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L'intervista

Dalmine, Bramani sulle orme di papà: “La Bergamo-Treviglio serve e subito più vigili”

La sicurezza in cima alle priorità del centrodestra che candida Francesco, avvocato e figlio di quell'Antonio già primo cittadino dal 1995 al 1999: "Amministrazione sonnecchiante, da sindaco mi piacerebbe avere maggiore dialogo con le minoranze".

Dopo la rinuncia di Fabio Facchinetti è subentrato in consiglio comunale e ora è candidato sindaco in prima persona in quota Lega e sostenuto anche da Noi Siamo Dalmine che riunisce Forza Italia e Fratelli d’Italia: Francesco Bramani, 40 anni a luglio, professione avvocato civilista con studio a Bergamo, è stato consigliere di maggioranza dal 2009 al 2014 e di minoranza negli ultimi due anni.

Un impegno che parte da lontano, ereditato da papà Antonio che è stato primo cittadino di Dalmine dal 1995 al 1999.

Bramani, come è maturata questa candidatura?

Il gruppo me l’ha chiesto, è stato lusinghiero: dopo un’attenta valutazione ho accettato, è un impegno molto serio.

Come è stata costruita la squadra?

La squadra racchiude più anime, dai militanti storici di una certa età fino ai ragazzi under 30 che hanno portato una ventata di aria fresca e giovane. Un gruppo eterogeneo e sicuramente coeso: con Noi Siamo Dalmine è stato facile trovare un’intesa ed era un fattore su cui puntavo molto. Ci tenevo all’unità del centrodestra perchè la storia insegna che quando stiamo insieme i risultati arrivano più facilmente: è un sostegno importante.

A proposito di sostegni, lunedì 13 maggio a Dalmine c’è stato Matteo Salvini: una bella iniezione di fiducia.

Fa sicuramente piacere ricevere il supporto di questi personaggi di spicco del partito: lui in particolare porta seguito e visibilità e in campagna elettorale conta tanto. Condivido la sua linea politica, averlo al mio fianco è stato significativo. E non è da tutti i giorni vedere un segretario di partito e un ministro della Repubblica spendersi sul territorio.

Più volte nel corso dell’ultima amministrazione avete punzecchiato la giunta sul tema della sicurezza: è questa la priorità del vostro programma?

Il nostro è un programma semplice e concreto, che tocca con decisione tutti gli ambiti. La sicurezza senza alcun dubbio è uno dei punti fondamentali. Partiamo da un dato di fatto: a Dalmine c’è un numero di agenti di polizia locale decisamente insufficiente, se facciamo una proporzione con il numero degli abitanti ne servirebbero almeno il doppio. Il nostro obiettivo è quello di aumentare l’organico, consentendo anche un maggiore pattugliamento del territorio in orari notturni. La sicurezza passa anche da una maggiore illuminazione, che con un’azione di efficientamento energetico va anche a tutela dell’ambiente. A nostro avviso l’amministrazione uscente non ha dato sufficiente priorità alla sicurezza: è importante che la gente si sente sicura a Dalmine.

Sicurezza che, si legge nel vostro programma, si ottiene anche con interventi su viabilità e strade.

È importante partire dalle cose concrete: sistemare marciapiedi e strade sono tra queste, penso soprattutto a quei tanti passaggi in cui disabili e carrozzine si trovano in difficoltà o sbarrati. Poi c’è il tema di via Verdi: vogliamo ripristinare il doppio senso di marcia e garantire una maggiore sicurezza ai tanti studenti che la frequentano.
Una Dalmine più sicura la si ottiene anche vivacizzando zone che stanno rischiando lo spopolamento e lo si può fare tramite l’incentivo per l’apertura o l’insediamento di attività ad hoc.
Ma per la sicurezza combatteremo anche l’accattonaggio, controlleremo flussi migratori e clandestini e opereremo un rigoroso monitoraggio sulle residenze.

Altro tema molto discusso a Dalmine è quello relativo alla viabilità, dal futuro della 525 alla Bergamo-Treviglio.

Sulla Bergamo-Treviglio non si tratta di essere a favore o contro, la Provincia ha già votato per il sì. Si può ragionare sul tipo di intervento ma non sulla sua esistenza o meno. Dalmine non si può mettere di traverso ma può, in caso di autostrada, scegliere di non rendere a pagamento il tratto che la interessa. Sarà fondamentale il futuro della ex 525 che a nostro avviso va trasformata in strada urbana, con una riduzione del traffico da attraversamento. Si può così ricucire la distanza tra Dalmine e le frazioni di Sabbio e Guzzanica, mettendo un divieto per mezzi pesanti ad eccezione di quelli destinati al commercio dalminese. Il collegamento Bergamo-Treviglio serve ai pendolari e a chi si dirige verso la Bassa: ridurrà le code, con risparmi economici, di inquinamento e di tempo.

In campo sociale cosa avete previsto?

Innanzitutto nessun passo indietro, poi sarà attuata una attenta politica anti-furbetti, ovvero tutti coloro che tentano di beneficiare di contributi e sostegno pur non meritandoli. Sarebbe cosa buona, poi, mutuare ciò che fa la Regione per gli ultra 70enni nelle case popolari, azzerando il canone di locazione per chi è in regola con i pagamenti.

E sull’ambiente?

Da questo punto di vista il parco del Belvedere è un’altra nostra priorità: ora è lasciato all’incuria, va riqualificato con attività e strutture che lo rendano fruibile per tutti. Può essere un punto di forza del nostro territorio ma deve essere accessibile. Poi come dicevo bisogna investire sul risparmio energetico, a partire dall’illuminazione pubblica.

Recentemente è stato protagonista, insieme agli altri candidati, di un dibattito su Dalmine città universitaria: ci può illustrare la vostra linea su questo specifico punto?

Per Dalmine l’Università è una risorsa ma negli ultimi anni non c’è stata una piena collaborazione con il Comune, sono parse entità separate in casa. Una buona amministrazione dovrebbe invece creare una forte sinergia e tenere alta la fertilità del polo universitario. Servono servizi, bisogna rafforzare il legame con l’industria e favorire la contaminazione vicendevole. Bisogna sedersi tutti attorno a un tavolo, anche con gli studenti, per avere un filo diretto. Dalmine ha tanti punti di raccolta interessanti per i parcheggi, servono collegamenti con l’Università. Interessante la sperimentazione della navetta tra Università di via dei Caniana e il Polo di Dalmine: si potrebbe rendere stabile e far passare anche dal parcheggio dell’autostrada.

C’è qualcosa di questi 5 anni di amministrazione che avete condiviso?

Sinceramente ci pare abbiano fatto pochino e si stiano mettendo in mostra con inaugurazioni e asfaltature solo sotto elezioni. Sono stati anni un po’ sonnecchianti in cui si sono fatte scelte viabilistiche discutibili, come la doppia rotonda di Mariano e il già citato caso di via Verdi. La rotonda alle poste è utile ma servirebbero anche dei dissuasori per ridurre le velocità. Non abbiamo preconcetti con nessuno, anzi riteniamo positivo mutuare idee altrui se sono buone e a vantaggio dei cittadini. Se dovessi diventare sindaco mi piacerebbe avere una maggiore interazione con le altre forze politiche.

C’è un candidato che teme più di un altro?

Credo che l’amministrazione uscente parta in vantaggio, ma tutti i contendenti sono preparati, seri e validi competitor. Alla fine credo si giochi tra noi e il centrosinistra, con l’incognita dei giovani ma è ancora presto per dirlo. Se ci sarà un effetto Salvini? Può essere, Dalmine è una grande realtà e l’appeal è forte. Poi la gente non è stupida: valuterà i programmi.

Tutti i candidati a sostegno di Francesco Bramani.

Lega

lega dalmine

Carnevali Dario
Dalmaggioni Veronica
Filippini Luca
Fumagalli Stefano
Invernici Nadia
Lardo Patrick
Locatelli Matteo
Martinelli Massimo
Mazzola Sara
Pellegrini Guglielmo
Perani Tommaso
Ricchiuti Elisabetta
Terzi Claudia Maria
Signorelli Claudio
Tiraboschi Matteo

Noi siamo Dalmine

Alghisi Mirko
Colleoni Roberto
Colombo Pierluca
Costanzo Carlo
Facoetti Carlo Luciano
Fratus Fabrizio
Gustinelli Mario Gaetano
Iodice Gianluca
Morandi Giorgia
Piazzoli Barbara
Razzino Mauro
Rocchi Valentino
Pirola Massimiliano
Simoncelli Sara
Zanga Antonietta

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