Appassiona, diverte e unisce: anche quest’anno il giro d’Italia sta scaldando il cuore di tanti, tantissimi sportivi e amanti della bicicletta ma anche di molti semplici curiosi che non vogliono perdersi questo tradizionale appuntamento.
La manifestazione, giunta alla 102esima edizione, proseguirà con un ricco programma sino all’ultima tappa, in calendario domenica 2 giugno a Verona, dove andrà in scena cronometro e passerella finale scenografica all’Arena.
Tra i protagonisti di quest’anno spiccano l’olandese Tom Dumoulin, il britannico Simon Yates e gli italiani Vincenzo Nibali e Daniel Oss. Il blog d’informazione sportiva “L’insider” ha intervistato i due campioni tricolori per conoscere meglio il loro rapporto con le due ruote e chiedere loro qualche curiosità.
Che cosa rappresenta per lei il ciclismo?
Nibali – È la mia vita, la mia passione. Lo pratico sin da bambino ed è diventato la mia professione permettendomi di diventare ciò che sono.
Oss – È tutto: amicizia, amore, stile di vita, ragione di vita, lavoro ed educazione.
Quando è salito per la prima volta su una bici?
Nibali – Ero piccolino, accompagnavo mio padre in mountain bike per le salite domenicali intorno a Messina: lui era con i suoi amici e cercavo di stargli dietro.
Oss – Credo a 4-5 anni, ovviamente in triciclo. Poi senza ruote di supporto e in seguito Bmw mtb e corsa a 7 anni per le prime garette.
E cosa l’ha spinta a praticare questo sport?
Nibali – La bicicletta mi piaceva perché mi permetteva di allontanarmi dal mio paese esplorando nuovi posti e coltivando una mia passione.
Oss – C’era un gruppo sportivo che aveva dei ritrovi settimanal, i miei mi ci hanno buttato e mi sono trovato bene. Us Aurora: la mia squadra del cuore, la prima.
Qual è il sacrificio più grande che ha fatto per il ciclismo?
Nibali – Nessuno in particolare: mi vedo solo in bici.
Oss – Fatico a pensare a grandi sacrifici compiuti: tutto ciò che ho fatto non mi è pesato e ho sempre perseguito grandi obiettivi.
A quale ciclista del passato si ispira? Chi è il suo idolo?
Nibali – Non ne ho uno in particolare. Da piccolo, quando vedevo le prime gare in tv, certamente seguivo Marco Pantani. A mio padre, invece, piaceva Francesco Moser.
Oss – Onestamente non ho mai avuto grandi idoli e ispirazioni.
Qual è il ricordo più bello della sua carriera?
Nibali – La prima vittoria al Giro d’Italia nel 2013, in particolare la tappa vinta sotto la neve alle Tre Cime di Lavaredo.
Oss – Il campionato del mondo a crono a squadre di Ponferrada e Richmond.
Qual è stato invece il momento più brutto?
Nibali – Sicuramente la caduta al Tour de France e quella alle Olimpiadi perché hanno segnato la mia carriera.
Oss – Una caduta al Tour de France.
Che cosa consiglierebbe a un giovane che vorrebbe fare il ciclista professionista?
Nibali – Di scegliere una squadra dilettante Under 23 che non guardi ai risultati ma alla persona, insegnandogli il mestiere del ciclista.
Oss – Di vivere il presente e godersi la vita.
Secondo lei qual è il giovane più promettente alla partenza di questo Giro 2019?
Nibali – Egan Bernal che ha già dimostrato di poter ambire a un grande risultato vincendo la Parigi–Nizza.
Oss – Egan Bernal.
E chi sono i favoriti alla partenza?
Nibali – Tenderei a essere superstizioso…
Oss – Vincenzo Nibali.
Chi si augura che vinca?
Nibali – (ride)
Oss: Vincenzo Nibali.
Quale può essere la tappa più impegnativa e dove crede si deciderà il Giro?
Nibali – Non c’è una tappa ma 21, quindi è un percorso di più settimane in cui vince chi dimostra di essere il migliore in ogni tappa.
Oss – (ride)
Che cosa pensa quando mancano ancora 100 km all’arrivo e ci sono altre 2 montagne da scalare?
Nibali – Nulla di particolare, sono concentrato sull’arrivo ma penso ad alimentarmi e a mangiare per evitare crisi di fame.
Oss – Dico beh, potrebbe andare peggio… potevano mancarne tre.
Può raccontare qual è la sua routine post-gara fino al giorno dopo?
Nibali – Mi nutro secondo le indicazioni del dottor Emilio Magni dopo il recupero e, se ho ottenuto un buon risultato, rilascio interviste dopo la doccia. Poi mi reco in albergo, mi sottopongo ai massaggi di Michele Pallini, ceno, scambio quattro chiacchiere con i compagni e con i familiari e infine torno in stanza con il mio compagno che quest’anno è Damiano Caruso.
Oss – Dopo la tappa faccio la doccia e riposo sul bus fino a quando non siamo arrivati all’hotel successivo. Una volta giunto in albergo, mi sottopongo ai massaggi, ceno e dormo il prima possibile con musica soft di sottofondo. Mi sveglio, invece, sulle note di musica punk e sono pronto a cominciare una nuova giornata.
Chi è il suo compagno di squadra più divertente?
Nibali – Sono tutti simpatici, chi più e chi meno.
Oss – Peter Sagan, Oscar Gatto e Maciej Bodnar.
Potrebbe svelarci un segreto: con quali altri ciclisti “rivali” ha un rapporto speciale?
Nibali – Ho un rapporto positivo con tutti i ragazzi che si allenano regolarmente con me pur non essendo compagni di squadra. Una volta Domenico Pozzovivo era un mio rivale mentre oggi è un compagno; poi penso a Dario Cataldo e Ivan Santaromita. un grande amico.
Oss – Alan Marangoni ma ha smesso… e poi Jacopo Guarnieri, con cui da sempre sono amico.
Come è il suo rapporto con i social network?
Nibali – Sono molto attivo su Facebook e Instagram, mi piace rispondere in prima persona alle domande dei fan. Infatti non ho un social media manager, mi piace farlo personalmente.
Oss – Mi diverto a utilizzarli.
Se non fosse diventato un ciclista cosa avrebbe fatto?
Nibali – Avrei lavorato nel negozio di famiglia, considerato che la fotografia è una mia passione.
Oss – Un imprenditore di successo.
Oltre agli allenamenti in bici, cosa l’aiuta a prepararsi mentalmente per le gare?
Nibali – Non faccio allenamenti particolari, riesco a essere rilassato e a volte mi capita di riposare anche prima della gara.
Oss – Ascolto musica ad alto volume e partecipo a qualche lezione di basso elettrico.
Per concludere, cosa le piace maggiormente delle manifestazioni a cui partecipa?
Nibali – I grandi giri sono la specialità che mi piace di più. In sella alla bicicletta mi diverto sempre, ci sono momenti belli e meno belli ma per un ciclista professionista penso che sia sempre divertente oltre che piacevole.
Oss – La gente, il pubblico, il nostro staff e i miei compagni: cerco di raccogliere tante emozioni e ricordi durante la gara e a cena.
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