La polemica

“Difende le donne con le ordinanze ma consente i manifesti del Bergamo Sex: Gori, era solo propaganda?”

È un attacco chiaro e diretto quello che il consigliere comunale leghista Filippo Bianchi ha riservato alla giunta cittadina

“Non è giustificabile che dopo anni dall’approvazione di ordini del giorno, per di più urgenti (!), che vanno nella direzione di “monitorare la pubblicità a tutela della dignità femminile” si continuino a ripetere tali affissioni nel Comune di Bergamo nel silenzio omertoso di femministi e della sinistra cittadina, che evidentemente ha utilizzato per anni, e anche durante l’ultima campagna, con l’O.d.g. urgente n.16 del 4 aprile 2019, tale tema solo a fini di mera propaganda mediatica”. È un attacco chiaro e diretto quello che il consigliere comunale leghista Filippo Bianchi ha riservato alla giunta Gori.

Ecco la sua denuncia.

Gentile redazione,
ho avuto in questi giorni modo di leggere vari articoli sul discusso evento denominato “Bergamo sex”, tra i quali anche un vostro articolo contenete le dichiarazioni dell’assessore alle pari opportunità del Comune di Bergamo e di un consigliere provinciale di Bergamo del Pd.
Premetto che la scorsa settimana ho provveduto a presentare un esposto, inviato a Questura e Prefettura, che allego. A seguito di diverse lamentele raccolte dalla cittadinanza, nonostante il divieto imposto dal decreto disposto dal Presidente del Consiglio dei Ministri circa l’obbligo di chiusura dei locali notturni, questo fine settimana si è tenuta tale manifestazione, in netto contrasto con la vigente normativa, inoltre creando una evidente diseguaglianza rispetto alle discoteche che hanno adempiuto all’obbligo di chiusura. Inoltre in questa occasione è stato riscontrato che non sono state osservate neppure le ordinarie prescrizioni “anti-covid” raccomandate (come previsto nell’esposto), come riportato da testimonianze scritte diffuse anche a mezzo stampa.
In merito alla pubblicità lesiva dell’immagine della donna che ha invaso la città di Bergamo con mega-cartelloni pubblicitari e affissioni del Bergamo Sex, segnalo che avevo provveduto a presentare un’interpellanza, con i consiglieri Enrico Facoetti e Luisa Pecce, già a febbraio di quest’anno (che allego). Il Consiglio comunale di Bergamo aveva infatti approvato in data 11 novembre 2015 un ordine del giorno urgente avente per oggetto: “adesione del Comune di Bergamo all’iniziativa promossa dall’Unione Donne in Italia (U.D.I) a sostegno della moratoria delle pubblicità lesive della dignità della donna “Comuni liberi dalla pubblicità che offende le donne e dagli stereotipi femminili”. Tale ordine del giorno, tra le altre cose, aveva impegnato il Sindaco e la Giunta “ad affidare all’Assessorato alle Pari Opportunità, di concerto con gli Assessorati competenti (Cultura, Istruzione…) e con il Consiglio delle Donne, la costituzione di un gruppo di sensibilizzazione e monitoraggio delle pubblicità e delle immagini commerciali a tutela della dignità femminile e, in generale, della dignità della persona di qualsiasi età e genere”; il Consiglio comunale di Bergamo ha altresì adottato con deliberazione n. 74-17 le linee guida in materia di parità di genere e non discriminazione nell’ambito della comunicazione e della pubblicità con l’obiettivo che non vengano diffuse e realizzate pubblicità che contengano immagini o rappresentazioni di violenza o che utilizzino i corpi in modo offensivo della dignità della persona e in particolare della donna; ancora il Consiglio Comunale di Bergamo ha approvato in data 4 aprile 2019 l’ordine del giorno urgente n. 16 avente per oggetto la modifica dei regolamenti relativi alle affissioni del Comune di Bergamo nel rispetto dei principi di autodisciplina della comunicazione commerciale e delle linee guida in materia di parità di genere e non discriminazione nell’ambito della comunicazione e della pubblicità. Pertanto non è giustificabile che dopo anni dall’approvazione di ordini del giorno, per di più urgenti (!), che vanno nella direzione di “monitorare la pubblicità a tutela della dignità femminile” si continuino a ripetere tali affissioni nel Comune di Bergamo nel silenzio omertoso di femministi e della sinistra cittadina, che evidentemente ha utilizzato per anni, e anche durante l’ultima campagna, con l’O.d.g. urgente n.16 del 4 aprile 2019, tale tema solo a fini di mera propaganda mediatica lasciando poi che l’immagine della donna continui ad essere mercificata e offesa sulle pubbliche affissioni del Bergamo Sex, nonostante la nostra interpellanza, nell’indignazione generale della cittadinanza che continua a indirizzarci segnalazioni.
Cordialmente.
Filippo Bianchi, Gruppo consiliare Lega – Comune di Bergamo

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