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“Cara, ricordati di bagnare i fiori”, al Filandone mostra di Leonardo Lussana

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Dal 4 al 13 settembre alla sala espositiva del Filandone a Martinengo sarà allestita la mostra “Cara, ricordati di bagnare i fiori”, dedicata alla fotografia istantanea di Leonardo Lussana.

Una frase semplice, dal sapore quotidiano che ricorda i gesti famigliari e comuni, così come lo sono i soggetti ritratti nelle istantanee di Leonardo Lussana. A ben vedere, fiori, frutti e oggetti ricreano, attraverso l’uso studiato e sapiente di luce, superfici e texture, una trasfigurazione dell’oggetto quotidiano in altro. Ecco che due calle danzano tra loro fino a liquefarsi, perdendo concretezza, rassomigliano a fiamme che si librano nel vento. O ancora, grappoli di gladioli si stagliano ravvicinati contro l’obiettivo, che ne indaga la materia rendendola drappo, seta, membrana trasparente.

La luce viene sondata e studiata costantemente da Leonardo, sperimentando la sua capacità di infondere, sì nuove prospettive e volumi, ma soprattutto donare un’atmosfera concreta, densa, quasi, in alcuni scatti, il soggetto galleggiasse in un pulviscolo atmosferico, catapultandolo in un’età passata, ricordo di giornate in cui i raggi solari filtrano fuggevoli attraverso le persiane socchiuse di una stanza.

Ed è sempre la luce, a relazionarsi con le forme e le consistenze, posandosi sulla superficie ne crea vortici, espone rotondità, rivela incavi altrimenti celati.
I fiori, soggetto protagonista della mostra, si caricano così di sensualità. Le corolle sinuose e vellutate divengono palpabili, suggerendo una natura eterea e allo stesso tempo voluttuosa. Forme sinuose di petali e frutti maturi si stagliano su uno sfondo vibrante di luce che apparentemente sembra depositare un’aura d’immobilità sui soggetti, cristallizzandoli, bloccandone l’esistenza nell’attimo rubato, così come vuole la fotografia istantanea, figlia della volontà di rivelare un’immagine del reale in modo immediato e tangibile. Osservando attentamente gli scatti di Leonardo, si coglie però la volontà di ricreare un movimento, una vibrazione nell’interazione tra sfondo e soggetto: la creazione di un caos calmo, in cui il background rimanda alla distorsione di uno spazio creato ancora una volta attraverso lo studio meticoloso della luce e delle sue rifrazioni su superfici riflettenti, texture rifrangenti o ancora campiture di colori puri e uniformi, giustapposti a creare un contrasto compositivo che pone in risalto ciò che è ritratto, esaltandone il profilo e, a volte, la solitudine dello stesso che si staglia imperituro contro una superficie cromatica intensa.

La composizione delle istantanee, studiata attraverso soluzioni ritmiche di contrasti, alternanze e giustapposizioni, equilibra lo spazio immortalato tra pieno e vuoto, tra presenza e vacuità, ponendo in risalto l’esile stelo di un fiore, così come la forma tondeggiante di un pomodoro, che colpita dalla luce radente, fa capolino da una comune ciotola biancheggiante e intonsa.

Petali, stami, corolle, frutti, oggetti quotidiani e scheletri, memento della caducità, ma, in alcuni trittici proposti dal fotografo, impegnati in una danza euritmica, compongono l’universo figurativo di Leonardo, pronti ad accogliere nuova vita nonostante la semplicità della loro natura. Un equilibrio costante tra realtà e suggestione, tra un’epoca lontana, a tratti malinconica, ma quanto mai autentica e tangibile.

Leonardo Lussana, classe 1988, ama definirsi un appassionato di fotografia che predilige l’uso della Polaroid. Il primo approccio con la fotografia istantanea risale all’infanzia grazie alla Polaroid 500 del nonno: qualche scatto casuale per poi dimenticare lì apparecchiatura in un cassetto per molto tempo, fino a quando, un paio di anni fa, un libro sulle possibilità creative della Polaroid ha risvegliato in lui il desiderio di sperimentare questo tipo di fotografia.

Partendo da una classica box type, acquistata in un mercatino dell’usato, giunge in seguito al sodalizio con uno dei tanti modelli di Polaroid Sx-70 srl che hanno fatto la storia di questo marchio. Leonardo ha affermato: ‘Amo questo tipo di fotografia non solo per il suo fascino vintage, ma anche per la sfida costante che pone: uno strumento limitato qual è la Polaroid stimola chi la usa ad ingegnarsi ed elaborare nella propria testa il risultato finale molto prima di premere il tasto di scatto, ricordando sempre che, fino all’ultimo, l’incertezza dello sviluppo può stravolgere completamente l’idea iniziale dando un valore aggiunto all’immagine’.

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