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A Quarenghicinquanta mostra sulle donne nelle prigioni siberiane

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È una mostra-racconto dedicata alle donne nelle prigioni siberiane la nuova iniziativa promossa dalla galleria Quarenghicinquanta di Bergamo. L’esposizione, che raccoglie fotografie di Elena Anosova, è intitolata “Section” ed è allestita dal 26 novembre al 10 dicembre.
L’inaugurazione si terrà venerdì 25 novembre dalle 18.30 allo spazio fotografia (interno cortile). Nei giorni seguenti, gli orari di apertura saranno: giovedì e venerdì dalle 16 alle 19.30; sabato dalle 10 alle 12,30 e dalle 16 alle 19.30; domenica su appuntamento telefonando ai numeri 335 5382238 – 338 9722799.
“Section” è un progetto sulle donne. L’autrice avvicina il proprio sguardo sull’interazione dinamica dei processi di isolamento e sorveglianza, sulle qualità uniche delle relazioni sociali ed emotive all’interno di società femminili. Per approfondire il suo lavoro di osservazione, Anosova ha trascorso alcuni mesi lavorando in penitenziari femminili in Siberia. In modo paradossale, in Russia, una quasi esultante romanticizzazione della prigione coesiste con uno schizzinoso rifiuto della routine giornaliera dentro la stessa, delle abitudini delle persone rinchiuse. Mentre lavorava al Progetto, l’autrice ha realizzato che la comunità all’interno della prigione è un modello della nostra società: la demolizione ed erosione delle ultime dimensioni intime e riservate delle detenute stanno accelerando ovunque.
La pressione tangibile è giustificata dalla sua natura preventiva. Con l’avvento di internet e della moderna tecnologia, vari sistemi di controllo son diventati parte della nostra vita quotidiana: la sorveglianza totale di tutti gli aspetti della nostra vita sociale è ora possibile. Nessuno è protetto. A un livello macro-sociale, questo controllo è stato possibile grazie a una fitta rete di decreti amministrativi, mentre a livello micro-sociale viene imposto tramite una serie di regole non dette. Nello spazio ridotto di una prigione, una donna può sempre essere guardata, osservata. Viene privata di ogni possibilità di esser sola, sia questa fittizia o immaginaria. Molti anni di nudità complete e la perdita di uno spazio intimo storpiano la personalità che viene messa in una società senza pietà.
Circa metà della popolazione carceraria mondiale si trova in tre paesi: Cina, Russia e Stati Uniti. In Russia i detenuti sono 645mila e le donne sono l’8,1 per cento. Secondo l’Organizzazione mondiale della sanità, almeno un terzo di loro quando arriva in carcere soffre di una malattia infettiva, in particolare di sifilide, le sieropositive sono il 5 per cento e le malate di tubercolosi il 3 per cento. Molte, inoltre, soffrono di alcolismo, tossicodipendenza e malattie cardiovascolari.
Elena Anosova ha seguito per due mesi la popolazione femminile di tre colonie penali russe, cercando di capire come la reclusione cambia l’identità e la fisicità delle detenute. La sfida di Anosova è quello di rivelare la loro femminilità anche in condizioni di alta sorveglianza.
Le foto sono state realizzate nell’autunno del 2014, ma la fotografa non può rivelare dove sono state scattate.
Il progetto “Section” di Elena Anosova ha vinto il premio World. Report Award 2015 – Spot Light Award, con la seguente motivazione: mostra donne condannate a scontare pene di varia lunghezza nelle prigioni siberiane e affronta il soggetto da un punto di vista originale e pieno di sensibilità. Invece di raccontare la vita quotidiana all’interno della struttura di detenzione, la fotografa sceglie di presentarci le detenute in ritratti singoli o a coppie in cui lo spazio del carcere è ridotto al minimo, diventando un sfondo neutro. È come se la cornice del ritratto restituisse a queste donne un momento di sospensione dall’isolamento e dalla sorveglianza costante, un momento intimo, di raccoglimento con se stesse, al riparo dalla visibilità senza tregua a cui sono sottoposte. Le donne sono fotografate senza giudizio, con onestà e delicatezza, e si offrono all’osservatore nella loro umanità e vulnerabilità.
La giuria, dopo un confronto attento e approfondito, ha assegnato il premio all’unanimità.
La galleria Quarenghicinquanta è a Bergamo in via Quarenghi, 50. Per avere ulteriori informazioni inviare un’e-mail a quarenghicinquanta@gmail.com

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