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“In visibile”, all’ex carcere di Sant’Agata installazione di Pierpaolo Lameri

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All’ex carcere di Sant’Agata in Città Alta è allestita “In visibile”, installazione di Pierpaolo Lameri. L’opera è fruibile al pubblico gratuitamente nei weekend del 20-21 gennaio, 10-11 febbraio, 3-4 marzo e 24-25 marzo dalle 10 alle 13 e dalle 16 alle 19; su appuntamento nei giorni infrasettimanali e nei weekend non indicati (3335607665 – prenotazioni.invisibile@gmail.com).

L’invito è rivolto anche a scuole, associazioni culturali e biblioteche.

L’iniziativa è promossa con la collaborazione di Maite Aps, a cura di Alberto Ceresoli e con il sostegno di TecnoGraph e Arketipos.

Le celle d’isolamento, già celle abitative dei monaci, sono piccole stanze dove il tempo si è fermato. Buie, fredde, umide e sporche, bagnate di uno strano odore, completamente prive di oggetti contemporanei; in totale stato d’abbandono; completamente dimenticate. Esposte agli agenti atmosferici, che lentamente sembrano sgretolare ogni cosa e cancellare ogni memoria. I muri delle celle, sgretolandosi, lasciano trasparire, a partire dalla pietra originaria, piccoli frammenti di colorazione, forse decorazioni dei Teatini; innumerevoli sovrapposizioni di stucco, rappezzi e tinteggiature fino all’esterno intersecarsi fitto di incisioni, scritte, graffi, colpi e segni, disegni e simboli eseguiti dai carcerati.

È su questa memoria umana che Pierpaolo Lameri ha lavorato: con un intervento sensibile alla nuova sacralità dello spazio e alla sofferenza di chi questi luoghi li ha abitati, l’artista ha rintracciato ogni incisione, ripassandola fedelmente nel dettaglio con una vernice invisibile, percepibile solo grazie all’illuminazione a Wood accuratamente distribuita. Come un archeologo o un amanuense, alla ricerca del segno attraverso la riscoperta e la trascrittura, Pierpaolo ha dato voce ad ogni superficie: pareti, soffitto, portoncino, letto, davanzale e contorni in pietra. Tutti pervasi da simboli, preghiere, invocazioni, suppliche, paure, fantasie, speranze, ricordi, frammenti di storie. La superficie dell’involucro era tutto ciò di cui disponevano i carcerati, l’unica possibilità d’espressione, l’unico interlocutore, l’unica possibilità di lasciare una traccia, una protesta, un saluto, un’affermazione, un ricordo di sé.

L’opera di Pierpaolo Lameri è il risultato di un lavoro semestrale che ha preso forma all’interno delle celle d’isolamento dell’Ex Carcere di Sant’Agata: un lavoro immersivo, tecnicamente ed emotivamente complesso. Lameri, Maite e Ceresoli hanno rinunciato alla logica dell’evento d’arte classico, per puntare ad un coinvolgimento progressivo della città, di ex carcerati, pensando ad un dialogo che si sviluppi nel tempo: sarà l’artista stesso ad accompagnare coloro che visitano l’opera. Per il forte impatto emotivo suscitato, l’installazione è stata inserita nel video Prisoner 709 di Caparezza.

“Spesso, con mio fratello, con gli amici, entravamo di soppiatto in ogni genere di edificio abbandonato per scoprirne i segreti, per trovare le tracce della vita che li aveva abitati: arredi, documenti, calendari restati appesi alla parete di un ufficio… Spinti dalla curiosità ma forse, anche, da una necessità.

Scoperta, riscoperta, avventura, voglia di sapere e capire, di capirsi, di rispondere a domande: com’era stato? Chi attraversava queste stanze? Perché proprio qui? Non ho smesso di avere quello sguardo. ”

Queste le parole dell’artista quando spiega cosa c’è alla base di “In visibile”.

Lo spazio in cui l’installazione prende vita è un luogo composto da layer storici posti uno sopra l’altro: nel 1797 i padri Teatini abbandonarono il Monastero di Sant’Agata, edificato nel XIV secolo su resti di costruzioni pagane. Leopold Pollack trasformò l’edificio in carcere ad inizio Ottocento, e come tale fu utilizzato fino al 1980.

Per tutti, da allora, è l’ex carcere di Sant’Agata.

Pierpaolo Lameri (15.03.1990)
Si diploma in scultura al Liceo Artistico Statale Giacomo e Pio Manzù di Bergamo dove studia con Elio Bianco e Beniamino Piantoni.
Nel 2010 si iscrive all’Accademia di Belle Arti di Carrara (MS) indirizzo scultura e studia con Paolo Grassino, Aron Demetz, Gianni Dessì, Franco Francesca, Marco Pierini, Alessandro Romanini, Pier Giorgio Balocchi, Luciano Massari.
Nel 2014 consegue la prima laurea con Relatore Luciano Massari e Piero Marchetti mentre quest’anno conseguirà quella specialistica.
Attualmente vive, studia e lavora a Carrara dove in parallelo all’attività artistica porta avanti quella di interior design.

Associazione Maite
L’Associazione Maite è un’associazione di promozione sociale, senza scopo di lucro. Al centro della sua attività vi sono l’aggregazione e la promozione di attività culturali, formative, informative, ricreative e turistiche, nonché servizi per i cittadini. Gestisce il Circolo Arci Maite in vicolo Sant’Agata in Città Alta e dal 2015 ha in concessione dal Comune di Bergamo, grazie al Regolamento Beni Comuni, gli spazi dell’Ex Carcere di Sant’Agata (ExSA) dove organizza attività di carattere culturale.
maite.it

Alberto Ceresoli (04.11.1989)
Vive e lavora a Bergamo. Con la direzione di Interno 13 – organizzazione non profit per la ricerca artistica contemporanea, rivolge la propria attenzione nel promuovere le pratiche artistiche delle nuove generazioni. È impegnato nella curatela di Vaku Project Space: centro per la sperimentazione e produzione artistica multidisciplinare, luogo per l’esperienza estetica, sociale, culturale e espressione di un’idea di protagonismo giovanile territoriale. Lavora come Chief Editor per bludiprussia.org |Contemporary Art Magazine. interno13.tumblr.com

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