Il punto di vista di questa mamma.. Ciò che meglio descrive la Terapia Occupazionale (T.O.) una delle 19 professioni sanitarie appartenenti all’Ordine dei TSRM-PSTRP (Tecnici sanitari di radiologia medica e delle professioni sanitarie tecniche, della riabilitazione e delle prevenzione).
“Il 27 gennaio mio figlio, dopo due mesi di ricovero in ospedale per un grave trauma cranico, viene trasferito nella UOC Riabilitazione Specialistica dell’ASST Papa Giovanni XXIII. Dopo alcuni giorni ci presentano tutte le persone che si occuperanno di lui: un medico, un neuropsicologo, gli infermieri, un logopedista, un fisioterapista e una T.O. Sarà un lavoro di equipe, in cui ognuno si occuperà di un aspetto della sua riabilitazione.
T.O…Non avevo mai sentito questo nome e pensavo che fosse una sorta di infermiera speciale. Invece poi scopro che esiste proprio una laurea in terapia occupazionale.
Questa figura si occupa di tutto ciò che aiuterà mio figlio a riacquistare il più possibile la capacità di compiere azioni che diamo ogni giorno per scontate, ma che purtroppo, dopo l’incidente, lui non era più in grado di fare: vestirsi, farsi una doccia, lavarsi i denti, utilizzare in modo corretto le posate…
Con un lavoro molto paziente, meticoloso, spesso ripetitivo, questa persona è riuscita nel suo compito. Sempre con il sorriso sulle labbra, sempre con parole di incoraggiamento per lui e per noi parenti, spesso preoccupati o spaventati dalla sua situazione. Quando la vita ti viene stravolta e la tua quotidianità non esiste più, perché le azioni più banali sono per te cose impossibili da fare, diventa fondamentale qualcuno che ti possa guidare nel farti la barba o mettere la marmellata sulla fetta biscottata o trovare lo sciacquone del gabinetto senza girare spaesato per il bagno e pian piano, col tempo, guidarti persino nel reimparare le sequenze che i terapisti chiamano più complesse, come cucinare la pasta senza buttare il sugo nell’acqua che bolle o tagliare le fragole. Ora ho scoperto cosa sia la figura del T.O.: colui che ti guida nel rendere possibili quelle azioni che, in condizioni normali, pensiamo siano automatiche ma che, in realtà, richiedono un lavoro e uno sforzo infinito. Giorno dopo giorno. Se oggi mio figlio sa, ad esempio, lavarsi i denti, lo devo alla nostra T.O. Banale? Sì, ma estremamente fondamentale per riacquisire quell’autonomia che lo aiuterà a tornare indipendente, almeno nella quotidianità”. N.F.
Attività promossa dalla Commissione d’Albo di Terapia Occupazionale di Bergamo
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