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Bergamo segreta

Il Seminarino, un simbolo della Controriforma nel centro di Città Alta

La struttura, posizionata in una stretta trasversale di via Tassis, ha ospitato per quasi tre secoli la sede del Seminario divenendo così uno dei simboli della Controriforma nel nostro territorio

La storia della Diocesi di Bergamo é legata indissolubilmente a quella del Seminarino.

La struttura, posizionata in una stretta trasversale di via Tassis, ha ospitato per quasi tre secoli la sede del Seminario divenendo così uno dei simboli della Controriforma nel nostro territorio.
Eretto a partire dal 1567 su volontà del vescovo Federico Corner, il collegio vescovile trovò inizialmente sede nei locali della chiesa di San Pancrazio prima di trasferirsi sei anni dopo negli spazi affidati in beneficio al canonico della Cattedrale Paolo Ossa.

Complice la necessità di trovare una nuova collocazione a causa del mancato rinnovamento d’affitto, il prelato decise di offrire una casa adiacente alla Chiesa di San Matteo, ben presto ristrutturata in vista della visita pastorale di San Carlo Borromeo avvenuta nel 1575.

Nonostante le numerose difficoltà economiche incontrate a cavallo fra il Cinquecento e il Seicento, il fabbricato del Seminarino subì un importante ampliamento attribuibile con buona probabilità al vescovo Luigi Ginami il cui nome compare nell’epigrafe posta sul portale che conduce al cortile interno a fianco della data “1643”.

Il medesimo nome compare inciso anche sulla porta di fondo posizionata sul lato settentrionale del portico insieme alla frase “plane rude opus absolventi” la quale testimonia un primo intervento probabilmente attuato durante l’episcopato del vescovo Gerolamo Regazzoni e completato soltanto successivamente. In quegli anni vennero realizzati il chiostro con loggia caratterizzato da un ampio colonnato composto da colonne di ordine tuscanico, così come le aperture del sottotetto che ospitavano i dormitori.

Ulteriori ampliamenti avvennero con i vescovi Gregorio Barbarigo e Daniele Giustiniani che provvedette alla posa dell’imponente portale in pietra realizzato nel 1682 come confermato dalla scritta presente sull’architrave “Daniele Epo Iustiniano rem Seminariensem amplificanti -1682” .

Simile al portone di Palazzo Monzini, esso si presenta in bugnato con forti risalti nei chiaroscuri molto plastici e marcati utilizzati per dare solennità all’opera la quale ospita al pian terreno un ampio locale con volta a botte destinato per congressi e riunioni. Dopo aver vissuto un periodo di crescita, nel 1798 il Seminarino patì l’ingresso dei francesi nei confini dell’ex Repubblica di Venezia subendo così la chiusura e l’alienazione di tutti i suoi possedimenti.

Il passaggio dei territori all’Impero Asburgico consentì la ripartenza delle attività del collegio vescovile che rimase aperto anche a seguito delle truppe di Napoleone Bonaparte con cui venne stipulato un accordo ad hoc. La costante crescita delle ordinazioni e il piano di rinnovamento attuato dalla Diocesi di Bergamo portò alla costruzione della nuova sede del Seminario Vescovile che si trasferì nella prima metà dell’Ottocento sul Colle di San Giovanni lasciando così definitivamente gli spazi del Seminarino che a partire dalla metà del Novecento divennero sede per uno dei principali oratori di Città Alta.

Fonti
Luigi Angelini; Chiostri e cortili di Bergamo; Bergamo; Stamperia Conti; 1965
Alberto Trussardi; Il Seminarino di Bergamo; Bergamo; Unione Ex Alunni del Seminarino di Bergamo

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