorni nei quali una recrudescenza degli scontri genera morti che sembrano non fare nemmeno più notizia”.

E aggiungono: “Ascoltare dalla viva voce è un appello che è difficile da ignorare e che chiama in causa la nostra responsabilità di cittadini, organizzazioni, stati: un altro apprendimento cooperativo, per il quale il punto di partenza è la consapevolezza che nessuno di noi è un’isola”.

La nascita del progetto 

“Eravamo nel pieno della prima ondata pandemica, nella primavera del 2020, quando il progetto Jericho Vale! prendeva forma su iniziativa del Comune di Bergamo – ricorda Moioli – La richiesta era quella di dare continuità a un percorso che, nel difficile contesto dei territori palestinesi occupati della Cisgiordania, stava accompagnando da alcuni anni il consolidamento e la crescita di una cooperativa di produttori di datteri”.

Confcooperative Bergamo, nonostante l’impegno gravoso che stava affrontando per sostenere le proprie cooperative travolte dalla pandemia da Covid-19 e da tutto ciò che via via sorgeva dalla crisi sanitaria, non si è tirata indietro: “Non c’è buona cooperazione che non pratichi la cooperazione tra cooperative, come dicevano già nel 1844 i Probi Pionieri di Rochdale alle origini del movimento cooperativo moderno”, prosegue Moioli.

Confcooperative Bergamo era consapevole “che, per tenere aperto il futuro del proprio territorio, bisogna mantenere uno sguardo che sappia guardare oltre i confini e l’immediato, un’attitudine all’incontro e all’apprendimento reciproco”, aggiunge ancora il segretario generale.

Generico novembre 2022

Gli obiettivi dell’iniziativa

Il progetto, il cui avvio ha richiesto alcuni anni di gestazione, ha ottenuto dall’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo (AICS) un contributo di 1,4 milioni di euro su un budget complessivo triennale di 1,8 milioni di euro e con l’ottobre del 2021 il lavoro ha preso avvio.

Quali gli obiettivi? Ecco come li riassume Elena Scanferla, referente del progetto per conto di CSA Coesi: “Un rafforzamento delle competenze delle istituzioni locali di Jericho attraverso scambi, formazione e assistenza tecnica a distanza e un rafforzamento della cooperativa PFCA di produttori di datteri attraverso investimenti in impianti e dotazioni tecnologiche e attraverso la crescita del proprio know-how”.

È in questo quadro che si è collocata la missione della delegazione giunta a Bergamo da Jericho: “Arrivata il 25 ottobre e ripartita domenica 30 ottobre, era composta dal sindaco di Jericho, dal presidente del Governatorato di Jericho, dal presidente della Camera di Commercio di Jericho e dal presidente della Cooperativa PFCA, accompagnati da figure tecniche e dai referenti della Fondazione Papa Giovanni Paolo II”, afferma Scanferla.

La delegazione ha avuto un programma ricco di appuntamenti e lavori congiunti con i partner italiani (Comune di Bergamo che è capofila, Camera di Commercio, ANCI Lombardia, CSA Coesi, Biodistretto Sociale, Biosociale startup), programma che si è intrecciato anche con le proposte di Agricoltura e Diritto al Cibole cui giornate cadevano proprio nell’ultima settimana di ottobre.

La delegazione in visita: le tappe

“Confcooperative Bergamo e il suo Centro Servizi CSA Coesi hanno svolto un ruolo significativo, come è stato riconosciuto da tutti i partner italiani e palestinesi – aggiunge Scanferla – In particolare, hanno curato la progettazione e la realizzazione di una giornata di visita e formazione dedicata al modello cooperativo. Mercoledì 26 ottobre, infatti, la delegazione, accompagnata da diversi partner italiani, ha avuto modo di sperimentare una giornata cooperativa ricca di spunti e contenuti”.

La mattina è stata dedicata all’incontro con la Cooperativa Melavì di Ponte di Valtellina, una cooperativa storica di produttori di mele (e non solo) che ha consentito alle aziende agricole del territorio di crescere, garantire presidio, aprirsi ai mercati italiani e internazionali. Insomma, un modello interessante per i produttori di datteri palestinesi, modello che ha mostrato loro nel concreto come la scelta di lavorare insieme sia vincente, soprattutto se accompagnata da un’attenta costruzione di cultura organizzativa e dispositivi regolamentari coerenti.

Il pomeriggio, invece, è stato dedicato al rapporto con la distribuzione e l’analisi delle caratteristiche del mercato italiano e dei mercati europei: il desiderio della cooperativa palestinese, infatti, è anche di essere aiutata a raggiungere nuovi sbocchi per i suoi prodotti, per altro di grandissimo pregio, accorciando la filiera e consentendo ai piccoli produttori locali di ottenere un miglior riconoscimento economico. Molto utile, sotto questo punto di vista, è stato l’incontro con “La Popolare”, solida cooperativa di consumo con sede a Lecco grazie alla quale la delegazione ha potuto confrontarsi anche con rappresentanti di una catena distributiva di primaria importanza quale è CONAD.

Si è trattata di una giornata di apprendimenti reciproci e di costruzione di relazioni, al termine della quale ognuno dei partecipanti ha vissuto un autentico arricchimento.

“La visita nei territori di Lecco e Sondrio non significa che la cooperazione bergamasca non sia stata protagonista – evidenzia Moioli – Abbiamo già ricordato come tra i partner del progetto ci sia il Distretto Bio-Sociale, associazione all’interno della quale hanno un ruolo decisivo diverse cooperative sociali impegnate nell’agricoltura biologica e negli inserimenti lavorativi”.

La cooperativa sociale Aretè, poi, ha ospitato la delegazione nella sua sede di Torre Boldone, mostrando la sua produzione di ortaggi, i suoi negozi e le nuove tecnologie blockchain di tracciamento che sta sviluppando con la start-up innovativa Biosociale. Infine, il Caseificio Torre Pallavicina e la Latteria sociale di Branzi hanno messo a disposizione il loro know-how cooperativo in vista dei prossimi passaggi.

Domenica la delegazione palestinese, che aveva portato con sé i Datteri Medjoul (i più apprezzati a livello internazionale), è ripartita portando con sé come piccolo ricordo esempi di produzione bergamasca cooperativa: i formaggi DOP Branzi della Latteria sociale e Grana Padano del Caseificio di Torre Pallavicina insieme a un panettone prodotto dalla Cooperativa Sociale Calimero di Albino.

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