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L'intervista

“Quando ero cattivo”, il libro sul criminale che a Bergamo ha cambiato vita

“Perché dovreste leggere ‘Quando ero cattivo’? Per rendervi conto che non tutti i delinquenti sono cattivi: alcuni, come me, sono costretti a diventarlo”. Introduce così il libro sulla sua vita Valentin Marian Ciobanu, 38enne rumeno che da 8 anni vive a Bergamo.

Ex pugile, con un passato a dir poco burrascoso alle spalle, arriva in redazione con una maglietta scollata, che non nasconde completamente le cicatrici sul petto ma nemmeno le sue braccia muscolose: una sorta di parallelismo con una vita spericolata, che Valentin è riuscito a mettersi alle spalle con la propria forza di volontà. Proprio la storia raccontata nell’opera del suo amico Guido Nosari, pittore di Curno con la passione della scrittura. Il libro, avvincente, ricco di colpi di scena e a tratti goliardico, è in vendita da qualche mese nelle librerie e su internet.

Valentin, da dove nasce l’idea di questo racconto?

Un giorno eravamo a una grigliata tra amici. C’era anche Guido, e tra un birra e l’altra gli è venuta l’idea di scrivere la storia della mia vita. All’inizio ero un po’ scettico. Lui ha buttato giù qualche pagina e senza dirmi nulla e l’ha inviata alla casa editrice Giunti, che dopo qualche giorno ci ha contattati. Poi lo abbiamo completato insieme, io e Guido, impiegandoci circa un anno e mezzo.

Cosa l’ha convinta a mettere in piazza la sua vita?

Ho accettato solo per un motivo: per dedicare il libro a mia figlia Denise, di 8 anni. Voglio che sappia da dove viene suo padre. Non è un modo per giustificarmi o per chiedere perdono. Voglio solo che lei capisca che ho fatto una vita così perchè non ho avuto altre possibilità. E lei deve andare avanti senza accettare compromessi, a testa alta. Le vendite non mi interessano. Nemmeno i soldi incassati.

Perché dice di non aver avuto altre opportunità?

Sono nato e cresciuto a Brașov, una cittadina in Transilvania, in una famiglia molto povera. In Romania c’era il comunismo e la situazione non era delle migliori. Eravamo quattro fratelli. Mio papà tornava a casa sempre ubriaco e spesso ci picchiava, sia noi che mia madre. Poi portava via soldi e cibo. Ho avuto un’infanzia molto difficile. Poi a 16 anni me ne sono andato in casa. Ho vissuto per strada, dormivo sulle panchine, e di lì a poco ho iniziato a combattere e a lavorare per la security di alcuni locali. Nel frattempo, comunque, ho concluso il liceo e ho frequentato l’accademia di teatro e film. Il mio sogno era fare l’attore.

libro

Invece, come è proseguita la sua vita?

Purtroppo il mio progetto teatrale non è andato a buon fine. In quel momento ho iniziato a delinquere. Furti, rapine, truffe, e chi più ne ha, più ne metta. Per anni mi sono occupato anche della riscossione di debiti, ma a modo mio: la gente mi chiamava e mi diceva che aveva dei soldi da prendere da qualcuno, io in cambio di una percentuale andavo da quello e con le buone o con le cattive me li facevo consegnare. Ho picchiato tantissima gente. Nemmeno ricordo quanta.

Fino a quando non si è più accontentato di lavorare per altri…

Esatto, nel 2006 mi sono messo in proprio, diciamo. Con alcuni soci abbiamo messo in piedi una società bancaria di riscossione crediti. Fino al 2008, quando qualcuno ha parlato e siamo stati condannati. Preciso che quello che ha spifferato tutto ora è in carcere in Romania e non se la passa benissimo.

A quel punto cosa ha fatto?

Sono scappato e sono venuto in Italia. A Bergamo, che non ho scelto a caso: alcuni miei parenti erano già qua e soprattutto in quel periodo mi era stata diagnosticata una bruta malattia.

Sarebbe a dire?

Un tumore al fegato. Sono venuto qua perchè mi hanno parlato bene delle vostre strutture ospedaliere. Fortunatamente dagli esami effettuati qui, è emerso che si tratta solo di noduli e che non sono pericolosi.

Un sospiro di sollievo, quindi?

Esatto. Anche se poi, nel 2013 la polizia è venuta a casa e mi ha arrestato per quella condanna in Romania. Dopo un giorno di carcere, per sbrigare le pratiche, sono stato liberato. Ora sono in attesa del nuovo processo. Da quando sono a Bergamo, comunque, non ho più commesso reati.

Una nuova vita?

Esatto, sono cambiato totalmente. Ora ho una mia impresa di pulizie e vivo per mia figlia. Ognuno può gestire la vita e anche cambiare. Il seme da cattivello dentro rimane. Ma lo gestisci tu. Tu decidi se bagnarlo e farlo crescere, oppure lasciarlo stare.

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