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Ad Albino in scena “La Befana vien di notte”

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Sabato 6 gennaio alle 16.30 all’Auditorium Cuminetti di Albino andrà in scena uno spettacolo teatrale dal titolo “La Befana vien di notte”, con Teatro Prova.
Befanì, Veggia Bacucca, Vecchia Vegeta, Pifanie, Strieta, Marantega, Barbasa, Buffaneigghie: tanti nomi ha la befana, la signora misteriosa che, in fondo a quella calza lunga lunga appesa vicino al camino, lascia carbone oppure doni.

Viene da lontano, a cavallo della sua fedele scopa e la scorta di regali: arriva allo scoccare del 6 di gennaio, in una notte che sa di magico e misterioso. Si dice che in quella notte gli animali parlino fra loro il linguaggio degli uomini, i prati si riempiano di fiori, l’acqua dei ruscelli si trasformi in olio o in vino.

Ma guai a chi osasse guardare tutti questi prodigi: rischierebbe la triste sorte di quel carrettiere che spiò la strana conversazione tra il suo cavallo e la Befana. Il fatto che sia vecchia, col naso bitorzoluto, con i capelli arruffati e stopposi come una strega non significa che sia malvagia: è vero che si mangerebbe i bambini…ma di baci.

In accordo segreto con la sua civetta spia, tiene ben segnate su un libro tutte le impertinenze che hanno commesso durante l’anno per premiarli o punirli con quel carbone che prepara facendo legna e bruciandola mentre sferruzza calze.

Ma la Befana ama i bambini, adora portar loro i regali seguendo mappe che soltanto lei riesce a decifrare: calandosi dai camini a volte troppo angusti e fuligginosi, si trova tra calzini puzzolenti e camerette in disordine per raccogliere i soffi dei loro desideri con la scatola raccoglisogni.
È proprio il sogno di Arianna, che vuole “che tutti siano più buoni”, a spingere la Befana a cercare il fiore del cuore: è un piccolo fiore giallo, il fiore d’oro dell’Oriente, il fiore dell’armonia: Kiku. 
E dal quel giorno in ogni calza che riempie lascia un seme di quel fiore tanto prezioso e unico.
E pensare che tutto questo viene da molto lontano: da Strenia, lo spirito delle feste dell’antica Roma, la personificazione della salute pubblica, quella da cui è cominciato l’ambaradam dei ‘portaregali’: San Nicola, Santa Lucia, i Morti, i Magi, San Simone, San Martino, Santa Caterina, Sant’Antonio Abate, Babbo Natale, perfino il Bambino Gesù.

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