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Allo Spazio Baco mostra e video per raccontare il dramma delle migrazioni

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Allo Spazio Baco_Base Arte Contemporanea Odierna – Palazzo della Misericordia sarà allestita una mostra fotografica di Rocco Rorandelli, appartenente al collettivo fiorentino Terra Project e collaboratore con l’International consortium of investigative journalists e varie organizzazioni non governative.

L’esposizione, intitolata “Campi migranti”, è promossa a cura di Sara Benaglia e Mauro Zanchi, in collaborazione con Vincenzo Magni. L’inaugurazione si terrà sabato 21 ottobre alle 10.30 e nelle settimane successive la mostra si potrà visitare sino al 2 dicembre il sabato dalle 10.30 alle 12.30.

Gli scatti dell’autore colgono la sintesi del controverso rapporto tra realtà ed evasione dal reale, tra un evento drammatico e la sua spettacolarizzazione. Le sue immagini collegano il passato politico italiano ai problemi del presente e traducono il dramma delle migrazioni attraverso una terribilità poetica della forma e dell’astrazione.
Sono trasmesse anche alcune puntate di Radio Ghetto, un progetto di radio partecipata che dà voce ai braccianti che lavorano alla raccolta dei pomodori in Puglia, mettendo a nudo lo sfruttamento e l’isolamento di chi ha raggiunto il Sud Europa.
Nella realizzazione della rassegna, Baco ha coinvolto la bergamasca Cooperativa Ruah, che si occupa di accoglienza migranti, affinché la fruizione delle opere proposte abbia come utenti anche i soggetti primi delle opere scelte, per portare in luce e provare a mettere in discussione la radice europea e anglosassone della nostra cultura.

Nell’illustrare l’esposizione, gli organizzatori evidenziano: “Di fronte alle innumerevoli persone che fuggono dalle loro patrie e da tutte le avversità che devono affrontare si comprende come sia sottile il confine che separa il privilegio dalla perdita di una condizione privilegiata. Infatti potrebbe accadere qualcosa che annulla tutto. E allora ci si troverebbe nei panni dei richiedenti asilo africani o asiatici, provando in prima persona il rapporto tra nuda vita, esistenza biologica e lo statuto di cittadino. Quale è la differenza tra persona e cittadino? Chi è l’espulso trattenuto? L’individuo privo di cittadinanza è uno “straniero senza nome”, non nominato dalla legge, e per trenta giorni vive in uno spazio di vuoto giuridico totale. È ridotto a “nuda vita di fronte al potere sovrano”, senza difese. Queste problematiche mettono a nudo ciò che sta dietro la figura del cittadino.
In base all’articolo 14 del Testo unico sull’immigrazione, le persone trattenute nei “centri di permanenza temporanea” in Italia sono già state oggetto di un provvedimento di espulsione precedente. Accade che gli immigrati privi di documenti, per garantirsi una nuova possibilità rispetto a un eventuale reingresso in Italia, dichiarino false generalità e una non veritiera nazionalità di provenienza. Essendo per legge già state espulse, le persone detenute in questi “Campi” risultano “inesistenti” sul territorio dello Stato. Dal punto di vista giuridico si verifica una situazione di eccezione, per cui l’esistenza fisica viene separata dallo statuto giuridico. Nel testo della legge i profughi e i clandestini non vengono chiamati “cittadini stranieri” ma si ricorre sempre a definizioni del genere: “la persona trattenuta”. Attraverso l’espulsione, i profughi sono spogliati di ogni statuto giuridico e trattenuti in luoghi (“spazi d’eccezione”) dove non dimorano dei soggetti giuridici ma delle nude esistenze, che non possono appellarsi agli stessi diritti dei cittadini italiani. Gli “espulsi” sono rinchiusi nei campi, ma sono già altrove. Non sono giuridicamente all’interno dei confini nazionali dell’Italia, ma in una terra di mezzo, in attesa che si verifichino le condizioni pratiche della loro espulsione. Rocco Rorandelli ha testimoniato con i suoi scatti le dinamiche inerenti alle migrazioni, agli sbarchi dei profughi, alle detenzioni nei campi, allo ‘stato di eccezione’, rievocando le questioni sostenute da Giorgio Agamben in Homo Sacer. Il percorso visivo della mostra pone l’attenzione anche sul non detto, rimasto sospeso e in sospensione tra le innumerevoli parole e immagini di politica e media in questi anni di grandi fenomeni migratori”.

In contemporanea alla mostra si svolgerà una rassegna video sul tema intitolata “Campi”, a cura di Sara Benaglia e Mauro Zanchi.
Il titolo scelto vuole richiamare la definizione di campo quale paradigma biopolitico della modernità, sostenuta da Giorgio Agamben in Homo Sacer. “Campi” è una rassegna di videoarte, dove gli artisti indagano attraverso la loro ricerca le dinamiche e le questioni inerenti alle migrazioni, agli sbarchi dei profughi, alle detenzioni nei campi, allo “stato di eccezione”. Il percorso visivo proposto pone l’attenzione anche sul non detto, rimasto sospeso e in sospensione tra le innumerevoli parole e immagini di politica e media in questi anni di grandi fenomeni migratori: Iorio e Cuomo hanno riflettuto sulle dirette televisive dall’isola più a sud d’Europa; Guy Ben Ner si è rapportato con profughi sudanesi e eritrei attraverso una lezione di cinema nel centro di detenzione per richiedenti asilo nel deserto del Negev (Israele); Regina José Galindo ha posto l’accento sulle contraddizioni mosse dai movimenti migratori haitiani nella Repubblica Dominicana; Adrian Paci ha dato voce al non detto rimasto impresso nella memoria del corpo di una donna palestinese, giunta da poco in Italia dalla Siria grazie ai corridoi umanitari; gli Invernomuto hanno realizzato una tragicommedia musicale italo-etiope-jamaicana, nata dalla vendicazione della morte di un soldato durante la missione di conquista dell’Etiopia da parte dell’Italia fascista; Gabriella Ciancimino ha posto l’attenzione sulle migrazioni dei semi delle piante pirata, portate dai venti dall’Africa in Italia.
Il progetto è stato realizzato in collaborazione con la Fondazione Mia di Bergamo e con l’Assessorato alla Cultura del Comune di Bergamo, con il contributo della Fondazione Comunità Bergamasca, di A2A Energia S.p.a. e di BCC Bergamo e Valli.
Il calendario della rassegna video-opere prevede:
– sabato 21 ottobre “Sudeuropa” di Iorio e Cuomo;
– sabato 4 novembre “Combustibile” di Regina José Galindo;
– sabato 11 novembre “Escape Artists” di Guy Ben Ner;
– sabato 18 novembre “Rasha” di Adrian Paci;
– sabato 25 novembre “All’Allerbaggio” di Gabriella Ciancimino;
– sabato 2 dicembre “Negus” di Invernomuto.

Le proiezioni hanno inizio alle 11.

Rocco Rorandelli (1973) ha iniziato a lavorare come fotografo documentarista dopo gli studi in Biologia, che lo hanno aiutato a sviluppare un profondo interesse per le questioni sociali e ambientali su scala globale. Le sue immagini sono utilizzate in diverse campagne di sensibilizzazione di organizzazioni intergovernative e non governative e vengono regolarmente pubblicate dalle principali riviste internazionali come Le Monde Magazine, Geo, Der Spiegel, Newsweek, The Wall Street Journal, Paris Match, Guardian Review, D di Repubblica, L’Espresso, Internazionale, Io Donna, Vanity Fair e molti altri. È stato selezionato al Sony World Photography 2010. Nel 2011 ha ricevuto un grant da parte del Fondo per il Giornalismo Investigativo (Usa) per il suo progetto a lungo termine sull’industria del tabacco. Nel 2013 è stato nominato candidato al Magnum Foundation Emergency Fund.
Rocco vive a Roma. È uno dei membri fondatori del TerraProject collettivo.

Lo Spazio Baco Base Arte Contemporanea Odierna – Palazzo della Misericordia è a Bergamo in via Arena, 9 (Città Alta).
Per avere ulteriori informazioni consultare il sito internet www.bacoartecontemporanea.it

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