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Pro e contro

Sindaci seriani divisi sulla unificazione delle loro Comunit??

Pareri contrastanti in particolare diverse le opinioni tra chi guida municipi della media vallata e chi invece quelli dell'alta area seriana: abbastanza soddisfatti i primi ("una scelta logica"), decisamente contrari i secondi ("cos'hanno in comune Valbondione con Alzano?").

Pareri contrastanti quelli raccolti in valle Seriana tra alcuni dei sindaci che presto vedranno unificate le due Comunità dell’alto e basso Serio. Tutti sono già al corrente del fatto che la Giunta regionale ha rivisto il riordino degli enti montani bergamaschi e che, anche se la palla passa ora al Consiglio del Pirellone che dovrà esprimersi in merito entro il 31 ottobre, il dado sembra ormai tratto. Così la Valle di Scalve resterà sola soletta, la Valseriana si unificherà e si accorperanno anche alto e basso Sebino e Valcavallina. In sostanza la modifica è legata al fatto che in precedenza la media Valseriana si univa con la Valcavallina, gli scalvini con l’alto Serio e il lago d’Iseo metteva insieme le due Comunità.
Pareri contrastanti, dicevamo, in particolare diverse le opinioni tra chi guida municipi della media vallata e chi invece quelli dell’alta area seriana: abbastanza soddisfatti i primi, decisamente contrari i secondi.  
Domenico Piazzini, che a Pradalunga (nella foto) guida una lista civica vicina al centrosinistra, parla di un accorpameno finalmente logico. "E’ chiaro che hanno molti più punti in comune le due Comunità della Valseriana che la nostra e quella della Valcavallina".
Parere simile dal sindaco di Villa di Serio, Mario Morotti: "Come c’è la Comunità della Valbrembana, è buon senso quel che fa unire la Valseriana. Semmai bisogna capire cosa c’entrano con la montagna alcuni comuni della media vallata del Serio, compreso il mio, non mi nascondo. Noi, Alzano, Ranica abbiamo solo una collina un po’ più alta, non la montagna". Un appunto che vede d’accordo anche Roberto Anelli, primo cittadino leghista di Alzano Lombardo: "Ha prevalso la logica. Anche se mi rendo conto che forse l’alta valle preferiva l’accorpamento con  gli scalvini. D’altronde al primo impatto non sempre ci si innamora. Ma sono certo che nel prossimo futuro faremo passi avanti verso una buona integrazione".
Ma a sentirli ora, i sindaci dell’area più a nord del Serio non  paiono proprio intenzionati a innamorarsi della proposta del Pirellone. Tra i più duri Mauro Marinoni di Rovetta, che parla di follia: "Un errore clamoroso. Primo perché non si possono creare mega carrozzoni da più di centomila abitanti e socondo perchè qualcuno mi deve spiegare cos’hanno in comune Valbondione con Alzano". Tra l’altro, spiega Marinoni, "noi gestiamo servizi socio-sanitari già insieme alla Val di Scalve. Mi chiedo cosa succederà domani".
Della medesima opinione, Fabrizio Gusmini di Gandellino (a sinistra) se la prende con chi insegue "moti giornalistici senza bene approfondire le questioni". Ce l’ha col fatto che lo Stato e la Regione han deciso il ridimensionamento e i risparmi per le Comunità montane sull’onda del libro "La casta" di Gianantonio Stella, che proprio nelle prime pagine prendeva gli enti montani (ma non quelli bergamaschi o lombardi) a esempio di spreco di soldi pubblici. "Quella della Regione non è una riforma: se decido di passare da dieci a quattro faccio un taglio, non una riforma. Un  taglio che pregiudica il futuro e che non ascolta il territorio, ma evidentemente per loro la montagna non deve avere un progetto per il futuro". 
Prova a metterci dell’ottimismo, infine, Gianpietro Schiavi, sindaco di Onore: "La speranza è che si rendano conto al Pirellone della non soluzione adottata: da una parte un ente di quattromila abitanti, dall’altra uno di oltre centomila e con territroio non omogeno. Confido che in Consiglio questa proposta venga modificata: noi abbiamno già fatto azioni per scongiurare questa opzione, ora non ci resta che sperare".

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