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Le persecuzioni

Strage di cristiani nel mondo, l’ultima in Myanmar a Natale, 38 vittime

Secondo la fondazione "Aiuto alla Chiesa che soffre" 416 milioni di cristiani vivono in terre di persecuzione e 22 missionari sono stati uccisi nel 2021

Tempi difficili per i cristiani nel mondo. In Myanmar a Natale sono stati massacrati 38 cattolici.

In India i cristiani rispondono con la mitezza alle aggressioni indù mentre le Missionarie della carità di Madre Teresa sono accusate di proselitismo e il governo di Modi blocca gli aiuti internazionali senza i quali sono costrette a chiudere bottega. Continuano i massacri in Tigrai. Secondo la fondazione “Aiuto alla Chiesa che soffre” 416 milioni di cristiani vivono in terre di persecuzione e 22 missionari sono stati uccisi nel 2021.

“Un atto di barbarie disumano” dice il cardinale Charles Maung Bo, arcivescovo di Yangoon, capitale del Myanmar, ex Birmania, sui massacri perpetrati dai golpisti fedeli alla giunta militare: “Quando potremo godere della pace, della giustizia e della libertà? Questa non è non potrà mai essere la soluzione”. Il mondo è rimasto impressionato da suor Ann Rose, delle Sorelle di San  Francesco Saverio, inginocchiata davanti ai militari perché cessassero le violenze. Il cardinale Bo, presidente dei vescovi asiatici, sottolinea “la grande testimonianza data dalla Chiesa cattolica nella crisi – a partire dal gesto di suor Ann Rose – un messaggio di amore che redime, il perdono di fronte all’oscurità, l’amore di fronte all’odio. La mancanza di pace nel cuore può portare un danno ancora maggiore perché le persone che non vivono in pace distruggono la pace di tutti. La ricchezza del suolo e del sottosuolo non porta la pace ma solo conflitto”.

In India l’estremista indù Modi, al governo dal 2014, proibisce alle suore di Madre Teresa di ricevere finanziamenti dall’estero. E il motivo è meramente religioso. Il governo parla di “irregolarità nella contabilità e mancanza di requisiti necessari”. In realtà, la polizia dice di aver trovato 13 Bibbie in un centro d’accoglienza, dove le ragazze rifugiate sarebbero state “costrette a leggere il Vangelo, recitare preghiere cristiane e indossare la croce al collo». Accusa decisamente contestata dalle Missionarie. Dal 2014 i fondamentalisti indù accusano «le opere di carità di Madre
Teresa sarebbero anche buone ma le usano con un unico scopo: convertire al Cristianesimo le persone che aiutano”.

L’India perseguita cristiani e musulmani – Mamata Banerjee, governatrice del Bengala occidentale, accusa il governo di lasciare “senza cibo e medicine” i 22 mila “pazienti e dipendenti” delle suore. Con la vittori nel 2019 del partito fondamentalista di Modi, per le suore di Santa Teresa tutto si è complicato, anche a causa di rigide leggi anti-conversione sempre più repressive verso le minoranze islamica o cristiana. Meenakshi Ganguly, direttrice di un’organizzazione internazionale per i diritti umani, dichiara: «Dopo le orribili aggressioni ai musulmani, il bersaglio sono sempre più spesso i cristiani». Anche i conti bancari indiani di Greenpeace e Amnesty International sono stati sospesi perché le organizzazioni hanno posizioni «troppo critiche verso la politica”.

Centinaia di cittadini uccisi nel conflitto Etiopia-Tigrai
Nessuno conosce il numero esatto “ma ci è stato riferito che ci sono sacerdoti e capi religiosi. Negozi, scuole, chiese e conventi sono stati rapinati e distrutti. Migliaia di persone hanno abbandonato le loro case. Molti hanno attraversato il confine con il Sudan; altri hanno cercato rifugio in aree remote, nelle montagne, senza acqua né cibo”. Il drammatico scenario è descritto da Regina Lynch della fondazione pontificia Aiuto alla Chiesa che soffre. Nel Tigrai, regione al confine con Eritrea e Sudan, la popolazione è per il 95 per cento cristiani ortodossi. Circa 750 persone sarebbero state uccise in novembre nell’assalto alla chiesa ortodossa Santa Maria di Sion ad Aksum. In dicembre ci sarebbe stato un altro massacro con un centinaio di vittime nella chiesa di Maryam
Dengelat. La gente è terrorizzata.

Secondo l’agenzia “Fides” nel 2021 sono stati uccisi 22 missionari
“Ogni settimana arrivano resoconti e notizie sulle persecuzioni e le violenze. Sono stati uccisi, rapiti o sono state vittime di abusi mentre portavano avanti il loro servizio”. Secondo l’Agenzia delle Pontificie Opere Missionarie sono 14 preti, 1 religioso, 2 religiose, 6 laici, la metà in Africa: 7 sacerdoti, 2 religiose, 2 laici in Angola, Nigeria (4 vittime), Burkina Faso, Repubblica Centrafricana, Sud Sudan (3 morti) e Uganda. Nelle Americhe 4 sacerdoti, 1 religioso e 2 laici: 4 in Messico e uno ciascuno Venezuela, Perù, Haiti. Tre in Asia (Filippine e Myanmar): 1 sacerdote
e 2 laici. Per l’Europa un sacerdote ucciso in Francia il 9 agosto. Negli anni 2001-2021 sono stati uccisi nel mondo 527 missionari.

L’ultima vittima in Nigeria il 24 dicembre
Luke Adeleke, 38 anni, presbitero della diocesi di Abeokuta è stato ucciso mentre tornava a casa dopo aver celebrato Messa. Ordinato nel 2017, è stato raggiunto da una raffica di proiettili a Ogunmakin Obafemi Owode, una zona con un altissimo tasso di criminalità. Si sarebbe trattato di un tentativo di rapimento a scopo di estorsione finito nel sangue. “Non c’è nulla che
suggerisca che i cristiani abbiano una vita più facile per praticare la loro fede in Nigeria oggi rispetto a uno o due anni fa” dice il vescovo Emmanuel Adetoyese Badejo: “In Nigeria il quadro è di grave discriminazione e di abuso della libertà religiosa”.

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