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Stati generali della comunicazione

Pasquali: “Le massime di Grice, linee guida per il buon comunicatore, oggi non molto rispettate”

I migliori esperti della comunicazione pubblica sono attesi a Bergamo venerdì 16 e sabato 17 settembre per l’ottava edizione degli Stati Generali della Nuova Comunicazione Pubblica

Bergamo. I migliori esperti della comunicazione pubblica sono attesi a Bergamo venerdì 16 e sabato 17 settembre per l’ottava edizione degli Stati Generali della Nuova Comunicazione Pubblica. Sarà l’Università degli Studi di Bergamo a ospitare l’evento, promosso da PA Social, nell’Aula Magna di Sant’Agostino. Due giorni di dibattiti e convegni per fare il punto su come sta cambiando il mondo della comunicazione e dell’informazione pubblica digitale italiana fra novità e buone pratiche.

A rappresentare l’ateneo bergamasco ci sarà in particolare la professoressa Francesca Pasquali, sociologa dei processi culturali e comunicativi e prorettrice alla Comunicazione e all’Immagine dell’UniBg. È molta la soddisfazione di accogliere a Bergamo, e in Università, un evento di così grande rilievo. “Siamo contenti che l’evento sia in Università e che veda la partecipazione, oltre che dell’Ateneo, di altri soggetti istituzionali molto qualificati e altri colleghi di varie università che si occupano di comunicazione per riflettere su un tema oggi cruciale, quello della comunicazione pubblica – racconta la docente -. È interessante che sia a Bergamo anche perché il nostro Ateneo sta dando attenzione specifica a questi temi, alla crescita e al riconoscimento delle professioni legate alla pubblica amministrazione, e sta investendo molto sul piano scientifico anche, ad esempio, con borse di dottorato in collaborazione con PA. Eventi come questo segnalano un processo di crescita”.

La professoressa Pasquali modererà venerdì pomeriggio la Tavola Rotonda “Formazione e professione: le sfide della transizione digitale” in cui studiosi di comunicazione della rete Sdc network – dove Sdc sta per Scienze della comunicazione – e professionisti rifletteranno sui percorsi di formazione dei comunicatori pubblici e sulle nuove sfide e responsabilità che sono chiamati ad affrontare.
Temi che torneranno poi nella tavola rotonda del sabato mattina “La nuova responsabilità del comunicatore pubblico” moderata da Marco Carrara, giornalista bergamasco in Rai e conduttore della striscia Timeline, assieme a nomi d’eccezione come Riccardo Sorrentino, presidente dell’Ordine dei Giornalisti della Lombardia, Francesco Di Costanzo, presidente di PA Social, il giornalista di Sky News Stuart Ramsay, il direttore di TV2000 Paolo Ruffini, ma anche Monica Maggioni, direttrice del TG1 e Paola Ansuini, capo ufficio per la comunicazione e le relazioni con i media del Presidente del Consiglio dei Ministri.

Un parterre variegato, come sarà tutta l’ottava edizione degli Stati Generali secondo Pasquali. “Credo che l’aspetto più interessante sia l’eterogeneità che si potrà cogliere, perché gli Stati Generali accoglieranno una molteplicità di realtà della PA – dai piccoli comuni ai grandi enti – e di voci, per cui avremo giornalisti, comunicatori, responsabili della comunicazione aziendale oltre che studiosi di comunicazione. Questo mix potrà essere molto utile per far uscire tutte le complessità e le sfide del settore della comunicazione, una su tutte quella di lavorare raccogliendo l’innovazione digitale in maniera sostenibile e con lo sguardo sempre orientato a un’etica di responsabilità e di fiducia”.

Sotto la spinta dell’innovazione digitale e delle numerose situazioni di emergenza che hanno agito da catalizzatore dei processi comunicativi, proprio “responsabilità” e “fiducia” sembrano restare le parole d’ordine.
La comunicazione pubblica in questo momento è chiamata a lavorare in maniera costruttiva dentro un ecosistema sempre più complesso, non privo di storture anche, nel fornire un’informazione corretta, pertinente, chiara e che funzioni. Ha un grande compito di costruzione di fiducia in termini di costruzione di relazioni ma anche di una prospettiva sul futuro.

La comunicazione sembra aver smarrito oggi un po’ d’autorevolezza. Ma perché?
Credo ci siano due processi da sottolineare. Il primo è di accelerazione. Tutti i processi comunicativi sono enormemente accelerati, sia dal punto di vista della costruzione che sulla loro circolazione. Il secondo è un processo che riguarda il profondo cambiamento degli intermediari della comunicazione. Oggi ci sono una moltitudine di nuovi attori, e quindi sono cambiati i punti di riferimento. Dentro questi processi poi, che sono strutturali, abbiamo anche visto una degenerazione della qualità stessa dell’informazione. Penso al tema della disinformazione, sotto tanti e diversi livelli di responsabilità che implicano, non dimentichiamolo, anche il lettore. Si tratta di un tema complesso, che ci si rende sempre più conto va affrontato in una prospettiva di ecologia della comunicazione.

Come si può ritrovare il nord? Quali sono le regole che un professionista della comunicazione non deve mai dimenticare?
Credo che i principi guida che devono ispirare l’azione di un comunicatore siano ancora quelli che ho imparato quando studiavo in Università. Penso alle massime conversazionali del filosofo inglese Paul Grice, secondo cui una buona comunicazione – dove la comunicazione è da intendersi come mettersi in relazione – deve rispondere a quattro massime: la massima della quantità, ovvero dare all’altro ciò che è giusto, né più né meno di quello che serve; la massima della qualità, cioè non dire cose che credi false o che non hai ragione di credere siano vere; la massima della relazione, che riguarda la pertinenza della comunicazione; e infine quella del modo, il dire le cose con una buona chiarezza, con ordine. Sono un classico della formazione nella comunicazione. Ma se mi guardo intorno non le vedo molto rispettate.

Generico settembre 2022
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