Negli ultimi anni, nella nuova era del “WWW”, abbiamo assistito ad un’escalation sempre maggiore di acquisti direttamente da casa, dall’ufficio, dal cellulare… on-line. Facili, veloci, con garanzia di rimborsi e sostituzione, stanno cambiando il modo di acquistare.
Ma ne abbiamo davvero bisogno? Questi acquisti sono necessari? O potrebbero evidenziare un comportamento compensatorio o difensivo della nostra psiche?
Lo shopping compulsivo potrebbe nascondere un disturbo ossessivo-compulsivo caratterizzato dall’acquisto continuativo di oggetti anche inutili, per il piacere di possedere qualcosa che ci “sembra mancare”.
Il Piacere in seguito si trasforma in sentimenti di colpa e vergogna, per avere speso soldi, perché forse non serve, e genera uno stato di tensione crescente. Ma l’unico modo di abbassare questa tensione è di trovare qualche altro oggetto da acquistare e così abbassare per qualche momento quella tensione, che pero’ subito dopo si rianima in modo circolare.
Studiando a fondo il comportamento dello shopping “malato” o patologico si possono trovare queste caratteristiche:
– il soggetto lamenta preoccupazione continua nella vita quotidiana, ha impulsi irresistibili nel comprare o ordinare on line (vista la nuova facilità) oggetti utili ma anche inutili. Compra anche se la spesa è al di sopra delle possibilità, visto che il pagamento con la carta di credito è un “non pagamento” (non ci dà l’impressione di spendere soldi).
– il soggetto fa ricerche continuate on-line alla ricerca dell’offerta migliore, del prezzo più basso, dello sconto, causando stress marcato, consumando tempo; l suo comportamento influisce significativamente con il funzionamento sociale e lavorativo e/o determina problemi finanziari (indebitamenti o continua ricerca di denaro)
– Il soggetto, ricevendo l’oggetto pulsionale, ha un’irrefrenabile soddisfazione momentanea “dell’affare fatto”. E subito dopo va alla ricerca di un altro oggetto.
Ad un’analisi clinica lo shopping compulsivo, viene utilizzato come strategia per alleviare sentimenti emotivi quali tristezza, solitudine, frustrazione o rabbia: gli acquisti hanno lo scopo di riempire un “vuoto”.
Inoltre produce emozioni positive come il piacere, la gratificazione immediata, senso di potere, maggiore autostima.
A mio avviso bisogna tentare di frenare gli impulsi inconsci:
mettendo un budget mensile, e non superarlo
domandarsi se è davvero utile o può essere superfluo
rimandare l’acquisto resistendo alle allettanti offerte, il giorno dopo può essere diverso l’oggetto
confrontarsi con un familiare prima di procedere alla transazione
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