Giovedì 7 dicembre alle 20.45 all’Auditorium Modernissimo di Nembro si svolgerà la decima edizione del Premio Marco e Sergio Dalla Longa.
I fratelli Dalla Longa sono stati insigniti del titolo di Accademici (riconoscimento assegnato agli alpinisti non professionisti) per l’attività alpinistica di eccellenza che hanno saputo perseguire essendo protagonisti di un alpinismo fatto di ricerca ed avventura.
Uomini che hanno lasciato un profondo segno nel panorama alpinistico Bergamasco. La prima edizione si svolse nel 2006 con lo spirito di premiare ma soprattutto divulgare quelle salite che erano animate da uno spirito vicino all’agire del fratelli Dalla Longa.
Ora il Premio ritorna rinnovato, fermandosi per ricordare e riflettere.
Il Comitato organizzatore Cai Sezione di Bergamo, G.A.N. (Gruppo Alpinistico Nembrese), Cai Sottosezione di Nembro, C.A.A.I. (Club Alpino Accademico Italiano), Comune di Nembro (Assessorato alla Sport), hanno ideato una serata completamente diversa dalle precedenti.
Insieme si ripercorreranno questi dieci anni con i protagonisti e le loro salite che hanno scandito un magnifico percorso della storia alpinistica bergamasca.
Ascoltando alcuni compagni di cordata di Marco e Sergio, si potrà rivivere la loro storia alpinistica e con un susseguirsi di immagini riscoprire le emozioni, i loro sogni, la delusione, la paura che accompagna ogni alpinista.
Un percorso nel mondo sperduto del verticale, che troviamo dentro di noi, con salite dalle Orobie, alle Alpi, dall’Yosemite, alla Patagonia, nel mondo sperduto del verticale che troviamo dentro di noi.
Un viaggio dove non ci saranno premiazione di salite, ma una serata che vuole essere un ricordo di Marco e Sergio e con chi, ha saputo guardare oltre alle difficoltà della Vita e della Montagna.
Parteciperanno, Davide Sapienza, Giangi Angeloni, Ennio Spiranelli, Mario Curnis, Marco Birolini, Gregorio Savoldelli, Lola Del Nevo, Rosa Morotti, con uno spazio riservato alla musica di Gianluigi Trovesi e Gianni Bergamelli.
Per questo non è importante dove andremo, perché, come affermato da Marcel Proust “Il vero viaggio della scoperta non consiste nel cercare nuove Terre ma nell’avere nuovi occhi”.
