Il report ISTAT 2022 sulla “Situazione e prospettive delle imprese dopo l’emergenza sanitaria covid-19” evidenzia come il 50,2% delle imprese italiane nel 2021 ha avuto bisogno di attivare strumenti di finanziamento. Soprattutto a causa della pandemia, nel 2020 tale percentuale raggiungeva addirittura il 70,2%.
Questi dati allarmanti mettono in luce quanto sia difficile per gli imprenditori italiani coprire il fabbisogno finanziario della propria azienda, attraverso un’organizzazione equilibrata, che presenti costi proporzionati alla redditività del capitale investito. Difficile improvvisarsi esperti di gestione finanziaria, dovendo soprattutto giostrare tante altre competenze operative e commerciali.
Come fare dunque? Quale soluzione adottare per ridurre il costo delle fonti di finanziamento e abbassare il rischio imprenditoriale?
Una consulenza aziendale di successo: il maglificio lombardo seguito da Giuseppe Di Domenico
Per evitare di affrontare una crisi aziendale quando ormai è troppo tardi, sarebbe meglio rivolgersi a servizi di consulenza aziendale per PMI, che aiutano gli imprenditori a ottimizzare la gestione finanziaria della propria impresa e ridurre l’indebitamento.
Come caso esemplificativo, riportiamo di seguito la storia di rinascita di un’azienda lombarda (un maglificio storico di dimensioni medio-piccole: 27 dipendenti e due titolari) che si è affidato a Giuseppe Di Domenico, consulente aziendale specializzato nella Gestione Finanziaria delle PMI, ideatore del Metodo Di Domenico™, protocollo speciale di gestione finanziaria e risanamento d’impresa.
Bocconiano di studi e divulgatore per passione, il dott. Di Domenico ha scritto numerosi manuali, come per esempio la collana in tre volumi Le Guide Salva Impresa, o il libro Aziende che si Finanziano da Sole, nel quale spiega agli imprenditori, in un linguaggio non accademico, come creare un’azienda capace di prosperare senza finanziamenti esterni.
Gli abbiamo chiesto di illustrarci con un caso reale come e perché l’autofinanziamento aziendale spesso conviene, e come ha contribuito, grazie al suo metodo e al suo network di professionisti, alla ripresa di un’azienda che sembrava destinata al fallimento.
Problemi dell’azienda che preannunciavano la crisi aziendale
“Quando abbiamo passato al setaccio i numeri aziendali per individuare le possibili strategie di risanamento, ho scoperto che gli effetti della cattiva gestione degli ultimi anni aveva pervaso molti aspetti dell’azienda e della vita delle titolari” ci spiega il dott. Di Domenico.
In particolare, gli elementi che preannunciavano una crisi aziendale imminente erano i seguenti:
1. Pesante cartella esattoriale da pagare (generata da un errore nel calcolo della rivalutazione di alcuni beni aziendali a cui era legato il 70% del debito fiscale accumulato dall’azienda) senza che il commercialista avesse attivato l’assicurazione professionale, come dovrebbe succedere in casi del genere.
2. Azienda costituita sotto forma di società di persone, con inevitabile esposizione del patrimonio personale delle titolari in caso di problemi finanziari dell’azienda. Questo esponeva la consistenza patrimoniale della famiglia alle mire dei tanti creditori che avrebbero voluto mettere le mani sulla villa storica di famiglia (considerata la situazione in cui era finita l’azienda).
3. Vendita sottocosto dei capi, a un prezzo unitario inferiore al costo di produzione (tutto perché il controller che li aveva affiancati per ben 8 anni aveva allestito un sistema di preventivazione completamente errato).
4. Ricorso frequente a linee di credito per sopperire ai bilanci in perdita da anni, ma puntualmente ritoccati ad arte per convincere le banche.
5. Anticipi non onorati dai clienti, che avevano causato anche insoluti su RiBa e fatture.
Le 4 aree dell’intervento su cui si è basata la consulenza aziendale
“Per salvare l’azienda dal fallimento abbiamo lavorato sull’allentamento graduale dai rapporti che legavano l’azienda alle banche e sulla ristrutturazione finanziaria basata sull’autofinanziamento attraverso il mio metodo, che fa leva su 4 differenti aree da cui è possibile ricavare il denaro necessario a risanare la struttura finanziaria aziendale” ci racconta il dott. Di Domenico.
Più nel dettaglio, gli interventi apportati sono stati orientati a:
1. Riportare in positivo la marginalità delle vendite, incoraggiando da una parte
l’esternalizzazione della produzione a minor valore aggiunto, dall’altra realizzando una nuova linea di prodotti a marchio proprio in affiancamento e compensazione dell’attività primaria.
2. Sganciare l’azienda dal giogo delle banche, in modo da ridurre al minimo la loro influenza nella continuità aziendale e salvaguardare in questo modo anche il know-how, la capacità produttiva e gli impianti per la produzione di maglieria.
3. Stabilizzare le vendite, attraverso indicazioni strategiche mirate a supportare la titolare nel compimento delle giuste strategie di vendita.
4. Assicurare la continuità delle forniture, per evitare rallentamenti o spiacevoli intoppi nei ritmi di produzione.
Quali risultati si possono ottenere con il modello dell’autofinanziamento?
I risultati ottenuti dall’azienda lombarda dopo tre anni dal primo contatto sono stati i seguenti:
1. Aumento dei margini e del volume d’affari
2. Valorizzazione del patrimonio aziendale e tutela di quello personale
3. Riduzione dell’indebitamento e miglioramento dei risultati di bilancio
4. Riduzione dei costi di gestione
5. Riequilibrio della struttura finanziaria
“La tecnica del boostrapping che abbiamo adottato, che fonda la costruzione della struttura finanziaria sull’autofinanziamento, anziché sulle fonti di finanziamento esterne, non è di facile applicazione, né alla portata di tutti. Per condurre a risultati concreti richiede progettazione, costanza e azioni precise attuate da professionisti specializzati. Inutile nasconderlo: se l’azienda è in crisi, c’è bisogno anche di coraggio” afferma Giuseppe Di Domenico.
È bene precisare come i modelli di business che rischiano enormi investimenti iniziali a fronte di ritorni sulle vendite molto distanti nel tempo non possono essere finanziati solo attraverso la tecnica del bootstrapping.
Il modello dell’autofinanziamento può essere applicato in molti settori e per aziende in fasi diverse del proprio ciclo di vita, incluse quelle che non hanno problemi con le banche o con i fornitori, per il semplice fatto di avere la possibilità di prevenirli prima che si verifichino.
L’imprenditore che desidera ottenere una maggiore efficienza nella gestione della propria struttura finanziaria, può decidere di rivolgersi a un professionista specializzato in consulenza aziendale per le PMI come Giuseppe Di Domenico, per evitare di trovarsi in balia di fideiussioni a garanzia dei prestiti bancari impossibili da ripagare.
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