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Grassobbio

Carival, un altro anno di cassa integrazione Novità: dipendente nel Cda

Grandi novità alla Carival di Grassobbio che ha ottenuto un altro anno di cassa integrazione: avviato un progetto di start up che riassorbirà almeno la metà degli addetti e nel cda entra una dipendente.

Un altro anno di cassa integrazione ottenuto giovedì 6 giugno in un incontro col Governo a Roma ma, per una volta, non nell’attesa di cessare l’attività. Succede alla Carival di Grassobbio, azienda metalmeccanica specializzata nella produzione di caldaie civili e industriali, dove attualmente lavora ancora una trentina di dipendenti.

La situazione difficile va avanti dall’estate scorsa, quando la produzione si è fermata, e per l’11 giugno è fissata, presso il tribunale di Bergamo, l’udienza per decidere sull’istanza di fallimento presentata dalle parti sociali.

Nel frattempo, però, qualcosa è successo. Lo spiega Damiano Bettoni, della segreteria Uilm di Bergamo: “Invece di puntare tutto sugli ammortizzatori sociali, abbiamo stretto un patto fra produttori e dipendenti. Ci siamo convinti che il prodotto potesse essere competitivo e, grazie a un manager che ha creduto nel rilancio, abbiamo avviato un progetto di start up che nascerà da un marchio tedesco, precedentemente acquisito dalla società, con l’obiettivo di riassorbire subito almeno la metà degli addetti”.

La nuova società, denominata “Nuova standard kessel italiana”, permetterà di dare futuro a parte dei lavoratori Carival e di generare nuove risorse economiche. L’azienda, dal canto suo, riconoscendo l’impegno del sindacato, ispirandosi al modello anglosassone in accordo con la Uilm di Bergamo ha inserito nel cda una dipendente, Elisabetta Parimbelli, componente del direttivo provinciale dell’organizzazione nonché rappresentante sindacale aziendale in rappresentanza dei 13 iscritti.

“In fondo – dice Bettoni – abbiamo cercato di rispondere a una domanda molto semplice: se in altri Paesi si vede qualche spiraglio di ripresa, mentre l’Italia è in piena recessione, non sarà che a fare la differenza sia in parte anche il sistema di relazioni improntato, altrove, alla cogestione e ad un rapporto costruttivo fra i vari attori? Secondo noi questo è un esperimento che va fatto, se non altro perché, guardando la situazione dall’interno della “stanza dei bottoni”, potremo avere una prospettiva più ampia dei problemi”.

Il segretario generale della Uilm orobica, Angelo Nozza, aggiunge: “Questa esperienza estemporanea e quasi unica in Italia vuol essere un tentativo di accrescere gli strumenti che il sindacato ha a disposizione per far fronte a questo periodo nero dell’economia e di molte aziende, con dipendenti e famiglie che si trovano in gravi difficoltà”.

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