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deSidera festeggia 15 anni con spettacoli in tutta la Bergamasca

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deSidera compie 15 anni. Per festeggiare questo importante traguardo, il festival, promosso da Teatro de Gli Incamminati e Associazione InAtto, propone un ricco cartellone di spettacoli in tutta la Bergamasca.
Come da tradizione, nell’ambito dell’iniziativa, il teatro valorizza il territorio: le esibizioni si tengono in luoghi di particolare bellezza offrendo scenari ideali o come – direbbe Eliot – come correlativo oggettivo di questo cammino.
Ecco il programma.

LE VIE DELLA COMMEDIA
Per il suo 15esimo anno di vita, deSidera organizza “Le Vie della Commedia”, festival sulla commedia dell’arte. La rassegna, che già da alcuni anni anima i mesi estivi della Valle Brembana, è stata voluta, promossa e sostenuta dal Polo Mercatorum e Priula.
L’arte antica della Commedia dell’Arte è riconosciuta in tutto il mondo come il modo di fare spettacolo che più si adatta alle esigenze di pubblici di differenti livelli sociali e culturali, indifferentemente radunati in una sala teatrale, in una strada o in una piazza. Proprio come il pubblico di deSidera. Il legame inscindibile tra la tradizione della maschera di Arlecchino e il territorio bergamasco è stata l’occasione preziosa per costruire un percorso di scambio e reciproca valorizzazione tra i meravigliosi luoghi della Valle e gli artisti, di fama nazionale e internazionale, che si occupano di commedia dell’arte.
“Le Vie della Commedia”, che interesserà i comuni di Camerata Cornello, San Giovanni Bianco e Dossena, è stato quest’anno organizzato con la collaborazione artistica della professoressa Anna Maria Testaverde, docente di storia del teatro all’Università di Bergamo e specialista di Commedia dell’Arte, con la quale è stato costruito un doppio programma: uno dedicato agli studenti dell’Università di Bergamo (e agli attori professionisti) e uno destinato agli spettatori.
Per una intera settimana, infatti, circa venti studenti universitari e giovani della Val Brembana, lavoreranno con Enrico Bonavera, uno dei più grandi interpreti della maschera di Arlecchino, per conoscere le tecniche attoriche e narrative della commedia dell’arte.
Accanto a Bonavera, a cui è affidato il compito di presentare al pubblico la commedia dell’arte con un rigore quasi filologico, sono stati coinvolti anche altri artisti che, con modalità diverse, hanno approcciato l’antica arte della maschera: Alessandro Albertin, attore veronese, tenta con “Arlecchino e la burocrazya”, una riscrittura in chiave contemporanea di “Arlecchino, servitore di due padroni”; la compagnia amatoriale varesina I Gelosi proporrà un allestimento in costume con una compagnia numerosissima in scena e infine il burattinaio bergamasco, Daniele Cortesi, presenterà le sue teste di legno, i suoi preziosi burattini che interpreteranno “Arlecchino malato d’amore”.
Tutti gli spettacoli, come è nella natura di deSidera, saranno una preziosa occasione per valorizzare un ambiente suggestivo come quello della Valle Brembana.

LA POESIA DELLA CITTA’

Il progetto La poesia della città vuole portare nei luoghi d’arte di Città Alta le voci di alcuni poeti fra i più significativi del 900 e della poesia contemporanea.
Nell’austera Aula Picta della Curia di Bergamo, Antonio Zanoletti darà voce a Canti ultimi di David Maria Turoldo. Franco Branciaroli interpreterà Lettere ad un poeta di R. M. Rilke nel Chiostro del Carmine, sede storica del TTB, all’interno della rassegna Arcate d’arte.
Davide Rondoni nel Chiostro Inferiore di San Francesco, complice la vista panoramica delle valli bergamasche, eseguirà uno dei suoi celebri reading dal titolo L’allodola e il fuoco – poesie che accendono la vita, anche per un pubblico giovane presso cui il poeta è noto. L’occasione sarà quella del 26 di agosto festa del patrono della città, S. Alessandro.
Il 1 settembre, nel giardino di Palazzo Moroni, in un suggestivo anfiteatro verde, risuoneranno poesie al femminile, scelte da una delle più interessanti interpreti del teatro di ricerca in Italia, Fiorenza Menni. Sarà questa l’occasione per inaugurare la collaborazione fra Dimore & Design e deSidera Teatro.

I PROMESSI SPOSI

Anche per questa quindicesima edizione deSidera ha voluto mettere in campo un progetto speciale di valorizzazione di un luogo non teatrale attraverso la produzione di uno spettacolo pensato ad hoc sullo spazio a disposizione.
Dopo la bellissima avventura dell’Odissea rappresentata nell’ex-carcere di Sant’Agata nel 2016, deSidera e Spaz10 Teatro hanno ancora una volta, unito le forze.
Per il 2017 saranno I Promessi Sposi, di Alessandro Manzoni, i protagonisti di una speciale avventura pensata non per la città ma per la provincia di Bergamo (che spesso riserva, a chi sa cercarli, luoghi di incomparabile bellezza). Con Tiziano Ferrari e l’affiatato gruppo di Spaz10 Teatro i personaggi dei I Promessi Sposi prenderanno vita grazie ad una sapiente riscrittura che mette al centro, ancora una volta, la continua indagine sulle origini del nostro linguaggio e dei nostri costumi. Il luogo prescelto è il suggestivo Palazzo Vecchio Visconti a Brignano Gera d’Adda: leggenda vuole che questo splendido palazzo fosse il castello dell’Innominato descritto da Manzoni ne I Promessi Sposi.
Quale migliore luogo per assistere alla messa in scena delle peripezie dei protagonisti del primo romanzo storico della letteratura italiana?
Palazzo Vecchio Visconti è stato edificato tra la seconda metà del Cinquecento e gli inizi del Seicento. Definito una delle più belle pagine del barocco lombardo, ospita il Municipio al pianterreno, mentre al piano nobile sale affrescate nell’ultimo quarto del Seicento e lo scalone d’onore, decorato nei primi decenni del Settecento. Nell’ambiente più suggestivo, la cosiddetta sala del trono, sulle pareti si stagliano i ritratti di otto dei dodici Signori di Milano dal 1277 al 1447, e gli episodi più salienti della dinastia Visconti.

LEGAMI

deSidera per rispondere ai bisogni culturali del territorio costruisce spesso alleanze con festival e operatori solidi che lavorano nella provincia di Bergamo.
Nel 2017 condivide l’evento di apertura, Il Cristo dell’Amiata di Simone Cristicchi con Tierra!, il Festival dei Sistemi Bibliotecari di Dalmine e Ponte San Pietro. Lo spettacolo di chiusura della nostra quindicesima edizione, Ragazzi di vita di P.P. Pasolini con Massimo Popolizio, sarà invece condiviso con Fiato ai libri.
Il quindicesimo anniversario di fondazione vorrebbe concludersi con un altro progetto speciale.
L’ospitalità di Solaris, nuova produzione di Scenaperta ispirato al notissimo film di Andrej Tarkovskij. La drammaturgia è a cura di Fabrizio Sinisi, in scena Debora Zuin, Giovanni Franzoni e Antonio Rosti, per la regia di Paolo Bignamini. Lo spettacolo è stato presentato in anteprima a Legnano (MI) e sarà poi in cartellone, per il festival Senses, a Milano, ad Avignone, in Romania e in altre città italiane.
A Bergamo è previsto nell’autunno 2017.

DESIDERA E I BAMBINI DI KIBERA E NAIROBI

La Sala Banterle, la cui costruzione è stata sostenuta da deSidera nel 2015, è diventato un vero spazio teatrale in cui i bambini che frequentano la Little Prince dello slum di Kibera a Nairobi in Kenia hanno trovato spazio e guide per le loro attività espressive.
Ma tante altre scuole ed esperienze dentro lo slum in cui vivono circa 500mila persone in condizioni di degrado, ci hanno chiesto di essere coinvolte nell’esperienza creativa del teatro. C’è fame di spazi e di esperienze educative, non solo di pane e di latte.
Nel marzo di quest’anno Marco Martinelli, regista teatrale di fama internazionale si è detto disponibile a partecipare gratuitamente al progetto, mettendo a punto un programma di formazione teatrale che potesse mettere in condizione gli insegnanti di poter sviluppare con profitto l’attività teatrale nel loro percorso scolastico.
Anche deSidera, nella sua quindicesima edizione, vuole partecipare a rendere migliore la vita di bambini e ragazzi che vivono nel più grande slum del mondo attraverso il teatro. La nuova edizione de I taccuini di deSidera verrà dedicata al sostegno di questo sogno grazie al generoso dono di Giovanni Frangi che mette a disposizione, per la copertina, un’opera della serie Albatros.

IL CALENDARIO

– Venerdì 9 giugno alle 21 al centro congressi – sala Oggioni
in occasione della mostra “Una donna vestita di sole” promossa dalla Fondazione Bernareggi
ingresso 10 euro
info e prenotazioni:info@fondazioneadrianobernareggi.it
035 248772 (da mar a dom dalle 15 alle 18)

– Giovedì 31 agosto alle 21 al santuario della Cornabusa Cepino
“Magnificat” di Alda Merini, drammaturgia di Gabriele Allevi; con Arianna Scommegna
alla fisarmonica Giulia Bertasi; luci Fabrizio Visconti; regia di Paolo Bignamini; Teatro de Gli Incamminati.
Le brucianti parole di Alda Merini raccolte nel poemetto Magnificat suscitano una vibrante interpretazione da parte di Arianna Scommegna che sa restituire tutta la carnalità, l’intimità e tutta la sorprendente immedesimazione della poetessa milanese nei panni della Vergine Maria.
Nel Magnificat di Alda Merini, l’umanità di Maria fa emergere una potente contraddizione: la vastità del divino sa trovare spazio in un corpo, e per giunta nel corpo di una ragazzina.
Così incontriamo lo spavento e la speranza, lo sgomento e lo stupore, il dubbio e la certezza di quella che sarà la madre di Dio.
Questo contrasto trova il suo compimento nell’accettazione del Mistero. La poesia di Alda Merini, nelle parole di Maria, riesce infatti a far coesistere lo smarrimento presente, il ricordo dell’innocenza passata e la dolorosa consapevolezza dell’avvenire.
Maria è, nel medesimo tempo, se stessa, la ragazzina che era e la madre di Dio che sarà. Un cortocircuito vertiginoso e inafferrabile. Ed è proprio della grande poesia consentirci di scorgere questo incomprensibile.

– Sabato 10 giugno alle 21.15 a Mapello, in piazza IV Novembre – in caso di pioggia Auditorium Giovanni XXIII
“La ricotta” di Pier Paolo Pasolini; con Antonello Fassari; accompagnamento musicale Sergio Mascagni; regia Antonello Fassari; Teatro de Gli Incamminati.
La ricotta (1964) è un racconto, diventato l’episodio di un film dal titolo RO.GO.PA.G. prodotto da Bini. Siamo sul set cinematografico dove si gira un film sulla Passione di Cristo. Stracci, il protagonista, che fa la parte del Ladrone buono, fra una pausa e l’altra cerca di trovare di che sfamarsi, poiché ha dato alla moglie e ai sette figli il suo cestino. Sullo sfondo, raccontati, i personaggi tipici del grande carrozzone cinematografico: il regista, illuminato e assente, il giornalista inconsapevole marionetta del sistema, il produttore, la Maddalena, le altre comparse.
Una umanità fotografata nel suo rapporto con l’Assoluto e con il profano, come in una sorta di Giudizio Universale, dove Stracci, il generico che diventa protagonista, trasfigurato dalla ricerca del cibo, affronta un Calvario reale ma invisibile a tutti gli altri.

– Venerdì 16 giugno alle 21.15 ad Almè, Villa Carnazzi, Piazza San Fermo, 3 e venerdì 7 luglio alle 21.15 a Romano di Lombardia, Orto Botanico G. Longhi, Parco del Serio
“Con il cielo e le selve” di Mario Rigoni Stern; con Pino Petruzzelli; Teatro Ipotesi di Genova.
Interpretando i protagonisti del libro Uomini, boschi e api di Mario Rigoni Stern edito da Einaudi. lo spettacolo vuole riscoprire il puro, semplice, ma ineguagliabile piacere di fermarsi ad ascoltare i racconti sulla natura di una delle più belle menti e sensibilità che abbiamo avuto in Italia: Mario Rigoni Stern. Ascoltare il suo pensiero oggi significa credere ancora nella vita. E allora proviamo a sentire cosa hanno da dirci un lepre sopravvissuto a un pneumatico, un capriolo appena nato e salvato da quattro boscaioli, un corvo nel pagliaio con la sigaretta accesa nel becco, un esercito di ghiri in perenne esilio e un emigrante italiano di ritorno alle montagne del suo paese natale.

– Venerdì 23 giugno alle 21.15 a Urgnano, in piazza Mutti, Sagrato della Chiesa Parrocchiale
“Animali santi” di Gabriele Allevi, Nicola Cremonesi, Ferruccio Filipazzi; con Ferruccio Filipazzi; musiche dal vivo Luca Rassu; elementi di scena Marco Mazzolon; regia Paolo Bignamini.
A ogni santo il suo “animale”. Se ci sono tanti animali nella vita degli uomini, ce ne sono altrettanti nella vita dei santi. Finzione o realtà, leggenda o fantasia, le pagine che narrano delle imprese dei santi sono popolate da animali dalle più svariate peculiarità, che non mettono mai in ombra le doti di santità di colui che li incontra nel proprio cammino, semmai le esaltano. L’elenco di santi la cui biografia si lega agli animali è lunghissima. Tante storie da raccontare e ascoltare grazie all’ironia di un narratore d’eccellenza come Ferruccio Filipazzi che, accompagnato dal sapiente uso di insoliti strumenti musicali di Luca Rassu, narra al pubblico le storie di santi da un punto di vista speciale, proprio quello degli animali. E ogni storia ci porta a riflettere sul legame indissolubile tra uomo e natura.

– Venerdì 30 giugno alle 21.30 a Bergamo, sul Sentierone spettacolo realizzato con BergamoIncontra e domenica 27 agosto alle 21 a Pedrengo in villa Sottocasa
“Edith Piaf: hymne à l’amour” di e con Chiara Nicastro; pianoforte Antonio Di Dedda, chitarra Jorge Paz Verastegui , fisarmonica Lydia Schmidl.
Edith Giovanna Gassion nasce a Parigi nel 1915. Dopo un’infanzia difficile, tra strada, alcol e prostituzione, si afferma a livello mondiale come una delle cantanti più amate del Novecento. In soli quarantotto anni vive una vita piena di gioie e dolori, racconta degli emarginati del mondo, riempiendo di luce e speranza gli angoli più bui della Parigi del primo Novecento, mostrandoci un cuore inquieto che ama i suoi uomini, i suoi amici e il suo pubblico, ma sembra non essere mai sazio. In un’intervista del 1962, dopo essere tornata sulla scena in seguito a una lunga assenza dovuta alla malattia, alla domanda “che cosa le ha dato la forza di tornare sulla scena?”, Piaf risponde “la fede, soprattutto la fede”. Quella stessa fede le permetterà di cantare “non rimpiango nulla, perché la mia vita, la mia gioia, oggi, ricomincia con te!”. È ancora possibile per noi oggi amare tutta la vita a tal punto da poter gridare le sue stesse parole?

– Sabato 1° luglio alle 21.15 a Bariano, al giardino comunale e mercoledì 12 luglio alle 21.15 ad Albino, al parco Alessandri (ingresso da don Cristoforo Rossi)
“Vi presento Walter Chiari” di Francesca Sangalli; con Andrea Carabelli; Teatro de Gli Incamminati
Un omaggio al grande attore teatrale, cinematografico e uomo di spettacolo Walter Chiari, per metterne in luce la cristallina capacità istrionica, la grande inventiva drammaturgica e la straordinaria vita ai limiti del teatrale. Un personaggio il cui stile è stato capace di unire comico e drammatico, di far coesistere un corpo mimico e un teatro di parola esasperato, oltre che lessicalmente ricercato. Ciò che unisce la maggior parte dei suoi racconti è il tentativo, affidato ai singoli protagonisti, di parare i colpi della realtà con una serie di ricette teoriche, intuizioni precostituite, ideologie astratte. Tentativi che ogni volta vengono spiazzati da un finale inaspettato che provoca la risata. E anche nella vita reale Walter Chiari di preconcetti non ne ebbe, mai; neanche quando gli avrebbe fatto comodo sostenere un certo potere o un certo colore politico si lasciò convincere ad accettare il compromesso, rimanendo stoicamente fedele a se stesso e alla verità.

– Da giovedì 6 a domenica 9 luglio alle 21.15 a Brignano, a palazzo Visconti – ingresso 10 euro, prenotazioni: info@teatrodesidera.it o 3471795045
“I promessi sposi in cerca d’attore”, con Tiziano Ferrari e Roberta Agazzi, Luca Bonfanti, Giovanna Bonotti, Serena Branchini, Daniela Ghezzi, Gianluca Licata, Francesca Locatelli, Irene Mannino, Leo Merati, Barbara Pelizzoli, Gianluca Piretti, Stefano Redondi, Carla Rodigari
e con le danzatrici Caterina Baroni, Lucilla Codazzi, Cristina Tebaldi, Sylvie Zenoni
costumi Chiaraluna Mauri movimenti scenici/coreografie Martine Bucci; regia Tiziano Ferrari e Lucia Menegazzo.
Dopo aver raccontato l’Odissea con un viaggio corale attraverso i piani dell’ex carcere di Sant’Agata, Spaz10 Teatro continua la sua indagine sulle origini del nostro linguaggio e dei nostri costumi con una rivisitazione del primo romanzo rappresentativo della letteratura: I Promessi Sposi. I protagonisti di questa storia si raccontano in prima persona: la prima persona singolare di ciascun attore-autore che interpella il Manzoni e i suoi personaggi, la prima persona plurale di un gruppo che intende portare in scena, del teatro, soprattutto il suo farsi. Attraverso un gioco metateatrale pirandelliano gli interpreti stessi prendono voce in un contraddittorio con l’autore e raccontano il proprio punto di vista lungo le ben note vicende di Renzo e Lucia e di molti altri caratteri divenuti poi archetipi del nostro immaginario collettivo: don Abbondio, Perpetua e quella stessa Provvidenza, altra protagonista del capolavoro manzoniano. L’interesse principale è quello di fare della messa in scena uno specchio in cui riflettere quegli “anni tribolatissimi” che sono anche i nostri. Quante pesti c’affliggono: quella dell’indurimento dei cuori, dell’omologazione delle coscienze, dell’allontanamento graduale dalla realtà. Soprattutto la peste della chiusura alla diversità, alla comunicazione, al mondo.

– Giovedì 13 luglio alle 21 ad Almè, alla chiesa vecchia e sabato 30 settembre alle 21 a Gromlongo, al chiesa Parrocchiale
“Io Monica” di Lucia Tancredi; drammaturgia, interpretazione e regia Patrizia Punzo; musiche dal vivo Roger Rota.
Il progetto dello spettacolo nasce da un profondo interesse nei confronti della figura di S. Agostino da parte di Patrizia Punzo che, dopo numerosi studi, si è imbattuta nel libro di Lucia Tancredi Io, Monica – Le confessioni della madre di Agostino, scritto nel 2006 su sollecitazione dei padri agostiniani di Tolentino.
Contrariamente a tutte le biografie di Monica, nelle quali sono di solito assemblati i brani in cui è Agostino a parlare della figura della madre, qui le posizioni si invertono: la voce di Monica si fa sentire direttamente con tutta la sua sensibilità di madre, di santa e di mistica. Una caratteristica che lo rende squisitamente teatrale, stimolando il desiderio di lavorare sul testo per mettere in luce l’intenso e vivido rapporto di Monica con il figlio Agostino, le sue tenerezze e le sue difficoltà nel capirlo, che la rendono un figura profondamente umana e attuale.

– Sabato 15 luglio alle 21 a Gandino, alla chiesa di San Giuseppe “Santa impresa” di Laura Curino e Simone Derai; con Beatrice Marzorati, Davide Scaccianoce; Compagnia Equivochi.
Santa Impresa è il racconto della straordinaria impresa che realizzarono i Santi Sociali Piemontesi a Torino durante l’Ottocento: Giuseppe Cafasso, Giuseppe Cottolengo, Francesco Faà di Bruno, Leonardo Murialdo, infine, Giovanni Bosco, il prete dei ragazzi, il prete dei sogni, il prete di furia e di vento.
Lo spettacolo permette di riflettere sul tema della santità a partire dalla testimonianza di uomini e donne che dovettero affrontare ostacoli e difficoltà, in balìa dei tumultuosi eventi del Risorgimento, dimostrando fede e coraggio. Ancora non sapevano che sarebbero diventati “santi”, ma perseverarono ostinatamente nel loro cammino, sostenendosi a vicenda e incarnando, ciascuno secondo la propria sensibilità, l’ideale di santità. Le loro figure spiccano immense ancora oggi a capo degli “imperi” di cui sono fondatori, imprese che ancora oggi sono attive e prolifiche nella relazione con gli ultimi.

– Sabato 15 luglio alle 21.30 a Bergamo, Monastero del Carmine, Sede TTB, Città Alta spettacolo promosso da TTB inserito nella rassegna Arcate d’Arte – ingresso 15 euro ridotto 13 euro (under 25, over 65, soci Lab80) – info e prenotazioni: 035 242095 info@teatrotascabile.org
“Rosso angelico. Danza per un viaggiatore leggero”.
Uno spettacolo di teatro e danza, che mescola parole e musica, tradizioni asiatiche e occidentali, testi del poeta Rilke e del grande comico Totò. Il lavoro è nato dalla ricerca condotta dal TTB sulla tradizione che ha caratterizzato nel passato la cultura e l’arte europea ed in particolare quella del territorio bergamasco: la Danza Macabra. Lo spettatore viene coinvolto in un vero e proprio viaggio in un mondo rovesciato, né al di là né al di qua della vita, allegro e spaventoso, buffo e sensuale, sconcertante e prevedibile, una danza con gli angeli e con la morte su una sinfonia di voci e frastuoni del Novecento. Da viaggi di questo tipo, si dice, si ritorna sempre diversi, con qualcosa in più.

– Domenica 16 luglio alle 21.30 a Bergamo, Monastero del Carmine – Sede TTB, Città Alta spettacolo in collaborazione con TTB Teatro tascabile di Bergamo – ingresso 5 euro – info e prenotazioni: 035.242095, 366.6661347 – info@teatrotascabile.org – info@teatrodesidera.it
“La vita ha ragione in tutti i casi”, da Lettere a un giovane poeta di Rainer Maria Rilke; con Franco Branciaroli, fisarmonica Piercarlo Sacco; Teatro de Gli Incamminati.
Le Lettere a un giovane poeta furono indirizzate da Rilke al giovane scrittore Kappus fra il 1903 e il 1908. Pubblicate nel 1929, si diffusero in breve tempo come una specie di breviario di vita.
La conversazione epistolare prende il via quando Rilke, trentenne, ha già attraversato le tempeste giovanili della sua esistenza; la sua fermentante interiorità ha depositato i detriti dell’inquietudine lasciando venire a galla verità a cui tornare ogni volta che la vita scomponga l’ordine conquistato. L’educazione di Kappus all’arte diventa così un’educazione alla vita.
In un percorso nelle domande dell’uomo, si parla d’amore, carnale e spirituale; di pazienza come fiducia, del rapporto di amicizia da stringere persino con la tristezza e la solitudine; di affidamento alla vita e al destino, come una missione che è già dentro di noi e cui solo dobbiamo permettere di uscire aprendo la porta che la paura tiene chiusa. Aprirla, perché si capirà, prima o poi, che la vita ha ragione, in tutti i casi.

– Venerdì 21 luglio alle 21.15 a Pagazzano, Castello Visconti “Secretum. In segreto” di Francesco Petrarca; riduzione, drammaturgia e regia Maurizio Donadoni; con Maurizio Donadoni; danzatrice Elsa Merlino; progetto visuale Giancarlo Cauteruccio MDA Produzione Danza.
Un intellettuale molto indaffarato, giunto ad un momento di crisi del suo percorso artistico, cerca nella sua musa ispiratrice una nuova strada. Così il Sant’Agostino che compare non è altro che lo specchio delle sue aspirazioni giovanili, tradite nel corso di una onorata carriera, e che ricompare periodicamente a fargli memoria dell’origine. Un Agostino che è quel che è: un uomo a tutto tondo, che parla in modo concreto, che lo incalza e lo interroga, implacabile sulle cose della vita. Ma non è detto che l’intellettuale abbia l’ardire e la voglia di riaprire mente e cuore. Forse Verità, che danza alata fra una giornata e l’altra della discussione, rimarrà immagine velata ed arcana e non prenderà troppo corpo. Petrarca, intellettuale di successo, la vuole evocare a comando per scrupolo, ma per ricacciarla alfine nell’impalpabile mondo delle idee.

– Sabato 22 luglio alle 21 a Bergamo, Aula Picta – Piazza Vecchia, Città Alta – si ringrazia la Curia di Bergamo per la collaborazione “Canti ultimi per la terra promessa” di Padre David Maria Turoldo; con Antonio Zanoletti; violoncello Marcella Moretti.
I Canti Ultimi di Turoldo – testamento ma anche capolavoro del grande poeta – hanno ispirato un testo il cui protagonista è lo stesso Turoldo che dipana, attraverso i suoi versi, interrogazioni, dubbi, ansie, con un solo punto fermo, un approdo sicuro e incontestabile. Poesia e fede convivono e cooperano inscindibili in lui, e così il continuo dubitare, l’interrogare Dio in una sorta di colloquio quotidiano; è il Turoldo notturno che, durante le lunghe notti insonni passate a interrogare la Bibbia, scrive versi che raccontano di lacerazioni e sconforti ma anche di illuminazioni pacificanti.
Scrive Antonio Zanoletti: “Caro Padre Turoldo (…) ti pensiamo nel regno della Luce e dell’Amore. Noi invece, che viviamo ancora tra fede e speranza siamo perseguitati dal dubbio. Sarà meglio tornare a cantare i tuoi salmi e a rileggere le tue pagine poetiche con la stessa fede nell’uomo da te insegnataci nonostante la notte che avvolge, come dice Dante, questa aiuola che ci fa tanto feroci.

– Sabato 29 luglio alle 21 alla piazza Chiesa di Cornello dei Tasso – Camerata Cornello – Festival Comm. Art “Osei, budei, fradei – Enrico Bonavera”, di e con Enrico Bonavera; maschere di Donato Sartori; clarinetto Giacomo Bertazzoni; fisarmonica e flauto dolce Gianfrancesco Maria Amoroso; chitarra Davide Turella.
Un piccolo cimitero di campagna, dimenticato nella Pianura. Lì, insieme al ricordo di frammenti di una parte della mia famiglia, riposano idealmente anche alcune maschere, parenti dello sheakespeariano Yorick. Morti trasfigurate e paradossali: chi per troppo cibo, chi per fame, chi per paura, chi in piena attività amorosa, chi ancora annegato su un barcone sul Po, mentre era diretto a Venezia. Dalle loro parole, dai loro suoni ‘masticatori’, è rievocato un mondo padano che, ingoiato da impianti industriali, strade e cemento, ormai più ancora che dalla nebbia, sta via via perdendo la sua identità e la sua storia. Ad accompagnare questo viaggio, tragicomico e un poco lugubre, , le poesie in dialetto di Cesare Zavattini, una delle figure significative del nostro ‘900, mai abbastanza ricordato.Ma Oseibudeifradei è anche la risposta ad una sfida: Arlecchino ha ancora qualcosa da raccontare a noi del terzo millennio? la sua umanità archetipica può essere ancora a noi contemporanea?

– Sabato 29 luglio alle 21.15 a Gaverina Terme, Santuario Colle Gallo e sabato 5 agosto alle 21.30 a Lurano, Cortile Borgo San Lino spettacolo inserito nella rassegna A levar l’ombra da terra “Gimondi, una vita a pedali” di Paolo Aresi; con Matteo Bonanni; fisarmonica Gino Zambelli; regia Alberto Salvi; Teatro de Gli Incamminati / deSidera Teatro.
La seconda grande guerra è finita. I paesi, le città cercano di ricominciare. In questo contesto di privazioni e sacrificio, un bambino cresce con un grande sogno: salire in sella ad una bicicletta e diventare un campione. Come Bartali. Anzi no, come Coppi. Perché tutti a Sedrina, piccolo paese della valle Brembana, amano Bartali. Felice invece era per Coppi. Ma non lo può dire. E allora sta zitto. Sta zitto, pedala e intanto sogna di diventare un corridore ciclista.
I giorni passano e Felice cresce senza mai smettere di credere e lottare per il suo grande sogno. Fino a che arriva la tanto attesa prima corsa. Felice corre, ma cade. Si rialza e ricade. Ma non molla e arriva alla fine; arriva sfinito al traguardo quando lo striscione dell’arrivo è già stato smantellato, dopo essere caduto due volte. Quel ragazzo, come tutto il nostro paese in quegli anni, si è rialzato ed è diventato un grande campione. Perché il suo nome è Felice Gimondi.

– Domenica 30 luglio, ore 21.15 a Bonate Sotto, Corte del Centro Storico “Fidelity card” di Nella Tirante; con Nella Tirante e GianMarcoArcadipane; scene costumi e grafica Cinzia Muscolino; aiuto regia Michelangelo Maria Zanghì; regia e ideazione luci di Roberto Bonaventura; Cosa sono le nuvole.
Un ragazzo, una madre, la notte, un balcone. D. è un ragazzo speciale: ha problemi motori, è considerato un personaggio bizzarro in paese, conosce tutti ed è conosciuto da tutti. Le sere d’estate D. trascorre il tempo sul balcone di casa sua, affacciato sulla strada principale del paese, semideserta d‘estate: infatti è il “lungomare “ il luogo deputato al passeggio estivo, D. attende chi passa, trova degli argomenti per intrattenerlo: un saluto e via al prossimo passante. Osserva da lassù un mondo perfetto che gli sembra irraggiungibile, quel “lungomare” dove tutti vanno la sera, quella vita “normale “che desidererebbe anche per sé.
La madre, in camera da letto al piano di sotto, non dorme, è stanca ma non dorme, prega, racconta in modo surreale il suo percorso di fede legato alla nascita e malattia del figlio, vive il presente ascoltando con timore e apprensione i passi, i movimenti, i discorsi, le telefonate, la voce del figlio al piano di sopra: attende il Miracolo per lui, come una sorta di premio per la sua “fidelity card”.
Una riflessione, sulla disabilità o meglio “specialità”, sulla fede e sull’accettazione.

– Domenica 30 luglio alle 21.15 a piazza della Chiesa Arcipresbiterale a Dossena, nell’ambito del Festival comm. Arte “Capitan fracassa” di ThéophileGautier; con la partecipazione di 15attori; regia Monia Marchiori
; Compagnia dei Gelosi.
Lo spettacolo è un libero adattamento dell’omonima opera di ThéopileGautier, nata come romanzo d’appendice e pubblicata a puntate dal 1861 al 1863. Con Fracassa, gli ADTL hanno scelto di esplorare il mondo della Commedia dell’arte attraverso il meccanismo del metateatro: un gioco di matrioske, di richiami, di citazioni della grande tradizione del teatro europeo. Nel copione confluiscono lazzi originali, Shakespeare, Molière, Goldoni legati fra di loro dallo scambio continuo fra ruolo e parte. Nella Commedia dell’Arte ogni attore aveva un ruolo e ogni ruolo prendeva vita nella parti del canovaccio. Così nel nostro Fracassa il testo diventa una dichiarazione d’amore al teatro, al fare teatro. Come dice Zerlina, la soubrette: “senza questo raggio d’arte che un poco m’indora io non sarei che una donna sfrontata e volgare, come tante altre”. Vale per lei, ma vale anche per tutti noi che non osiamo fare Commedia dell’arte, ma solo suggerirla.

– Venerdì 4 agosto alle 21 alla piazza della Chiesa Arcipresbiterale, Dossena nell’ambito del Festival Comm. Arte “Arlecchino malato d’amore”, spettacolo di burattini con Daniele Cortesi – I Burattini Cortesi.
Lo spettacolo rispetta, in modo rigoroso, i caratteri salienti della miglior tradizione burattinaia.
Burattini finemente intagliati nel legno ed animati in una grande “baracca”, arricchita da raffinate decorazioni, danno vita ad una divertente commedia di tipico gusto goldoniano. protagoniste della vicenda sono le più note ed amate maschere della commedia dell’arte , coinvolte in una serie di avventure e disavventure che non mancano di divertire il pubblico di tutte le età.
Il marchese d’Almaviva è assediato da numerosi creditori e, per salvarsi, è costretto a seguire il consiglio del cinico servo Brighella: chiedere la mano della figlia del ricco Pantalone e, con la dote della bella Smeraldina, saldare tutti i debiti accumulati. La notizia delle prossime nozze dell’amata getta Arlecchino nella più nera disperazione. La grave diagnosi, sentenziata dall’orbo e balbuziente dottor Tartaglia, spingerà l’amico GioppinoZuccalunga ad aiutare in ogni modo il povero Arlecchino…

– Venerdì 4 agosto alle 21.15 a Osio Sotto, Santuario di San Donato, sabato 5 agosto alle 21.30 a Nembro, Santuario dello Zuccarello e sabato 7 ottobre alle 21 a Calusco d’Adda, Cineteatro San Fedele “Happy Mary” di Lorenza Pieri; con Laura Magni; regia Roberta Lena; Produzioni Q L3.
Happy Mary è un racconto semiserio sulla figura della Madonna che non vuole più essere raccontata come l’Addolorata, ma come una donna felice. Un’attrice in scena dà voce a un susseguirsi di personaggi evangelici e non, che restituiscono una ricerca appassionata e inaspettata sulla figura di Maria.
La voce narrante è quella di una donna che durante le vacanze di Pasqua torna al suo paese a trovare la nonna, cui ha promesso suo malgrado di interpretare il ruolo della Madonna nella processione pasquale. Ma la protagonista è un’attrice e non rinuncia a studiare accuratamente per vestire i panni dell’Immacolata: inizia così un percorso personale che la porterà a confrontarsi con la narrazione che di lei è stata fatta nei secoli, quella di Mater dolorosa e con l’urgenza di essere lei in prima persona a raccontare un’altra versione di Maria.
Happy Mary ha come fonte di ispirazione L’incontro, un rito popolare molto antico – presente in Italia in Abruzzo, Calabria (L’affruntata), in Sicilia (U’ncontru) e Sardegna (S’incontru) che riproduce nelle processioni del periodo pasquale l’episodio, non descritto nei Vangeli, in cui Gesù risorto e sua madre si ritrovano.

– Sabato 5 agosto alle 21.15 a Brembate, villa Moretti “Enoch Harden. Melologo per voce e pianoforte” di Alfred Tennyson e Richard Strauss; con Fabio Zulli; pianoforte Emanuela Piemonti; produzione Associazione Oyes.
Due amici per la pelle, Enoch e Philip, sono da sempre innamorati della stessa ragazza, Annie, che sceglie Enoch. Tutto sembra andare per il meglio finché Enoch non parte per un viaggio da cui non tornerà. Philip aiuta Annie a sopravvivere e a mantenere i suoi figli; decidono così di mettersi insieme nella certezza della morte dell’amico e amato. Enoch, invece, sopravvissuto a mille peripezie, giunge di nuovo a casa ormai vecchio, lacero e irriconoscibile; vista la nuova vita dei suoi cari, decide però di lasciare le cose come stanno, vivendo in una locanda del paese e organizzando lo svelamento della sua vera identità solo dopo la sua morte.
Scritta nel 1864, la romantica storia di Alfred Tennyson è diventata in pochissimi giorni un vero e proprio best-seller. Ciò che tuttavia rende il racconto indimenticabile è il melologo scritto appositamente da Richard Strauss, che lo amò tanto da volerlo suonare di persona nel 1897.

– Domenica 6 agosto alle 21.15 a Oneta, San Giovanni Bianco, piazza della Casa di Arlecchino, via Oneta – festival comm .arte “Arlecchino e la burocrazia” di Alessandro Albertin; con Francesca Botti e Alessandro Albertin; regia Michela Ottolini.
Lo spettacolo mette in scena una immaginaria quanto esilarante vicenda. Arlecchino, servitore di due padroni, nella storica edizione di Strehler, è giunto alla sua ultima replica. Tutti gli attori trovano una nuova sistemazione tranne Arlecchino, l’unico a non accettare il fatto che lo spettacolo non venga più rappresentato. Decide così di mettersi in proprio perché “senza teatro muoio!”. L’entusiasmo di Arlecchino è tanto ma è tanta anche la sua ingenuità, e i meccanismi burocratici che lo travolgono trasformeranno il suo sogno in un inferno. Si tratterà di trovare il modo più indolore per uscirne. Un claustrofobico e divertentissimo viaggio negli uffici della nostra Italia, insomma le fatiche di un moderno “facchino” veneziano alle prese con la quotidianità.

– Sabato 26 agosto alle 21 a Bergamo, chiostro di San Francesco – Città Alta – evento inserito nel programma per le celebrazioni di sant’Alessandro promosso dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Bergamo – Spettacolo in collaborazione con Fondazione Museo nella Storia
“L’allodola e il fuoco. Poesie che accendono la vita” di e con Davide Rondoni; con la cantante blues Chiara Ciribello.
Gli antichi poeti chiamavano “allodola” la poesia come la voce dell’anima. Tra la notte e l’alba, quasi invisibile, il piccolo essere alato con la sua voce saluta l’inizio del giorno. Ed è anche la voce del fuoco che attraversa la vita, se si è disposti a vivere intensamente.
Voce del poeta e voce del canto, l’incontro tra la poesia detta da Davide Rondoni e la voce della giovane cantante di Chiara Ciribello offre un viaggio di conoscenza e di emozione seguendo alcune grandi poesie di tutti i tempi, voci accese che mettono a fuoco la vita.
L’allodola e il fuoco – le cinquanta poesie che accendono la vita è anche il titolo di un libro da poco uscito di Davide Rondoni per La nave di Teseo editore.

– Venerdì 1° settembre alle 21 a Bergamo, giardino di Palazzo Moroni – Via Porta Dipinta Città Alta – spettacolo in collaborazione con Dimore&Design “Non stare ferma nel vento”, con Fiorenza Menni; alla batteria Vittoria Burattini; Associazione AtelierSì.
Fiorenza Menni (tra i fondatori di Teatrino Clandestino e ora anima del collettivo artistico bolognese AtelierSì nonché Premio Duse 2007) guida il pubblico all’interno di un percorso tutto al femminile all’interno della poesia novecentesca. L’inedito accompagnamento musicale della batteria di Vittoria Burattini (batterista e co-fondatrice dei Massimo Volume) aiuterà a focalizzare, attraverso la parola poetica, le mutazioni, le evoluzioni e involuzioni del ruolo della donna in poesia, sia come soggetto che come creatrice di poesia. Il pubblico potrà così ascoltare le parole di Emily Dickinson, Anna Achmatova ma anche Papusza, Mariangela Gualtieri, LyndaHull, Rita Dove e Rupi Kaur.

– Sabato 2 settembre alle 21 a Bergamo, basilica di Sant’Alessandro in Colonna “Un fuorilegge di nome Dio” di Luca Doninelli, con Maurizio Donadoni.
Giuseppe, saputo che Maria era incinta, voleva – dice il Vangelo di Luca – licenziarla in segreto. La situazione poteva sembrare imbarazzante. Ma l’anziano falegname non volle nuocere alla ragazza.
In un mondo che non risparmiò la sua cattiveria e il suo cinismo nemmeno al Figlio di Dio, spicca la figura di quest’uomo giusto e la sua fiducia pura, cristallina, in Jahvè. Il suo amore non viene meno. Sa che Maria è una ragazza onesta e desidera che avvenga il meglio per tutti.Quando si corica, Giuseppe dorme il più tranquillo dei sonni. Mentre i re e i sommi sacerdoti vegliano nell’astio, nel rimorso e nelle trame di potere, lui dorme.Ed ecco, un angelo gli appare in sogno. C’è da fidarsi dei sogni? Una voce che sembra provenire da prima del Tempo gli parla, con un accento stranamente familiare, e gli dice: non temere.
Parole consolatorie? No, certo. Giuseppe lo sa, si desta all’improvviso e si inginocchia, pieno di timore. Qualcosa di misterioso e di terribile sta accadendo…

– Venerdì 8 settembre alle 21 a Urgnano, Sagrato del Santuario della Basella “Troppa grazia”, con Bruno Nataloni e Francesco Maffeis; spazio sonoro Diego Bergamini; quadri scenografici Ramona Mismetti, musica Francesco Maffeis; parole e regia Umberto Zanoletti.
Aristide passa le giornate a distribuire immaginette di Sant’Antonio in cambio di qualche spicciolo. Lo fa con i turisti provenienti da ogni parte del mondo, poco prima che si immergano nei silenzi d’incenso e di marmo della Basilica del Santo. Un giorno arriva Marek, fisarmonicista forestiero, di parole incerte e tanta musica. Insieme vedono varcare il portone della basilica centinaia di persone, diverse per età, passo, provenienza e motivazione. Loro invece in basilica non ci sono mai entrati: Marek, pellegrino alla ricerca di sé, vorrebbe, ma non è ancora pronto; Aristide, invece, non trova alcun motivo per varcare quella soglia. Almeno fino a quando accade qualcosa, qualcosa che sembra scalfire questa certezza. Complice la compagnia solidale e discreta di Marek, o la fede sincera di tanti pellegrini, o lo sguardo benevolo del Santo, arriva il cambiamento, forse la conversione, inaspettata e imprevedibile, come un noce in fiore a metà giugno.

– Venerdì 22 settembre alle 21 a Trescore Balneario, cinema Teatro Nuovo Oratorio – ingresso 10 euro – prevendita dal 28 agosto alla Libreria Terzo Mondo, Seriate – spettacolo inserito nella rassegna Fiato ai Libri
“Ragazzi di vita” di Pier Paolo Pasolini; lettura Massimo Popolizio; musiche dal vivo Xavier Girotto.
Dopo le letture pasoliniane curate per Rai Radio 3 e, soprattutto, dopo la regia di Ragazzi di Vita per il teatro di Roma nella stagione appena conclusa, Massimo Popolizio propone, in esclusiva per il pubblico di deSidera e di Fiato ai Libri, la lettura di uno dei testi più suggestivi dell’opera di Pasolini. Ragazzi di vita è romanzo sul mondo delle borgate e dei quartieri periferici di Roma. Lo scrittore si appassiona a questi personaggi, che, a suo parere, conservano ancora l’autenticità del mondo rurale, semplice e sotto certi aspetti primitivo, non ancora corrotto dal consumismo. Ciò che emerge dal romanzo è una realtà degradata, allo stesso tempo vitale, in cui i personaggi agiscono spinti dall’istinto e dalle passioni. Protagonisti del racconto pasoliniano gli abitanti delle borgate, abituati a vivere di sotterfugi ed espedienti più o meno legali in questo mondo povero, caotico, in cui non esistono punti di riferimento e dove ogni giorno i protagonisti devono confrontarsi con la noia, la miseria e la morte. Ad accompagnare Popolizio la maestria del sassofonista argentino Javier Girotto, tra i migliori musicisti contemporanei.

– Venerdì 29 settembre alle 21 ad Albino, monastero della Ripa – ingresso 10 euro, prenotazioni: info@teatrodesidera.it 347 1795045 “Il desiderio segreto dei fossili di mare”, spettacolo di e con Francesco d’Amore, Luciana Maniaci e David Meden; Maniaci d’Amore Teatro; Premio I Teatri del Sacro 2017.
Un muro cinge Petronia, il paese di pietra in cui vivono le sorelle Pania e Amita.
Il muro serve a proteggere gli abitanti. Gli abitanti sono 73, da sempre. Nessuno nasce e nessuno muore a Petronia, perché nel paese di pietra non c’è acqua dunque non c’è vita.
Pania da quando ha memoria aspetta un bambino che non partorirà mai. Amita, l’unica donna in paese rimasta sola, senza marito, spaiata, sogna di poter dar fine alle sue sofferenze, ma non potrà farlo mai.
Un giorno però un personaggio di una serie tv scivola oltre lo schermo, in carne e ossa. Si chiama Jhonny Water, è un marinaio e porta con sé l’acqua. L’equilibrio del paese si inclina. Le cose iniziano ad accadere.
La vita erompe. Ed è tutta colpa dello straniero venuto dal mare.
Intanto nell’altro mondo, quello ulteriore, della televisione, la vita invece è confluita via. Nulla accade più. La serie rischia di essere interrotta. Il tempo si è fermato.

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