La pandemia da Covid-19 ha cambiato la percezione del lavoro. Ma come gli italiani ritengono che condizionerà salute e sicurezza in ambito lavorativo? Ed estendendo l’analisi, in che misura la propria attività lavorativa influenza la salute (sia dal punto di vista fisico che mentale)? Due quesiti chiave negli attuali panorami sociali, che sono al centro del recente sondaggio commissionato da Lenstore, e-commerce di punta nel mercato europeo specializzato nelle lenti a contatto e articoli per la cura degli occhi. I risultati descrivono un quadro da cui emerge un certo pessimismo, ma anche qualche segnale positivo.
Le città in cui si registra maggiore stress e depressione a causa del lavoro
Il lavoro è un concetto astratto che poi, nella pratica, si traduce in professioni e occupazioni molto diverse. Risultano comunque accomunate dall’importanza rivestita da salute, sicurezza e incolumità nei contesti lavorativi. Non dovrebbe sorprendere quindi che il 47% degli intervistati manifesti preoccupazione perché la salute fisica e mentale può essere pregiudicata sul lavoro.
Poco meno del 20%, invece, ha deciso di prendersi delle pause per effetto di condizioni fisiche o mentali riconducibili ai contesti lavorativi. Analizzando il fenomeno da un’altra prospettiva, vengono alla luce ulteriori dati interessanti. Ancona e Bologna sono le città in cui è stata registrata una media più alta di giorni di malattia a causa del lavoro: 17,5 giorni. Ai cagliaritani è invece associata una media di 11,5.
Le città in cui si presentano, secondo lo studio, con maggiore frequenza episodi di stress sono: Ancona (80%), Cagliari (75%) e Palermo (71%). Mentre per ciò che riguarda la depressione, al vertice troviamo Trieste (50%), seguita da Palermo (43%) e Cagliari (25%).
Il ruolo del datore di lavoro secondo l’indagine Lenstore
C’è inoltre la convinzione, per il 42% del campione, che le aziende potrebbero fare di più in merito a salute e sicurezza sul lavoro. L’indagine commissionata da Lenstore ha preso in considerazione 14 settori. Il 24% di quanti sono operativi nel campo della manifattura, il 18% di coloro che lavorano nella vendita al dettaglio, nel catering e nel lusso, nonché il 16% di quanti sono impegnati nell’arte e cultura non sono convinti che i datori di lavoro prendano seriamente la loro salute e sicurezza.
In un confronto che riguarda i contesti lavorativi pre e post-Coronavirus, il 63% dei lavoratori sanitari manifesta preoccupazione per l’esposizione ai rischi di infezione.
Effetti negativi del Covid sul lavoro? Probabili per quasi il 60% del campione
E per quello che riguarda gli effetti del Covid-19 su salute e sicurezza in ambito lavorativo, il 19% ritiene che il virus potrà condurre a un effetto positivo dal punto di vista di cambiamenti e miglioramenti della salute e sicurezza sul lavoro. Tra le principali ragioni che portano a questa visione ottimistica figurano: la salute e la sicurezza sul posto verranno prese più seriamente (15%), migliori attrezzature di sicurezza e in maggiori quantità (14%) e maggiore comunicazione delle norme di salute e sicurezza a lavoro (10%).
Resta però un dato di fondo che lascia intravedere un futuro segnato dall’incertezza. Il 58% del campione ritiene che il Coronavirus condurrà a effetti negativi su salute e sicurezza sul posto di lavoro.
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