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Arte

La mostra

“Le Monde”, quel mondo di sogno e di carta, secondo Antonelli

Gianluigi Antonelli, artista marchigiano attivo tra Fermo e Milano, gioca con la parola “Le Monde” per creare mondi di carta e di sogno che la gallerista Vanna Casati ospita nel suo spazio di via Borgo Palazzo, 42 a Bergamo.

“Le Monde” è il nome di una delle testate europee più prestigiose, di un fish bar di Cardiff, di una caffetteria di Milano, di un marchio di vino friulano. Ma “Le Monde” è anche la nostra idea di mondo, eurocentrica, occidentale, “neolatina”.

Gianluigi Antonelli, artista marchigiano attivo tra Fermo e Milano, gioca con la parola “Le Monde” per creare mondi di carta e di sogno che la gallerista Vanna Casati ospita nel suo spazio di via Borgo Palazzo, 42 a Bergamo.

La mostra, impaginata nei due ambienti della galleria, al piano terra e nell’interrato, propone una raffinata provocazione fatta di imprevedibili artifici metalinguistici, semplicissimi e allo stesso tempo sottili e ricercati. Il globo terrestre è sbozzato in un poliedro di venti facce, oppure è spianato su fogli di carta perforati in corrispondenza del polo nord e del polo sud, la volta celeste è miniaturizzata nell’incavo di un’audio-cuffia collegata a un lettore che riproduce il codice morse dell’sos, oppure è proiettata sulle superfici di una casa di carta tappezzata di geometrie astrali. Il disegno è la tecnica privilegiata, l’alternanza bianco-grigio è l’unica cifra cromatica.

 

Alle minuscole grafiche in sequenza, piccole icone di un mondo conosciuto perché “nominato”, si alternano due grandi tele, una scritta in bianco su bianco, l’altra attraversata dall’otto dell’infinito tracciato a grafite. Il micro e il macro, la parola e la realtà tangibile, il silenzio e il suono: sono questi gli estremi di una riflessione artistica che non esita ad attingere a temi ontologici e metafisici con l’essenzialità di un minimo tracciato grafico o acustico. Grazie a magici formulari come “abracadabra”, tra mistica antica e gioco di prestigio, la realtà prende forme diverse e l’arte suggerisce altri cosmi possibili.

Al piano inferiore, un leggero, surreale dirigibile sospeso a mezz’aria s’ispira al volo dell’ingegnere Umberto Nobile che cent’anni fa sorvolò il Polo Nord a bordo del gigantesco aeromobile Italia.

A evocare la straordinarietà, anche un po’ folle, delle avventure compiute a ogni costo in nome della sete di conoscere e del desiderio di dare vita, con nuovi nomi, alla cose del mondo. La mostra è aperta fino al 14 marzo in via Borgo Palazzo 42 (cortile interno).

Per informazioni tel. 035.222333.

 

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