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A bergamo

De Bortoli e Papa Francesco: “Ha più nemici all’interno che all’esterno della Chiesa”

Molte fedi sotto lo stesso cielo conclude il suo programma stagionale con un incontro nella (gremitissima) Chiesa dei Santi Bartolomeo e Stefano di Bergamo tra l'ex direttore del Corriere della Sera e del Sole 24 Ore, Ferruccio de Bortoli, e il priore del Monastero di Bose, Luciano Manicardi. Tema: i 6 anni di pontificato di Papa Francesco

Molte fedi sotto lo stesso cielo conclude il suo programma stagionale con un incontro – svoltosi nella (gremitissima) Chiesa dei Santi Bartolomeo e Stefano di Bergamo – tra l’ex direttore del Corriere della Sera e del Sole 24 Ore, Ferruccio de Bortoli, e il priore del Monastero di Bose, Luciano Manicardi. Tema: i 6 anni di pontificato di Papa Francesco.

Daniele Rocchetti (presidente delle Acli Bergamo), introducendo la serata, ha ricordato che il pontificato di papa Bergoglio si aprì con quel “buonasera” che stupì i fedeli raccolti in piazza San Pietro e quelli che assistettero all’evento di fronte alle televisioni di tutto il mondo e che è rimasto nella memoria collettiva. “Da allora ci ha abituati a una nuova interpretazione del ruolo del pontefice come quella di un uomo normale che piange, che ride…, che prende posizione su grandi temi quali la pedofilia, l’accoglienza degli emigranti, la curiosità per le culture ai confini del mondo” (proprio in questi giorni il papa si trova in Tailandia, da dove proseguirà per il Giappone). Questo ha scatenato sempre maggiori resistenze, ostilità e sconcerto sopratutto nella Chiesa tradizionalista che sono sfociate in campagne denigratorie mirate. Insomma un cristiano sul trono di Pietro che ha fatto della franchezza della parola, dell’efficacia pedagogica dei gesti, dell’amore per il Vangelo i suoi tratti distintivi. In Francesco si ritrova l’immagine viva del Signore, il ritorno alle origini, al Vangelo.”

Ma in cosa ha più inciso Francesco? Risponde il priore Manicardi: “Mi stupisce la sua postura. Non ha cioè mai cambiato atteggiamento, sempre finalizzato al contatto diretto. Bergoglio, uomo ed evangelico, ha cambiato volto all’esercizio del papato con la semplicità della parola (anche se ha contenuti rivoluzionari) e la potenza de gesti (lavanda dei piedi in carcere, a mussulmani), scatenando uno strascico di polemiche da parte dei suoi detrattori. “Con un linguaggio ispirato più alla poesia che alla filosofia, ricco di metafore e proverbi, afferma, ad esempio, che prima dell’altruità viene la somiglianza quale che sia la razza, la religione, la posizione sociale. Il suo è un linguaggio moderno sequenziale parabolico: parla della quotidianità in modo narrativo. La sua autorità non è fondata sulla sulla magnificienza teologica del suo ruolo, ma sulla esperienza quotidiana. Con questo linguaggio sfonda barriere, interessa i non credenti e, sopratutto, crea credibilità.”

De Bortoli, di fronte alla domanda se può parlarsi di un Papa di destra o di sinistra, risponde che “quella divisione schematica che non ha più senso. Con la non cerimonialità del buonasera iniziale o dell’annuncio che era stato scelto un fratello che viene dalla fine del mondo, si propose immediatamente al di fuori del recinto classico delle nostre conoscenze, smitizzando la figura del pontefice per renderlo il più possibile vicino agli altri in un modo discontinuo, ma evangelico. Papa degli esclusi, degli ultimi, delle persone che soffrono in una società globalizzata e tesa al benessere e perciò fortemente diseguale e ingiusta.”

Poi Manicardi, “la sua critica alla Chiesa nasce dal suo radicalismo evangelico.La Chiesa ha bisogno di rinnovarsi, di purificarsi. Esiste una differenza del volto della Chiesa che Cristo vuole e lo stato reale. “La Chiesa deve incamminarsi verso una dimensione comunitaria rifuggendo l’individualismo, il clericalismo, il carrierismo di parte della Chiesa attuale.”

De Bortoli poi, riflettendo sull’apprezzamento di parte del mondo laico, afferma che “papa Francesco ha più nemici all’interno che all’esterno della Chiesa dove esistono partiti e schieramenti secolarizzati e che considerano il suo intento riformatore quasi un’eresia. Il tutto va però inquadrato nella nuova situazione geopolitica con cui la Chiesa, che ha ormai una posizione inoritaria (sopratutto nei paesi occidentali, quali USA e Germania, che sorreggono le finanze vaticane), deve confrontarsi. In Italia la voce cattolica sfiora la minoranza nell’attuale panorama politico (se non per operazioni di marketing) che, da una parte, strumentalizza certe sue posizioni e dall’altra appare spiazzata dal fatto che faccia propri, con le sue grandi capacità di comunicatore e con la massima semplicità, temi attuali quali il rispetto francescano per la natura, l’uguaglianza, la sostenibilità del modo di vivere, di rapportarsi agli altri”.

Manicardi, circa la critica interna alla Chiesa, evidenzia che “Francesco convive con un papa emerito. Ne consegue che qualcuno fa appello alla sua autorità, qualcuno ad un’altra che non accetta il centralismo sui migranti, sull’accoglienza, sulla povertà, sul multiculturalismo, sull’interrelazione. Questo comporta divisioni nette all’interno del panorama cattolico”.

E, per finire, dove va la Chiesa? De Bortoli risponde: “Anche l’Occidente più laico, sempre più rinchiuso nella solitudine del mondo digitale, ha bisogno di una chiesa forte, ha bisogno del calore della comunità in cui la fede si esplica (c’è una Parrocchia dove lo Stato non c’è più). E poi c’è il confronto con altre religioni più forti (che può tradursi in persecuzione dei cristiani nel mondo). Da qui può nascere il riscatto di appartenenza cattolica che è anche riscatto civico, dovere di riscoprire le nostre radici. Senza la Chiesa nel globalismo saremmo orfani”.

Manicardi, invece, ricorda che “nel Sinodo amazzonico sono stati dibattuti temi quali il diritto all’eucarestia da parte dei fedeli sposati o donne. La sua prudente previsione è comunque di uno “spostamento della Chiesa verso la deeuropeizzazione/deoccidentalizzazione.”

In sintesi, papa Francesco, un cristiano sul trono di Pietro che comunica, con calore umano, valori ecumenici, intenti riformatori e che deve affrontare resistenze clericaliste.

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