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Operazione bergamo

Costrette a prostituirsi e pagare 110 euro al giorno: l’incubo sulle strade della Bassa fotogallery video

In manette 8 persone rumene che portavano in Italia giovani connazionali con la scusa di un lavoro e le facevano poi prostituire lungo la sp122

Un incubo che ha coinvolto almeno una quindicina di giovani ragazze, anche minorenni, arrivate in provincia di Bergamo dalla Romania con la promessa di un lavoro onesto e ridotte in schiavitù da una banda specializzata nello sfruttamento della prostituzione. Tra le vittime anche una 18enne, studentessa modello nel suo Paese, giunta in Bergamasca per fare la barista e sostenere così la madre malata.

I carabinieri di Bergamo l’hanno salvata e anche grazie alla sua testimonianza hanno smantellato l’organizzazione criminale, con otto persone di nazionalità rumena finite in carcere, tra cui una ragazza di 25 anni definita “senza scrupoli” dagli inquirenti.

Gli arresti al termine di un’operazione congiunta con la Polizia rumena, su impulso della Direzione Nazionale Antimafia, partita nel giugno del 2018 e coordinata da “Eurojust” (l’agenzia europea delle forze dell’ordine). “Operazione Bergamo”, è stata denominata, perché le ragazze si prostituivano nella nostra provincia. Nella Bassa in particolare, lungo la SP 122 tra Calcinate, Mornico, Cologno e Ghisalba.

Le giovani erano anche costrette a versare alla banda una quota giornaliera di 110 euro, per le spese di alloggio, trasporto e per l’affitto dello spazio dove attendevano clienti la sera. Chi non riusciva a pagare, accumulava debiti, con tassi da usuraio.

Fino all’estate scorsa, quando una delle vittime era riuscita scappare e a tornare a Pascani, in Romania. Alla polizia aveva raccontato dell’esistenza di un’organizzazione che con la promessa di fornire intermediazione per lavori quali barista, commessa e badante, reclutava giovani connazionali provenienti da zone rurali e in difficili condizioni sociali, inviandole alla prostituzione ed escludendole dalla possibilità di poter avere valide alternative.

Nel luglio del 2018 è stata costituita una S.I.C. (Squadra Investigativa Comune) composta da Carabinieri del Nucleo Investigativo di Bergamo e Poliziotti rumeni della “Brigada de Combatere a Criminalitasi Organizati – servizio combatere traffic persone”, coordinati rispettivamente da Claudia Moregola, Sost. Procuratore della Direzione Nazionale Antimafia di Brescia, e da Iftodi Iulian, della Direzione d’Inchiesta deli Reati di Criminalità Organizzata e di Terrorismo (DIICOT).

L’inchiesta ha dimostrato la commissione dei reati di associazione per delinquere finalizzata alla tratta di essere umani, riduzione in schiavitù e sfruttamento della prostituzione, con l’aggravante transnazionale.

L’organizzazione pagava poi a sua volta a un noto pregiudicato albanese, “l’affitto” dei luoghi di lavoro, il quale aveva pieno controllo del territorio.

In manette sono finite sette persone in Italia e una in Romania, una donna, tre sono state denunciate e sono stati sequestrati valori e contanti per oltre 70mila euro nel corso delle perquisizioni domiciliari.

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