La polemica

Gli architetti: “Bergamosex inopportuno e le locandine sono un insulto alle donne”

Un gruppo di architetti bergamaschi chiede la rimozione dei messaggi che pubblicizzano l'evento e critica il sì alla manifestazione "in un periodo in cui si chiede alla cittadinanza di bandire eventi e attività lavorative che possano aumentare i fattori di rischio".

“Non possiamo condividere che il paesaggio urbano, su cui a titolo completamente gratuito veniamo chiamati/e a dare consulenze professionali in commissioni comunali e provinciali, venga invaso da cartelli promozionali che utilizzano un linguaggio discriminante e lesivo della libertà e del rispetto del corpo femminile senza nulla aggiungere alla comunicazione promozionale dell’evento in questione. Con forza pertanto ne richiediamo la rimozione sollecitando le istituzioni preposte ad una futura maggiore attenzione e sensibilità”.

Un gruppo di architetti bergamaschi, tra cui otto donne e due uomini (Silvia Vitali, Barbara Brena, Mario Beltrame, Armida Forlani, Claudia Capeti, Alberta Colombo, Marta Consalvi, Diana Legrenzi, Angela Ceresoli, Massimo Bernardelli), si scaglia contro il BergamoSex, manifestazione erotica scattata venerdì 28 agosto negli spazi della discoteca Bolgia di Osio Sopra e che da settimane occupa cartelloni e spazi pubblicitari in città e provincia.

La critica, in particolare, si concentra sull’opportunità di concedere lo svolgimento della manifestazione “in un periodo in cui si chiede alla cittadinanza di bandire eventi e attività lavorative che possano aumentare i fattori di rischio”.

Nella lettera di protesta, indirizzata alla Provincia di Bergamo e al Comune di Bergamo, gli architetti contesta anche il materiale promozionale dell’evento: “Non è accettabile che chi monitora la promozione di tale evento avalli l’esposizione nelle pubbliche piazze di immagini discriminanti e lesive della libertà e del rispetto del corpo femminile. La presenza di sole figure femminili denudate evidenzia tristemente un messaggio profondamente discriminante e un linguaggio maschilista. Esecrabile il riquadro dedicato al Bondage che illustra un corpo femminile mercificato, legato, privato della libertà, dando una rappresentazione di violenza e privazione ben lontana da quello che nell’ottica dei promotori dovrebbe rappresentare un gioco erotico per adulti, risultando al contrario completamente priva di riferimenti alla complicità di coppia, al piacere provato dalla donna raffigurata e al suo consenso”.

I 10 professionisti, infine, tornano sul “sì” alla manifestazione: “Mentre intere categorie professionali ed attività lavorative socialmente utili (parliamo di attività turistiche, educative, terapeutiche, ludiche…) sono state in parte o completamente fermate, si è ritenuto dare spazio ad un evento la cui dubbia utilità diventa certamente fattore di aumentato rischio per la collettività. Certamente una decisone inopportuna e irrispettosa nei confronti di medici, infermieri, operatori sanitari, fornitori, tecnici, artigiani, professionisti che, in questi mesi di emergenza, si sono coordinati per garantire il funzionamento di strutture sanitarie e l’approvvigionamento di beni necessari alla collettività mettendo a repentaglio la propria stessa vita ed esponendosi a rischi che, oggi, dovrebbero essere valutati e ridotti ai minimi termini”.

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