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Bergamo

Dopo 42 anni di assenza il ‘Belisario’ infiamma il teatro Donizetti

Un'opera difficile del maestro Gaetano Donizetti ha aperto la stagione di Bergamo Musica Festival. Appassionati della lirica da tutto il mondo in platea.

Grande successo del Belisario di Gaetano Donizetti che dopo ben 42 anni è tornato in scena nel gremito teatro cittadino. Aria internazionale tra gli spettatori provenienti da tutta Italia e da molti paesi stranieri: Giappone, Germania, Svizzera e anche dal Libano.

La prima bergamasca era infatti l’unica occasione in Europa per ammirare quest’opera durante l’anno e sicuramente ne é valsa la pena. I melomani non si fermano davanti alle distanze e all’uscita della rappresentazione hanno lanciato un arrivederci alla prossima Maria Stuarda.

Diciamo subito che Belisario non é sicuramente tra le liriche più riuscite nel compositore bergamasco di fama mondiale. A tratti si ha l’impressione che la musica sia vicina all’operetta e non c’é mai l’emozione di un’aria a largo respiro.

La storia é la classica sequenza di tradimenti e inganni culminata nella negazione del perdono alla disonorata Antonina che vede morire Belisario un secondo prima della sentenza. Onore al direttore Francesco Bellotto e alla Fondazione Donizetti per aver avuto il coraggio e la determinazione nel proporre questo titolo. La sperimentazione è uno degli obiettivi che in tempi di crisi è determinante per avere un riscontro di pubblico e un interesse internazionale confermato dalle centinaia di ospiti stranieri presenti e dalle numerose testate giornalistiche accreditate.

Debutta come regista il tenore molisano Barilone che propone un Belisario attenendosi scrupolosamente a libretto e musica. Nessuna attualizzazione dell’opera. Così é stato: ”ho pensato di rispettare Opera e compositore ma anche la sua città. Mi sono mosso nella tradizione e penso convintamente che non si debba mettere in scena se stessi ma servire librettista e in questo caso il grande Donizetti”. Infatti pulizia di scena, regia, costumi tradizionali ed estremo rigore recitativo hanno caratterizzato i tre atti applauditi convintamente.

Ovazioni soprattutto per la regina della serata, Donata D’Annunzio Lombardi, moglie di Belisario che ha incantato con un’ottima capacitá interpretativa in passaggi estremamente rischiosi nel primo e terzo atto. Duttile e un po’ conservativo il Giustiniano Francesco Palmieri. Generoso invece il protagonista Dario Solari che canta e recita con sicurezza e piglio. Sincera e misurata Annunziata Vestri nei panni di Irene mentre il giovane ed emozionato Gorrotxategui avrà modo di migliorare nella seconda recita di domenica.

Bene il coro guidato da Fabio Tartari, benissimo l’orchestra guidata da Roberto Tolomelli con gesti precisi e richiami per smorzare una buca sempre troppo presente non per colpa dei musicisti. Da sottolineare i ripetuti applausi anche a scena aperta che suggellano un inizio di stagione molto positivo per una produzione nuova insieme all’allestimento, un debutto da incorniciare dedicato al Maestro Gianandrea Gavazzeni.

Luca Cavadini

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