Sviluppare prodotti per migliorare le pavimentazioni dal lontano 1967. È questo il know-how storico di Iterchimica, che ha reso l’azienda un punto di riferimento internazionale. Aprire il suo archivio significa toccare con mano un pezzo di storia dell’innovazione. Ed è in questa direzione che va il progetto Ecopave, ideato e sostenuto dall’azienda bergamasca con sede a Suisio che fa dell’innovazione il suo leitmotiv. L’azienda ha ideato un metodo virtuoso per recuperare specifiche plastiche dure che non si riuscivano a smaltire e che venivano pertanto destinate agli impianti di termovalorizzazione.
La realizzazione di pavimentazioni stradali richiede processi di ricerca e know-how di elevato livello, soprattutto quando sono utilizzate tecnologie innovative e quando si fa riferimento al campo degli additivi per conglomerati bituminosi.
Il lavoro sinergico di tutti i 50 specialisti (chimici, geologi, fisici, ingegneri, produttori, progettisti e gestori) direttamente coinvolti nel Progetto Ecopave, finanziato attraverso il POR FESR 2014-2020 di Regione Lombardia, ha consentito la messa a punto di un supermodificante a base di grafene che, grazie a una formulazione e a un processo produttivo brevettati, permette il riciclaggio di specifiche plastiche dure normalmente destinate al termovalorizzatore. Gipave® è utilizzato per la modifica dei conglomerati bituminosi con il metodo dry (PMA), permettendo di incrementare sostanzialmente la resistenza ai cicli di carico della pavimentazione e conseguentemente di ridurne la manutenzione, come già ampiamente verificato e documentato.
I benefici sono notevoli e riguardano tutta la filiera industriale delle pavimentazioni stradali, dal produttore di materiali al costruttore di strade, dal manutentore al gestore, ma soprattutto si prevedono enormi vantaggi per l’utenza stradale. Con riferimento ai cittadini ed alla collettività, i benefici risiedono nella maggior sicurezza stradale dovuta alla miglior qualità delle pavimentazioni e alla riduzione degli ammaloramenti con conseguente risparmio economico per i contribuenti.
IL PROGETTO ECOPAVE
L’inquinamento globale ha ormai raggiunto livelli allarmanti e una delle cause più preoccupanti è sicuramente la plastica. Alla data odierna, l’utilizzo dei plast mix non permette di avere un’uniformità di formulazione (dipende dalla raccolta) perché le plastiche non sono selezionate (comprendendo così anche quelle non idonee in campo stradale). Tale condizione comporta debolezze e disuniformità strutturali della pavimentazione, limitandone la vita utile.
In questo contesto si è inserito il progetto di ricerca Ecopave, i cui principali obiettivi sono stati:
-Determinare i limiti del plast mix e definire gli impieghi attraverso un processo di tecno-selezione;
-Riutilizzare una specifica tipologia di plastica normalmente inviata al termovalorizzatore;
-Determinare la corretta formulazione chimica del nuovo supermodificante (compound polimerico);
-Sfruttare le prestazioni meccaniche del grafene;
-Incrementare sostanzialmente le prestazioni dei CB rispetto sia all’utilizzo di bitumi tal quali sia rispetto ai bitumi modificati (Polymer Modified Bitumen – PMB).
Il Progetto Ecopave finanziato dal POR FESR 2014-2020 (circa 6,5 milioni) è stato denominato “Messa a punto di supermodificanti per asfalti prodotti mediante l’impiego di plastiche provenienti da rifiuti industriali e da raccolte differenziate destinate al termovalorizzatore, additivati con materiali a base grafenica, per la realizzazione di strade ecologiche, durature e riciclabili all’infinito”.
Il Programma Operativo Regionale (POR) ha stabilito le strategie da adottare per utilizzare le risorse provenienti dal Fondo Europeo di Sviluppo Regionale (FESR). Le risorse messe a disposizione da Regione Lombardia sono ammontate a circa 970,4 milioni di euro, di cui 485,2 stanziati dall’UE. Gli Assi principali del programma sono stati molteplici, tra cui il rafforzamento della ricerca, dello sviluppo tecnologico e dell’innovazione, l’incentivazione della competitività delle Piccole Medie Imprese e la promozione dello sviluppo urbano sostenibile. I progetti approvati e monitorati alla data odierna sono 3349 di cui solo 402 sono conclusi (12%) e 301 (9%) non sono stati neppure avviati. Il 64% dei progetti ha riguardato la ricerca e l’innovazione, rispettando la richiesta peculiare inerente alla multidisciplinarietà delle ricerche.
Iterchimica, leader nel progetto Ecopave
La capofila del Progetto Ecopave è stata Iterchimica e i partner coinvolti sono stati:
G.Eco, società mista a capitale pubblico-privato compartecipata dal Gruppo a2a che si occupa di raccolta differenziata, recupero, gestione e smaltimento di tutti i generi di rifiuti, nonché tutte le attività inerenti all’igiene urbana e alla salvaguardia ecologica dell’ambiente;
Directa Plus, uno dei maggiori produttori e fornitori mondiali di prodotti a base di nanoplatelets di grafene puro al 100%, prodotto in modo sostenibile secondo brevetto;
Università degli Studi di Milano Bicocca (UNIMIB), Ateneo italiano in grande crescita anche nei ranking internazionali, dotato di un Dipartimento di Scienze dell’Ambiente e della Terra (DISAT).
La ricerca si è conclusa con il raggiungimento dei seguenti macro-risultati:
-Formulazione di un supermodificante ad alte prestazioni a base di grafene, attraverso il riciclaggio di materiali plastici da recupero altrimenti destinati a termovalorizzazione;
-Progettazione esecutiva di un impianto sperimentale per la produzione del supermodificante a base di grafene, studiato per soluzioni tecnologiche assolutamente inedite per le fasi di macinazione e di confezionamento;
-Verifica della funzionalità tecnica e della sostenibilità del prodotto;
-Verifica dell’effettiva funzionalità tecnica del supermodificante e dell’efficacia della realizzazione di strade ecosostenibili ad elevate prestazioni;
-Realizzazione di un impianto industriale;
-Brevetti delle soluzioni tecnologiche e dei nuovi prodotti: invenzione industriale e formulazione di un nuovo processo industriale. Directa Plus detiene inoltre anche il brevetto per l’invenzione industriale.
La collaborazione tra i partner coinvolti è stata fondamentale. Il lavoro svolto ha permesso di individuare una soluzione che combina due obiettivi di notevole importanza: da un lato il miglioramento delle infrastrutture viarie rendendole più sicure e resistenti, dall’altro l’opportunità di dare una seconda vita ad una frazione di plastiche non riutilizzabili, limitando gli sprechi e costituendo un esempio virtuoso di economia circolare. Il progetto Ecopave è sostenibile al 100%: è quanto dimostrato dall’Università degli studi di Milano Bicocca e da tutti gli altri atenei coinvolti nel progetto e finanziati da Regione Lombardia. Infatti, per ogni km di strada realizzata con Gipave è possibile recuperare 20 ton di plastica altrimenti destinata agli inceneritori, si risparmia il 70% di CO2eq e non vengono rilasciate microplastiche. Indubbiamente, il coinvolgimento di plastica dura (e quindi ciò che viene comunemente definito “rifiuto”) ha comportato uno studio significativo, sia in termini di risorse che di tempo, per definire quale tipologia di plastica poteva essere riutilizzata: gli studi hanno condotto a una tecno-selezione resa possibile dall’impianto sperimentale messo a punto da G.Eco.
Gipave è già stato testato e sperimentato in 11 campi prova in Italia e nel Regno Unito, a partire dal 2018 quando Città Metropolitana di Roma decide di realizzare il primo tratto di strada al mondo contenente Gipave. Dal 2019 in poi, i test vengono realizzati di nuovo a Milano, poi a Bergamo (nel dettaglio sulla Circonvallazione Fabriciano, SS 470), nell’Oxfordshire e nel Kent (Regno Unito) passando anche per gli aeroporti di Roma-Fiumicino e di Cagliari-Elmas, per arrivare nel 2020 alla realizzazione di uno strato con Gipave della pavimentazione del nuovo Ponte di Genova San Giorgio, ricostruito dopo il tragico crollo avvenuto nel 2018. Ad oggi, i risultati delle sperimentazioni hanno dimostrato che la nuova tecnologia consente di migliorare le prestazioni delle pavimentazioni stradali aumentandone la durata e riducendo di conseguenza gli interventi di manutenzione e i relativi costi nel tempo.
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