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“CamminaForeste Lombardia” torna a Bergamo. Viaggio alla scoperta delle Orobie

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Dal 9 all’11 luglio “CamminaForeste Lombardia 2017” torna in provincia di Bergamo. In programma ci sono tre tappe sul territorio orobico: domenica 9 luglio dal rifugio Salmurano (in Val Gerola, SO) al rifugio Balicco (Mezzoldo), lunedì 10 luglio dal rifugio Balicco al rifugio Benigni e martedì 11 luglio dal rifugio Benigni al rifugio Grassi.

Un’occasione di comunicazione e riflessione sul valore delle foreste e delle attività economiche in montagna. Con questa iniziativa – spiega la presidente Ersaf Elisabetta Parravicini – Ersaf intende far conoscere e promuovere le 20 foreste di Lombardia e il Parco dello Stelvio, la loro biodiversità, i valori che rappresentano e trasmettono attraverso l’incontro con le persone che vi abitano, i loro prodotti agroalimentari e anche le buone prassi di gestione e le potenzialità di crescita. Sarà un momento di incontro, di condivisione e di riflessione con tutti i partner territoriali con cui in questi anni abbiamo avviato e consolidato una relazione profonda e stabile per una partecipazione vera, quotidiana nella gestione delle Foreste di Lombardia”.

Collaborano al CamminaForeste Lombardia 2017 Cai, Collegio Regionale Guide Alpine Lombardia, Assorifugi, Legambiente, Associazione Italiana Turismo Responsabile. La manifestazione ha il patrocinio, tra gli altri, della Provincia di Bergamo.

Per informazioni e modalità di iscrizione accedere al sito www.camminaforestelombardia.it oppure inviare un’e-mail a camminaforeste@ersaf.lombardia.it

Ecco il programma.

Tappa 29 – Domenica 9 luglio – da Rifugio Salmurano (SO) a Rifugio Balicco. Tappa tutta bergamasca, sul filo del crinale delle Orobie. Dal rifugio Salmurano (1848 m) si raggiunge rapidamente il passo omonimo (da cui si vede il lago artificiale di Pescegallo), dove si incontra il Sentiero 101 delle Orobie orientali. Si procede verso est, rimanendo a sud delle pendici del monte Triomen, fino a incrociare il sentiero 109. Attraversando i pendii orientali del Ponteranica, si raggiunge il pianoro dell’Acqua Nera (1750 m) e quindi con un’ultima leggera salita il rifugio Ca’ San Marco (1829 m). La suggestiva casa cantoniera è punto di transito della Via Priula, costruita tra il 1592 e il 1593 per volere di Alvise Priuli, podestà di Bergamo. La via Priula utilizzava il soprastante passo di San Marco per passare dalla val Brembana alla Valtellina, collegando Bergamo con Morbegno e quindi la Repubblica di Venezia con i Grigioni. Si prende in discesa la Priula calando fino a Ponte dell’Acqua (segnavia 114) da cui i partecipanti si porteranno alla casa della Diocesi di Bergamo Madonna delle Nevi (1336) di Mezzoldo, dove alle 16 avrà luogo un incontro tematico “Verso il libro verde delle Foreste Lombarde – Dissesto idro-geologico e difesa del suolo: il ruolo di protezione delle foreste”. Alle 20.30 spettacolo gratuito “Vette di latte” del Soprano Silvia Lorenzi nella piazza del municipio a Mezzoldo in omaggio alle vittime dell’alluvione di 30 anni.
Il gruppo dei camminatori salirà poi attraverso la FdL Azzaredo Casù, per la cena e il pernottamento, al rifugio Balicco (1963 m) inaugurato da Ersaf nell’estate 2015 e affidato alla sezione Cai dell’Alta Val Brembana. Prima di arrivare si passerà dall’alpeggio Ersaf Azzaredo Casù, che produce formaggio.

Tappa 30 – Lunedì 10 luglio – da Rifugio Balicco a Rifugio Benigni. Lasciato il rifugio Balicco (1963 m) si raggiungerà il visibile bivacco Zamboni (1995 m); l’itinerario è caratterizzato dalla presenza dei bàrek, antichi recinti per il bestiame, tuttora utilizzati per il pascolo turnato. Di particolare interesse storico-culturale sono le incisioni rupestri e le coppelle di origine antropica, di cui è ricco tutto il territorio circostante. Si uscirà così dalla foresta Azzaredo Casù per immettersi sul Sentiero 101 delle Orobie orientali, in direzione del passo San Marco (1992 m), l’unico valico automobilistico tra le valli bergamasche e la Valtellina. Qui si incrocia la Via Priula e si vedono resti di trincee della Grande Guerra: il passo era sulla Linea Cadorna. Si scenderà per la Priula al rifugio Ca’ San Marco (1829 m). Dal rifugio si prenderà il sentiero 101 che si lascerà presto, proseguendo a mezzacosta sulla destra e salendo fino al passo del Verrobbio (2026 m): ancora più rilevanti i resti di trincee della Grande Guerra. Dal passo, sul versante valtellinese, si costeggia il laghetto di Verrobbio, dopo il quale si scenderà un breve tratto per poi salire in modo abbastanza deciso fino al Forcellino (2050 m).
Da tale varco si scenderà al lago di Pescegallo (1865 m), si attraverserà la diga e si proseguirà in leggera discesa nella valle di Pescegallo, fino al rifugio Salmurano (1848 m), dal quale si raggiungerà il passo di Salmurano (2017 m), ritornando così sul versante bergamasco, dove si ritroverà il sentiero 101, che tramite un divertente canalino porta al rifugio Benigni (2222 m), su un piccolo altopiano tra la val Salmurano e la val Tronella, sul confine tra le province di Bergamo e Sondrio. I partecipanti saranno nel Parco delle Orobie bergamasche. Al rifugio, degustazione di “strachì de mut” offerta dal consorzio omonimo e chitarra con i TrioQuater.

Tappa 31 – Martedì 11 luglio – dal Rifugio Benigni al Rifugio Grassi – Tappa aperta per iscriversi cliccando qui. Dal rifugio Benigni (2222 m) si seguirà il sentiero 101 che pianeggiante, raggiunge la Bocca di Trona (2212 m) e quindi fiancheggia le pendici meridionali del Pizzo dei Tre Signori (2553 m) così chiamato dalla sua funzione di confine tra il Ducato di Milano, i Grigioni e la Repubblica Serenissima. Si procederà sul “Sentiero dei solivi”, nome dovuto probabilmente all’esposizione al sole di questi versanti. Sulla cresta delle Parole, dopo la Bocchetta Alta si troverà un antico cippo di confine. Si è ormai in vista del rifugio Grassi (1987 m), sotto il passo di Camisolo e lo Zuc di Valbona, ma soprattutto in faccia al Pizzo. Evidenti le tracce di miniere. Si è alle porte di un’altra Foresta di Lombardia: la foresta Foppabona. Durante la camminata, osservazione e riconoscimento di erbe selvatiche commestibili con Wood*ing.
All’arrivo al Grassi, è prevista la visita alle miniere di Camisolo con il geologo Pierfranco Invernizzi. Alle 18, aperitivo con degustazione delle erbe selvatiche raccolte durante il tragitto.

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