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Sold out per la performance “Ebrea” a Palazzo della Ragione

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Registra il tutto esaurito la riedizione della performance “Ebrea”, che affronta il tema della discriminazione razziale e della memoria dei campi di concentramento, in programma venerdì 27 gennaio alle 18.30 alla sala delle Capriate di Palazzo della Ragione a Bergamo. L’iniziativa è promossa in occasione delle celebrazioni promosse dal Comune di Bergamo per il Giorno della Memoria, e coordinata con la mostra Fabio Mauri “Arte per legittima difesa” – a cura di Giacinto Di Pietrantonio – che la GAMeC – Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea di Bergamo ha ospitato fino al 15 gennaio.
Presentata per la prima volta nel 1971, in occasione di una mostra personale di Fabio Mauri alla Galleria Barozzi di Venezia, a cura di Furio Colombo e Renato Barilli, Ebrea mostrava già allora la tragicità, la forza, e quella carica esistenziale e politica tipiche della ricerca dell’artista degli anni successivi.
Protagonista della performance è una giovane ragazza. nuda. Immersa in una scena sacrale, la ragazza si taglia i capelli, con cui, su uno specchio, forma il simbolo della Stella di Davide.
Attorno a lei, una serie di oggetti svela allo spettatore la propria atroce natura attraverso piccole targhe di metallo: sono utensili d’uso quotidiano, complementi d’arredo, saponette, sci, finiture per cavalli realizzati con denti, pelle, capelli e ossa di ebrei.
L’espressività artistica della performance entra così in netto contrasto con l’agghiacciante contesto in cui è ambientata, portando lo spettatore a relazionarsi con la cruda e feroce realtà della Storia.
L’arte di Fabio Mauri torna ad essere protagonista in questa data significativa: già nel 2005, infatti, per il Giorno della Memoria l’artista aveva presentato al Teatro Sociale di Bergamo l’installazione Il Muro Occidentale o del Pianto e Gioiello-Laiback, una delle opere presenti nell’edizione originale di Ebrea; lavori che hanno raccontato il dolore, l’esilio e la discriminazione con l’intensità che da sempre contraddistingue le sue opere.
La performance può turbare la sensibilità dei più piccoli.

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