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Le proposte

Buone relazioni per sostenere il lavoro: i sindacati uniti rilanciano il sistema Bergamo

Formazione, welfare, territorio, salute, sicurezza, appalti e legalità e occupazione giovanile: questi alcuni dei punti cardine sui quali si fissano gli indirizzi

Cgil, Cisl e Uil rilanciano in modo unitario il sistema Bergamo: è questo l’intento del documento predisposto dalle tre organizzazioni sindacali nell’ottica di un maggiore livello di negoziazione aziendale, una sorta di carta delle buone relazioni che definisce indirizzi e obiettivi comuni da raggiungere tramite la contrattazione.

Formazione, welfare, territorio, salute, sicurezza, ambiente di lavoro, appalti e legalità, politiche attive del lavoro e occupazione giovanile: questi alcuni dei punti cardine sui quali si fissano gli indirizzi negoziali che le sigle sindacali territoriali propongono alle istituzioni locali e alle diverse associazioni che rappresentano i datori di lavoro.

Il documento

Relazioni sindacali e contrattazione decentrata

Un buon sistema, articolato e al contempo leggero, di relazioni sindacali a livello territoriale è uno strumento utile per gestire i processi di trasformazione del sistema produttivo, per qualificare e rilanciare il sistema Bergamo, per promuovere in termini quantitativi e qualitativi i livelli occupazionali.
La partecipazione sindacale sia in sede territoriale che aziendale, senza ledere l’autonomia delle parti, delle singole categorie e dei livelli negoziali di ciascuna azienda, è un fattore di sviluppo dell’economia e del lavoro bergamasco.
Protocolli ed intese di massima su specifici punti o indirizzi di carattere generale sono quindi auspicabili con le rappresentanze datoriali e istituzionali.

La generalità dei contratti nazionali rimanda alla contrattazione aziendale la definizione di importanti materie come la formazione, l’organizzazione del lavoro, la conciliazione dei tempi di vita e di lavoro, il riconoscimento di welfare integrativo e non sostitutivo.
Un maggiore livello di negoziazione aziendale, coordinata nell’ambito di una visione più generale e/ o territoriale, diventa ancora più necessario ed utile di fronte alle profonde trasformazioni del sistema produttivo, indotte dalla rivoluzione tecnologica in atto.
Per meglio tutelare i lavoratori delle realtà poco sindacalizzate, delle piccole-medie imprese e artigiane è necessario lo sviluppo di una contrattazione integrativa a livello territoriale.

Qualità del lavoro, formazione, qualificazione delle imprese rappresentano ambiti strategici per orientare il ruolo e la funzione degli enti bilaterali.

In particolare è strategico orientare la contrattazione integrativa su:

  • rilancio e ampliamento della formazione continua e della formazione permanente, tenuto conto delle novità dei contratti nazionali, con protocolli e accordi quadro che valorizzino il ruolo delle RSU e delle categorie;
  • valorizzazione, agibilità e maggiore semplificazione dell’apprendistato;
  • prosecuzione del percorso, già avviato con Confindustria, sul versante produttività, orari e conciliazione, qualità, sperimentando forme partecipative delle RSU ed allargando la platea di aziende e lavoratori coinvolti, ampliando la sfera contrattuale alle altre associazioni di rappresentanza datoriali.

Welfare, bilateralità e territorio

La contrattazione aziendale sul welfare integrativo rappresenta uno dei maggiori elementi di novità e innovazione in questi anni. Per evitare eccessive frammentazioni occorre definire snodi e priorità sui quali orientare il welfare contrattuale aziendale.
Il socio-sanitario rappresenta, anche per le rilevanti evoluzioni che avrà in futuro, una di queste priorità. L’accudimento dei figli, il sostegno alle spese scolastiche, l’intervento sul grande tema della non autosufficienza sono solo alcuni degli argomenti più significativi che si possono affrontare sul versante socio-sanitario e che possono essere intrecciati e allargati negli ambiti territoriali dei piani di zona, anche attraverso gli accordi di programma.
E’ inoltre importante agire sul versante dell’offerta dei servizi di welfare integrativo valorizzando le significative esperienze di impresa sociale in una logica di rete di servizi.

Occorre inoltre rilanciare una campagna per la previdenza integrativa, soprattutto nell’ambito di settori e comparti costituiti prevalentemente da piccole imprese. La mutualizzazione dei costi anche attraverso il ruolo degli enti bilaterali potrebbe essere una utile occasione per rafforzare concretamente le tutele dei nostri rappresentati.

Salute, sicurezza, ambiente di lavoro

Cgil, Cisl, Uil, di Bergamo rilanciano la proposta al territorio del “Modello Bergamo per la salute e sicurezza” fondata sul lavoro sinergico degli enti bilaterali, degli organismi paritetici, di Ats e Inail e che contempla un forte coinvolgimento di Rls e Rlst.
Ciò significa l’affermazione per tutte le imprese di una effettiva responsabilità sociale e ambientale, supportata anche da linee guida unitarie, finalizzata al miglioramento continuo della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro.
Vanno ulteriormente promossi, percorsi di aggiornamento unitario degli Rls/Rlst anche mediante la programmazione di una o più giornate sulla sicurezza di Cgil, Cisl e Uil, legate a campagne promozionali europee.

Altri obiettivi in questa direzione potrebbero essere:

  • la mutualizzazione dei costi del servizio di sorveglianza sanitaria in ambito artigiano, al fine di contenerne i costi ed implementare le adesioni al sistema;
  • la gestione ed organizzazione di tutti i corsi obbligatori per legge e relativi aggiornamenti per le imprese artigiane attraverso Opra; la stesura di un protocollo con il servizio ispettivo Ats che tenga in considerazione, come da legislazione, i corsi tenuti presso gli enti bilaterali;
  • una analisi e un monitoraggio periodico, effettuati con tutti i soggetti interessati (Inail, patronati, categorie, Medicina del lavoro, Ats ecc.), sulle patologie che determinano malattie professionali, (muscolo scheletriche- tunnel carpali, ecc..) su campioni di lavoratori dei settori più esposti, con l’indicazione di possibili soluzioni anche in vista dei mutamenti tecnologici in atto che possono migliorare sensibilmente le condizioni di vita dei lavoratori;
  • attivazione, con l’ausilio della Medicina del Lavoro, di una ricerca finalizzata a conoscere la presenza di malattie professionali per zona /ambito della Provincia;
  • la diffusione in tutti i luoghi di lavoro dei contenuti dell’allegato B dell’accordo 25/01/16 di contrasto alle molestie nei luoghi di lavoro, in stretta collaborazione con la Consigliera di parità della Provincia.

Appalti, legalità e lotta all’evasione fiscale

Un obiettivo potrebbe essere quello di aggiornare, alla luce del nuovo codice degli appalti, il protocollo d’intesa con la Prefettura sottoscritto nel 2012, unica istituzione da cui dipendono tutte le forze di vigilanza e controllo, Anci, Provincia e comuni, singoli o associati. Nella gestione/cambio degli appalti, diventano quindi elementi qualificanti la previsione dell’obbligo del rispetto dei contratti nazionali e territoriali/aziendali di settore e la valorizzazione di Imprese/aziende con il maggior numero di lavoratori diretti, al fine di accorciare la catena dei sub-appalti.
L’adozione del criterio, in via prioritaria, dell’offerta economicamente più vantaggiosa anziché del massimo ribasso, la costituzione di nuclei speciali presso la Polizia urbana per il controllo, vigilanza dei cantieri edili (esperienza Giunta Bruni), potrebbero essere ulteriori azioni utili; così come la costituzione presso la Prefettura di una Withe List per le Imprese virtuose e non condizionate da infiltrazioni mafiose.
Un punto di riferimento importante, in questo senso, è il protocollo sottoscritto con le centrali cooperative della nostra provincia in data 8 maggio 2017.
Per quanto riguarda la lotta all’evasione fiscale si chiede la estensione a tutte le autonomie locali, singole o associate, degli specifici protocolli d’intesa con l’agenzia delle entrate e la guardia di finanza.

Mobilità e abitazione

In aggiunta alle agevolazioni già oggi esistenti nell’ambito del trasporto pubblico si potrebbero introdurre ulteriori agevolazioni per i disoccupati in cerca di lavoro, attraverso tariffe calmierate.
A livello comunale o di ambiti territoriali si potrebbero definire protocolli volti ad incentivare l’incontro abitativo tra anziani e studenti fuori sede

Assistenza e sanità integrativa

La legge regionale di riordino del sistema socio sanitario regionale parte da un’analisi della realtà che descrive un sistema tra i migliori per ciò che riguarda le degenze sia nelle strutture ospedaliere che nelle Rsa, ma che ha alcune lacune per la gestione dei pazienti/utenti durante le fasi di recupero e di assistenza domiciliare.
Il progressivo invecchiamento della popolazione ha determinato un continuo incremento dei pazienti pluripatologici che impegnano una quota più che significativa della spesa sanitaria.
Ferma restando l’universalità e la generalità del servizio sanitario pubblico e del servizio socio sanitario assistenziale, riteniamo necessaria una rete di assistenza integrata che si prenda in carico il cittadino nella fase ante malattia con un sistema di prevenzione diffuso che miri a stili di vita che favoriscano il benessere. Ad esempio con campagne di prevenzione che favoriscano la socialità, lo svolgimento di attività sportive ed una corretta alimentazione.
Questi segmenti della prevenzione possono rientrare in un’azione integrata tra territorio e sistema sanitario con il coinvolgimento degli ambiti e del terzo settore . Ricordiamo i successi del progetto Whp per la corretta alimentazione nelle mense aziendali e i gruppi cammino promossi da Ats con i comuni. Si tratta dunque di dare ulteriore impulso alle azioni del dipartimento prevenzione Ats , chiedendo una maggiore adesione ai comuni.
Anche in fase di assistenza domiciliare per i malati cronici e per i post ricovero si deve fare di più. Va dato corso alla delibera regionale sul Governo della domanda e la presa in carico, recentemente intervenuta, e alle successive intese sindacali . Serve una vera integrazione dei servizi e delle prestazioni, potenziando le reti e le strutture decentrate. In questa lunga fase di passaggio ed in attesa della realizzazione concreta di Pot, Presst e Aft, Ucc è opportuno mantenere i Cead come snodo e cerniera di collegamento tra gli ex distretti e le strutture socio sanitarie territoriali
Occorre investire sulla prevenzione e sull’assistenza domiciliare per ridurre i ricoveri, con una rete capillare di assistenza vicina alle persone che venga misurata in base agli obiettivi di benessere raggiunti e che riduca l’attuale livello di costi a carico dell’utente.
Vanno sperimentate forme mutualistiche di assistenza territoriale, con risorse derivanti dagli ambiti comunali, dal sistema socio sanitario e dai privati ( per la parte integrativa) con formule assicurative che siano in grado di farsi carico dell’assistenza degli anziani non autosufficienti, per non lasciare sole le famiglie come succede ora. Anche in questo ambito la contrattazione può fornire un sostegno importante andando ad integrare accordi territoriali con accordi aziendali o di settore.
Va perseguito un ulteriore abbattimento dei tempi di attesa per visite e ricoveri anche tramite l’allungamento degli orari ambulatoriali e l’ampliamento delle prestazioni, a condizione ovviamente di adeguate dotazioni di personale.
Inoltre nei pacchetti di prestazioni offerti dai vari soggetti in regime di welfare contrattuale, proponiamo che anche le Asst bergamasche offrano, ancorchè in regime di libera professione, servizi e prestazioni a costi contenuti.

Politiche attive del lavoro e occupazione giovanile

Nel solco di quanto già realizzato nel territorio, vanno ulteriormente sperimentate politiche attive del lavoro in stretta connessione con la fase di confronto sindacale sulle crisi e ristrutturazioni aziendali. Il restringimento dei periodi di utilizzo degli ammortizzatori sociali in costanza di rapporto di lavoro e la normativa sulla Naspi richiedono un ruolo più incisivo delle parti sociali sul versante delle politiche di riqualificazione e ricollocazione, valorizzando gli accordi confederali, anche con risorse aggiuntive generate dalla contrattazione. Vanno superate le attuali rigidità nella autorizzazione della Cigo e resi più accessibili i canali di comunicazione e informazione con l’Inps.
Inoltre si ritiene importante strutturare un sistema territoriale di rilevazione dei fabbisogni professionali delle imprese per un orientamento più efficace dell’offerta formativa.
E’ fondamentale una rete territoriale dei servizi per il lavoro pubblici e privati. In questo senso occorre che si chiarisca in tempi brevi la grave situazione in cui versano i centri per l’impiego con un progetto complessivo che veda Regione Lombardia assumere un ruolo determinante e che si investano risorse aggiuntive per il loro potenziamento e la loro riqualificazione.
E’ necessaria un’armonizzazione degli ambiti territoriali dei Cpl con quella dei nuovi ambiti dei comuni associati ai fini di una migliore integrazione.
Un’occupazione giovanile di qualità è la sfida fondamentale per lo sviluppo futuro del territorio. L’alternanza scuola lavoro rappresenta una grande opportunità per un maggiore intreccio tra il sistema dell’istruzione e formazione e la realtà delle imprese. Riteniamo decisivo un governo dell’alternanza scuola lavoro con un ruolo delle parti sociali e delle istituzioni scolastiche in grado di definire specializzazioni connesse con le filiere produttive più significative del territorio.
Va incrementata l’interlocuzione con le associazioni di categorie, con gli istituti professionali e con l’università per sperimentare ulteriori percorsi di formazione scuola lavoro.

In questa direzione va privilegiato, come forma di ingresso al lavoro per i giovani, il contratto di apprendistato favorendo un sostegno esterno, soprattutto per le medie e piccole imprese, per formazione e tutoraggio, valorizzando commissioni e enti bilaterali.
E’ inoltre necessario orientare tirocini e stage con effettivi progetti connessi al percorso formativo per contrastare abusi e sfruttamenti. E’ utile istituire una cabina di monitoraggio in Provincia, simile a quella sull’apprendistato, in cui si verifichino quantità e qualità dei tirocini, dei percorsi di alternanza scuola lavoro e relativi sbocchi occupazionali
Andrebbero ampliate le reti di co-working solidale, in collaborazione sia con soggetti pubblici che con soggetti privati, ad esempio in occasione della riconversione di aree dismesse.

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