Il lutto

Gli ultimi giorni di Elena Fanchini: il racconto della sorella Nadia

Nadia Fanchini aveva raccontato ad Araberara la battaglia della sorella Elena contro quel tumore che era tornato in estate. La sciatrice camuna è scomparsa ieri, mercoledì 8 febbraio, a 37 anni

Gliel’ha insegnato lo sport a combattere, gliel’ha insegnato lo sport a non arrendersi di fronte a niente e a prendersi le vittorie più belle nonostante gli ostacoli che si presentano senza preavviso. Elena Fanchini quella forza ce l’aveva dentro quando i primi giorni del 2018 la malattia, un tumore all’intestino, si è presentata la prima volta. Ad agosto è tornata, senza lasciarle scampo. La sciatrice è scomparsa prematuramente a 37 anni nella serata di mercoledì 8 febbraio, lasciando un vuoto enorme.

Elena ha affrontato le cure circondata dall’amore della sua famiglia, che è il guscio più prezioso, e con un’amica speciale come Sofia Goggia, che quel vento in faccia nella discesa di Cortina se l’è preso un po’ anche per Elena.
”‘Regalami quel pettorale rosso… vincente’ – ha detto Sofia – e io ti promisi che, nel caso in cui l’avessi vinta, te l’avrei dedicata, questa gara. Ora posso dirlo, con tutta la forza e la veemenza di cui dispongo, ad alta voce, in quello che è un urlo che esorta a combattere e a non arrendersi: ‘Elly, questa è per te'”. Una dedica dolce, di quelle che ti fanno bene al cuore.

“Sofia è un’amica, la sentiamo spesso perché siamo state compagne di squadra, in particolare di Sabrina” raccontava ad Araberara dall’altra parte del telefono Nadia, la sorella di Elena, mentre i suoi due bambini riempiono in sottofondo il silenzio di casa. Erano gli ultimi giorni della sorella Elena: “Le aveva scritto un messaggio qualche giorno prima per dirle che era stata brava e che quel pettorale era bellissimo… qualche giorno dopo è arrivata la dedica. Elena è stata contenta, gliel’aveva chiesto lei”.

Un sorriso nel mezzo di una delle ‘gare’ più toste della vita: “È difficile e penso di non poter capire cosa prova Elena, perché non ci sono io al suo posto e forse anche fuori è complicato capire cosa stiamo provando noi, ma come è già successo con la prima neoplasia che ha avuto nel 2018, sta lottando tantissimo, è forte, anche se sono momenti difficili per tutta la famiglia e soprattutto per lei”.

Elena quel tumore l’aveva sconfitto dopo dieci lunghi mesi di chemioterapie, radioterapie e altre cure, ed era tornata in pista con quella tenacia di sempre, fino all’infortunio al perone e poi al ritiro nel 2020: “Stava bene, aveva fatto da poco i controlli di routine ai quali sei sottoposto quando hai un tumore di quel tipo ed era tutto a posto. L’anno scorso in estate ha iniziato ad accusare un piccolo dolore alla gamba, così ha deciso di fare delle visite per capire cosa fosse, anche se le hanno confermato che non era nulla di preoccupante. Il dolore però è diventato sempre più insopportabile e ha fatto degli esami più approfonditi… era una recidiva”.

Elena ha continuato a combattere con lo stesso coraggio di quella prima volta, ricorda Nadia: “Ha tanta voglia di lottare, non si è mai data per vinta e questa è sicuramente la sua forza. Anche noi ci crediamo, siamo fiduciosi e quindi siamo con lei in tutto e per tutto in questa battaglia”.

La sua Montecampione è imbiancata e l’amore per la neve ha continuato a farle battere il cuore: “Seguiamo spesso insieme le gare in tv perché la passione c’è sempre anche se non sciamo più. Le mancano le gare e quando ci troviamo a guardarle non ti nascondo che ci viene un po’ di tristezza per non poter essere lì e doverle guardare dal divano di casa. Sciamo da quando siamo piccoline e abbiamo iniziato a livello professionale quando avevamo quindici, sedici anni, eravamo in Nazionale e siamo rimaste fino a 32 e 33 anni; la nostra è stata una lunga carriera ma purtroppo ostacolata da tanti infortuni, non siamo state per niente fortunate e sai, trovarsi a casa a fare altro e cambiare radicalmente la nostra vita non è stato facile. Cosa proviamo davanti alla tv? Certo, un filo di amarezza c’è, un po’ perché la passione sicuramente non svanisce, anche se comunque sappiamo di aver sempre dato il massimo. Non abbiamo il rammarico di non averlo fatto, però gli infortuni ci hanno limitato troppo e anche Elena dice sempre che non abbiamo dimostrato quello che eravamo veramente… potevamo dare di più, questo è sicuro, ma anche la fiducia viene meno dopo gli infortuni, anche perché sono sempre stati abbastanza gravi. E poi non c’è mai stato un anno in cui ci si poteva rilassare, perché se non subivi infortuni tu, c’era quello della sorella a preoccupare e quindi era un continuo soffrire”.

Quattordici mesi di differenza separano Elena, classe 1985, e Nadia, classe 1986, e poi c’è Sabrina che invece è nata nel 1988, non poteva che esserci un legame speciale tra loro: “Abbiamo sempre avuto un rapporto molto stretto e adesso ancora di più, non riusciamo proprio a fare a meno l’una dell’altra. E poi ci sono i nipotini, i miei bambini e quelli di Sabrina, quattro maschietti, che sono la sua gioia e le danno tanta forza, la stanno aiutando tanto in questo periodo. La nostra è una grande famiglia, siamo circondati dall’affetto di mamma Giusy e papà Sandro, i cugini, gli zii, i miei nonni… siamo molto uniti e questa è la cosa più bella”.

Le sorelle Fanchini, la carriera, gli infortuni e il ritiro

Nadia, Elena e Sabrina Fanchini – che si era ritirata nel 2016 – sulla neve di Montecampione ci sono nate e proprio da quelle prime discese hanno costruito la loro lunga carriera, portando la Valle Camonica nello scenario internazionale dello sci. Tanti i successi, così come gli infortuni che spesso le hanno fermate.

Da interventi chirurgici e lunghe convalescenze, Nadia ed Elena si sono sempre rialzate, l’annuncio del ritiro era previsto nel 2020 a Cortina d’Ampezzo durante le finali della Coppa del mondo annullate causa della pandemia. Nadia era diventata mamma di Alessandro l’estate precedente, Elena, dopo aver sconfitto il tumore nel 2018, in autunno era pronta per ritornare alle gare ma pochi giorni prima del gigante di Coppa negli Stati Uniti si era infortunata durante l’allenamento: trauma distorsivo-contusivo al ginocchio sinistro e frattura del perone prossimale. Insomma era tutto da rifare, un’altra volta. Nadia ed Elena erano entrambe appartenenti alle Fiamme Gialle, hanno partecipato a tre Olimpiadi ritrovandosi insieme all’edizione di Torino 2006 e Sochi 2014.

La prima ad esordire in Coppa del mondo era stata Nadia il 13 dicembre del 2003 sulle nevi della Val Badia in un gigante insolito per il circuito femminile. Nell’occasione non si qualificò per la seconda manche. Il primo risultato utile era stato il 26esimo posto nel supergigante di Aare del successivo 21 febbraio.

Nel 2004 il primo grande risultato, l’oro iridato juniores in supergigante. Per Elena l’esordio è arrivato il 6-7 gennaio 2005 sulle nevi di Santa Caterina Valfurva con due 17esimi posti in discesa libera. Un mese dopo Elena, 19 anni, stupì tutti conquistando l’argento in discesa ai Mondiali di Bormio.

Il 6 febbraio sulla pista ‘Deborah Compagnoni’, l’azzurra arrivò a 26 centesimi dalla fuoriclasse croata Janica Kostelic. Cadute, fratture e lesioni alle ginocchia costrinsero Elena e Nadia a lunghi e dolorosi stop. Il più amaro quello di Nadia nel gennaio del 2010 a un mese dalle Olimpiadi di Vancouver quando saltarono in un colpo solo, crociato anteriore, crociato posteriore e collaterali delle ginocchia.

Elena si è invece fermata poche settimane prima dell’inizio dei Giochi di PyeongChang 2018 per combattere contro un tumore. L’argento di Bormio per Elena resta l’unica medaglia iridata in una carriera contrassegnata da due vittorie in Coppa, entrambe in discesa, la prima nel dicembre 2005 e la seconda nove anni dopo a Cortina.

Più abituata a salire sul podio, 13 volte in Coppa a differenza della sorella (4), Nadia ha vinto la sua prima gara di Coppa il 7 dicembre 2008 a Lake Louise, successo che venne coronato con il bronzo iridato qualche mese dopo in Val d’Isere.

Dopo l’argento mondiale nel 2013 a Schladming a soli 16 centesimi dalla ‘Carneade’ francese Marion Rolland (non vinse nulla nella sua carriera), l’ultimo acuto il 20 febbraio del 2016, la vittoria in discesa sulle nevi di La Thuile.

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