La politica monetaria aiuta a capire la finanza: cosa sta succedendo nel mondo?
La politica monetaria italiana è piuttosto accomodante, e ampiamente, da quasi dieci anni, le cui previsioni al futuro sono costantemente ritoccate al ribasso per un fattore di prudenza.
Con politica monetaria si intende quell’insieme di strumenti, obiettivi e interventi che uno Stato attua per orientare la moneta, il mercato e la finanza, al fine di raggiungere degli obiettivi economici.
Nel 2019 la crescita mondiale è stata fragile, in particolare di fronte a certi shock. E l’incertezza produce inflazione, che scuote le Borse.
Quindi l’andamento della BCE (la Banca Centrale Europea) è stato in un certo senso lungimirante. Di cose ne sono successe in questi mesi: le elezioni europee, il voto sul caso Diciotti, la caduta del governo Sanchez in Spagna, la crisi francese, le tensioni in Catalogna, la Federal Reserve e il protezionismo di Donald Trump, una Brexit disordinata, l’ipotesi di implosione dei commerci internazionali.
Al momento sono due i temi a tenere i mercati sulle spine, anche intrecciati l’uno all’altro: l’andamento dell’economia globale e i bollenti rapporti tra Stati Uniti e Cina.
Le politiche super espansive sembrano, da un lato, aver perso slancio, mentre un mancato accordo di Trump potrebbe portare a conseguenze pesanti sui commerci internazionali.
L’incertezza rende l’amministrazione USA un partner poco credibile, con un effetto negativo sulla business confidence.
Quando si parla di investimenti in Borsa è bene prestare molta attenzione a questi fattori: non si tratta di imparare dei giochetti matematici o di essere in grado di fare semplici previsioni sul trend.
La borsa è pur sempre un investimento rischioso e, per quanto si possa essere in grado di fare un’analisi approfondita di indici, mega trend e quant’altro, nulla sarà in grado di eliminare il rischio della perdita di Capitale.
Per questa ragione è molto importante non focalizzarsi solo sugli strumenti finanziari, ma conoscere in generale il mercato ed essere degli anticipatori, anche secondo le informazioni fornite da InvestireinBorsa.org.
Un esempio? L’azienda Ferrari negli ultimi anni ha avuto un trend delle vendite in positivo. Non solo, gli utili sono stati distribuiti ogni anno agli azionisti e le prospettive di crescita sono importanti.
Ora, supponiamo che Porsche faccia uscire sul mercato un modello dalle caratteristiche strabilianti e molto simili a quelle della Ferrari: in questo caso, la Borsa ne risentirà a causa dell’incertezza. Infatti, non è più sicuro che i trend di vendita possano rispettare il piano degli obiettivi e dunque le azioni acquistate di Ferrari perderanno valore.
Una lezione importante: i mercati sono altamente volatili: è bene avere un portafoglio titoli diversificato.
Troppa fiducia sulla BCE: servono nuovi trend su cui puntare
Che i mercati ripongano troppe speranze sulla BCE, non è una novità. A settembre le aspettative sulla BCE erano alte: si pensava ad un nuovo QE (Quantitative Easing), ovvero iniezioni di liquidità da parte della Banca Centrale, con un’ipotesi che si aggirava intorno a 30-40 miliardi al mese per 9-12 mesi. Non solo: anche una forward guidance, con la promessa di un allungamento dei tassi bassi a lungo termine.
Nel corso del meeting del 12 settembre, la BCE ha annunciato un nuovo QE e nuovi tassi sui depositi: dal precedente -0,40% si passa allo -0,50%.
Il deposit facility rate (o tassa sui depositi) è il tasso che la BCE paga alle banche sulla liquidità e che queste posteggiano la sera nel conto che devono avere presso la BCE.
Cosa vuol dire avere un tasso negativo? Il tasso negativo del DFR implica che sono le banche a dover pagare alla BCE un tasso di interesse sulla liquidità parcheggiata.
Qual è lo scopo? Se le banche devono pagare un tasso di interesse alla BCE e questo tasso è negativo, saranno disincentivate a parcheggiare la liquidità e piuttosto incentivate a prestarla a famiglie e individui in generale.
La Banca Centrale Europea, a settembre, ha calibrato e rafforzato gli strumenti per la politica monetaria in atto. Tra questi possiamo ricordare i tre principali strumenti:
– Tassi negativi sui depositi delle banche: semplificando molto, il loro scopo è quello di stabilizzare i tassi a breve termine, come quelli di quando, ad esempio, le banche prestano denaro alle imprese.
– Acquisti dei titoli pubblici: servono a tenere bassi i tassi a lunga, come quelli che le banche prendono per i prestiti a lungo termine (per i mutui ipotecari).
– Acquisti dei titoli emessi dalle imprese private insieme al TLTRO: hanno lo scopo di contenere i tassi sopra citati (quelli che le banche propongono alle famiglie e imprese) e che lo spread, che il mercato carica su quegli stessi tassi quando presta alle imprese comprando i loro bond, rimanga sotto controllo.
Tra questi strumenti e le condizioni finanziarie c’è quindi una stretta connessione, che è importante valutare quando ci si affaccia alla scelta dei titoli.
Quando si acquistano dei titoli, si emette liquidità, che è detenuta dalle banche ed è tassata in modo negativo (-0,5%) dai tassi applicati ai depositi delle banche nell’Eurosistema e le banche sono incentivate a prestarla invece che depositarla. Quindi, i tassi dei titoli interagiscono rendendo più convenienti i prestiti di denaro e generando più sicurezza. A sua volta, dalla sicurezza l’inflazione rimare costante e le Borse reagiscono bene.
Cosa succede ai mercati oggi
Dopo gli ultimi mesi di tensione, i mercati sembrano essersi ripresi, grazie anche al rialzo del prezzo del greggio. Lo spread è infatti in discesa negli ultimi tre mesi.
Il 2018 è stato turbolento e, per più di 6 mesi, ha toccato quota 200 punti base. Ora il differenziale sui credit default swaps, ossia sui derivati di credito (cioè il premio che gli operatori pagano per assicurarsi dal rischio di default italiano) è tornato vicino ai 130 punti base.
L’andamento degli indici di borsa non è mai prevedibile con esattezza. Il mercato è molto volatile e questo significa che i titoli risentono di tutto ciò che succede all’economia globale.
Se si analizza un grafico azionario, una rappresentazione di come cambiano i prezzi intorno ad un titolo nel tempo, si osserva che l’andamento della linea del grafico non è mai costante, ma varia nel tempo.
Il nuovo mega trend su cui puntare: i fondi tematici specializzati
In un mondo in costante cambiamento, Quirien Lemey (gestore del Fondo DPAM Invest B Equities NEWGEMS Sustainable) spiega che occorre puntare sui fondi tematici specializzati.
Il mercato azionario italiano possiede dei fondi rappresentati dall’80% da fondi attivi o passivi (con un indice di riferimento) e dai fondi tematici specializzati in un settore specifico. Questi fondi sono ad oggi una nicchia; il loro senso è quello di investire nelle aziende che operano in settori destinati ad avere una rilevanza primaria, in un futuro non troppo lontano.
Ed ecco che la tematica del trend ritorna: occorre essere anticipatori non tanto di una tendenza a sé, ma dei cambiamenti che ci riguardano globalmente.
A differenza di un tempo, occorre riflettere sulla direzione necessaria da prendere per il futuro.
Preservazione dell’acqua, robotica, studio dell’invecchiamento della popolazione, nutrizione, andamento dei consumi dei Millennials. E ancora: il settore delle nanotecnologie (come la costruzione di chip, smartphone, macchinari industriali e medici), quello dei Big Data, della sicurezza o l’ecologia, che occupa un ruolo sempre più centrale nello scenario mondiale, sono solo alcuni tra i mega trend su cui investire.
Un’altra tendenza è l’automazione del settore auto: vista da sola non dice molto, ma se la si osserva in un contesto globale, questa innovazione potrebbe rivoluzionare tutto il settore meccanico.
Industria 4.0? Una riflessione per anticipare le giuste scelte di investimento
Quirien Lemey sostiene che per essere distintivi occorre intrecciare gli investimenti tematici ad un approccio attivo sostenibile, selezionando gli indicatori che monitorano ciascun settore in cui investire. Tuttavia, è importante non basare le proprie scelte solo sugli indicatori ma, come già detto, cercare quelle aziende e quei temi che saranno determinanti per il futuro. Ad esempio, risulta che i millennials abbiano una sensibilità maggiore su certe tematiche rispetto alla generazione precedente. I gestori di fondi che vogliono distinguersi devono saper anticipare queste scelte.
Ad oggi sono molte le società che hanno deciso di investire in mega trend di lungo periodo, come ad esempio Credit Suisse, Amundi e Candriam. L’importante è che l’orizzonte temporale di investimento sia di almeno 4/6 anni affinché l’impatto sul portafoglio azionario sia positivo.
Infatti, in termini di costo, sono prodotti più cari rispetto ai tradizionali azionari, ma a lungo termine promettono all’investitore una remunerazione più elevata.
commenta