Formenti di medolago

Daniele e Stefano, giovani imprenditori e… una storia di ordinaria bergamaschità

In epoca covid han deciso di non mollare: nuova azienda, più personale e digitalizzazione

Daniele e Stefano sono coetanei, classe 1988, amici e imprenditori, soci in un’azienda specializzata nella movimentazione, smontaggio e montaggio di macchinari e scaffalature industriali, la Formenti Machinery Relocation di Medolago.

A marzo, in pieno lockdown, prendono carta e penna e scrivono una lettera alla città.

“Cara Bergamo,
Questo virus ci ha colpito inaspettatamente, vero? Forte troppo forte.
Chi l’avrebbe mai detto che qualcosa di invisibile ci avrebbe rinchiuso in casa, isolati, impotenti?
Che avrebbe impedito di ritrovarci in centro o in Borgo per un bicchiere di vino, salutandoci con un abbraccio sincero come siamo noi?
Che ci avrebbe impedito di far su e giù per le nostre amate mura ad ammirarti dall’alto senza stancarci mai?
Oggi ti scriviamo noi, Cara Bergamo, due giovani trentenni che hai “tirato su” e che oggi hanno deciso di esserci per Te.
Ci hai cresciuto belli forti e qualche anno fa abbiamo deciso di rimboccarci le maniche perché, citando delle bellissime parole che abbiamo letto in questi giorni, a Bergamo impari fin da piccolo che: ‘Non ce la faccio’ non si può dire, ‘Non ci riesco’ non esiste, ‘Sono stanco’ non è mai abbastanza. ‘Testa bassa e lavorare!’
Non possiamo restare a guardare, scendiamo in campo ‘Con la oia’! E tu sai cosa vuol dire.”

Daniele e Stefano decidono di non fermarsi e mettere a disposizione della città la loro forza, le loro competenze logistiche e, fisicamente, anche la loro nuova azienda, liberando 600 metri quadrati di magazzino (su 900). Vogliono venire incontro alle esigenze di tutte quelle associazioni ed enti, che in quei giorni difficili hanno la necessità di stoccare materiale e dispositivi utili all’emergenza sanitaria.

Il desiderio, come per tutti, era che lo tsunami passasse al più presto possibile.

Daniele e Stefano da poco avevano ampliato l’azienda, che era passata da 5 a 12 dipendenti, forti del risultato del 2019, chiuso con un fatturato di quasi 700mila euro. Che fare, dunque? Ridimensionare o rilanciare?

“Non abbiamo voluto mollare né rinunciare ai nostri progetti di sviluppo. Con non poco timore abbiamo continuato a lavorare – commentano Daniele Formenti e Stefano Colleoni –. “Abbiamo voluto dare sicurezza ai nostri dipendenti, che consideriamo una seconda famiglia. Abbiamo continuato a crederci nonostante questo anno surreale, nella speranza di raccogliere i frutti dei nostri sacrifici”.

L’azienda decide di investire e scommettere sul digitale per aumentare la propria visibilità ed ampliare il volume d’affari. Una scelta non scontata per un settore ancora poco digitalizzato e molto legato al “passaparola”. I due imprenditori ci credono e, pur nell’ “anno orribile”, investono. Lanciano il nuovo portale web, le pagine social, inaugurano il web marketing. Introducono, infine, anche un’applicazione che sposta online alcuni processi del loro lavoro. Innovano.

“Fare, fare bene e far sapere”, dunque. Guidati da questa filosofia, i due imprenditori aprono anche un Blog – una sorta di diario online – in cui raccontano le storie e i volti che stanno dietro ai loro progetti.

Perché un conto è dire “movimentazione, smontaggio e montaggio di macchinari e scaffalature industriali e per la grande distribuzione a livello internazionale”, un altro è dire di aver contribuito a realizzare il nuovo magazzino di Da Vittorio, raccogliendo la sfida di conservare al meglio i suoi prodotti “stellati”, iniziando dai famigerati panettoni; oppure allestire la maxi segnaletica pubblicitaria di ALDI, il supermercato tedesco arrivato a Dalmine nel nuovo centro commerciale Suncity.

Quella di Daniele e Stefano è una storia di “ordinaria bergamaschità”. Un’etica del lavoro che a queste latitudini rischia di non fare notizia. L’etica del “Mola mia”, ormai sdoganata – e compresa – anche fuori dalle Mura è sinonimo di resistenza, determinazione, lavoro sodo, responsabilità (anche sociale). Che se sono cosa buona e giusta per tutti, per l’imprenditore sono valori auspicabili.

Se non facessero notizia, Daniele e Stefano, sarebbe un peccato: perché se è sempre più difficile trovare maestri, preziosi restano i testimoni.

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