Il ricordo

Goggia ricorda Elena Fanchini: “Il suo essere genuina e la sua autenticità l’hanno resa speciale”

Dopo la seconda prova della discesa libera, in cui ha chiuso al terzo posto, Sofia ha dedicato un pensiero all'amica: "Abbiamo pianto insieme. Daremo qualcosa in più per lei"

“Una notizia terribile, che non vorresti mai ascoltare”. Sofia Goggia inizia così il suo ricordo personale di Elena Fanchini, la sciatrice originaria di Lovere scomparsa prematuramente a 37 anni al termine di una lunga malattia.

La discesista bergamasca la conosceva bene, era legata a lei da un’amicizia profonda: nella seconda prova della discesa libera del Mondiale che si è tenuta a Méribel nella mattinata di giovedì 9 febbraio la trentenne ha portato il lutto al braccio, come tutte le sue compagne di squadra.

“Ci siamo unite tutte in un sincero e solidale abbraccio, abbiamo pianto in gruppo. Cercheremo di mettere tutte noi stesse in gara, Elena certamente vorrebbe questo. Il suo essere genuina e la sua autenticità l’hanno resa speciale, ci uniamo silenziosamente e con tanta solidarietà al dolore della sua famiglia, siamo sicure che sabato ci darà qualcosa in più durante la discesa”.

Sofia ha affidato i suoi pensieri anche ai social: "Le persone che ho amato rimarranno sempre nel mio cuore. Rimarranno nel cuore, esattamente come quella sensazione di unione e solidarietà in cui mi sono disperatamente rifugiata ieri sera quando, appena appresa la notizia, noi ragazze e noi tutti - devastati - ci siamo abbracciati forte, piangendo silenziosamente, insieme: nella vita capitano dei momenti dove improvvisamente ci si rende conto che tutto ciò che inseguiamo così assiduamente, in fin dei conti, ha una valenza relativa e ieri è stato uno di quelli".

"È una giornata mesta, dura ed estremamente provante per tutti noi, e per tutti noi intendo sia le persone che a casa ti hanno voluto davvero bene che la tua “famiglia dello sci” che altrettanto ti ha amato, quella che in parte si è già ritirata e quella che invece è ancora qui a provare ad agguantare quei centesimi di vantaggio fondamentali per raggiungere quei sogni che , in fondo, ci hanno spinto a iniziare questa avventura sugli sci, avventura che ci ha permesso di condividere tanto, anche con te, cara Elly".

"Oggi in cima alla pista Olympic qui a Meribèl non c’era una nuvola ma c’era tanto dolore, il mio, il nostro, quello straziante e profondo che solo l’anima può provare, il cielo azzurro offuscato solo dalle lacrime, nascoste però dalla maschera da sci, le cui lenti da sempre hanno costituito per tutte noi il filtro migliore tramite cui poter assaporare la vita, sulla Neve e non. C’è un dolore nel petto che è pulsa ed è forte, che mi fa stare male, malissimo ma che mi fa sentire viva, ed è un dolore che, per quanto crudo e lancinante possa essere, ci esorta ad andare avanti. Ma oltre a questa sofferenza io porto la consapevolezza che l’amore provato per le persone che abbiamo amato davvero ci accompagnerà sempre, lo potremo sempre trovare nel nostro cuore e potremo sempre utilizzarlo come la migliore risorsa per andare avanti: come canta il tuo Vasco in Anima Fragile, “la vita continua, anche senza di noi. E tu, cara Elly, hai un posto speciale nel mio cuore e in quello di tutti noi. Ti sento dentro e ti porterò dentro. Per sempre".

Martedì Sofia nella prova aveva fatto registrare il miglior tempo assoluto. Questa volta invece la trentenne ha chiuso soltanto al terzo posto, a 17 centesimi di ritardo dall’austriaca Stephanie Venier e dietro anche all’altra austriaca Puchner.

L’1’29”97 registrato al traguardo è comunque un miglioramento rispetto all’1’30”54 di martedì. Venerdì ultima prova che anticipa la gara di sabato, con partenza prevista per le 11.

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