Fra il mese di febbraio e il mese di aprile di quest’anno, a Bergamo ci sono stati 12mila posti di lavoro in meno rispetto al periodo compreso tra novembre 2021 e gennaio 2022. Dal punto di vista delle entrate, c’è stato un calo di 4mila unità rispetto a quelle di gennaio. Il dato è a dir la verità molto preoccupante, e dimostra una ricaduta provinciale del conflitto in corso in Ucraina in questo momento. L’industria è il settore più penalizzato in tal senso, con una riduzione di 8mila posti, mentre nel comparto dei servizi sono stati quasi 5mila i posti in meno.
Le ragioni di questi dati
I fattori che hanno determinato questa situazione sono molteplici: il combinato disposto dei rincari delle materie prime e del costo dell’energia è stato a suo modo micidiale, e in più è necessario tenere conto delle paure in corso per il prolungarsi della guerra fra Ucraina e Russia. Sono tutte situazioni che incidono sulle decisioni che devono essere prese da parecchie realtà industriali, che allo stato attuale decidono di rinviare le nuove assunzioni anche perché spesso gli investimenti vengono rimandati. Entrando nei particolari, nel trimestre tra lo scorso dicembre e febbraio le entrate erano state di poco superiori alle 33mila unità, mentre fra febbraio e aprile si è scesi a meno di 21mila unità, per un preoccupante saldo in negativo che sfiora le 13mila posizioni.
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Le difficoltà del settore industriale
Come si è accennato in precedenza, il comparto industriale è quello che fa registrare le difficoltà più consistenti: tra febbraio e aprile sono state poco più di 9mila le entrate, mentre a dicembre si ipotizzava un numero attorno alle 17mila unità. Se si analizza la situazione più in profondità, si scopre che per l’edilizia sono quasi 1000 le entrate in meno, e nel caso della manifattura il calo è stato di poco meno di 7mila unità. La situazione non è molto più rosea per i servizi, con poco più di 11mila entrate a fronte delle oltre 16mila del precedente trimestre. Vanno male i servizi alle imprese e il commercio, come anche i servizi di ristorazione e alloggio. Il settore dei servizi alla persona, invece, mette in evidenza un lieve aumento, ma non è che un’eccezione nel contesto di un quadro a tinte fosche.
Il mercato del lavoro nella Bergamasca
Rispetto alle previsioni, dunque, si può parlare di un notevole ridimensionamento dei dati che riguardano i movimenti in ingresso del mercato del lavoro. La situazione con cui abbiamo a che fare è di notevole incertezza, ed è resa ancora più complicata dalla situazione internazionale molto delicata che si è venuta a creare con la guerra in corso tra la Russia e l’Ucraina. Questa situazione è stata già condizionata, almeno in misura parziale, dai significativi incrementi di gas ed energia nel corso dei mesi passati. In più, c’è da fare i conti con i costi complessivi più elevati, dovuti anche ai problemi riscontrati nel trovare le materie prime. Dulcis in fundo – si fa per dire – le sanzioni che la comunità internazionale e l’Europa hanno comminato alla Russia hanno peggiorato ancora di più la situazione.
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