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Bergamo

Quattro offerte per la nuova GAMeC. Prima un’azienda pugliese

Il cantiere verrà consegnato a fine luglio e l'opera potrebbe essere completata già per l'estate del 2025

Bergamo. Verso la scelta. Sono state aperte ieri, venerdì 9 giugno, le buste per l’aggiudicazione dei lavori della nuova GAMeC e ad arrivare prima, nella graduatoria tra le quattro offerte pervenute, di cui tre ritenute idonee secondo i criteri stilati da Palazzo Frizzoni, è un’impresa di Monopoli, la “Manelli Impresa” che ha presentato un ribasso compreso tra il 4 e il 5 per cento rispetto all’importo previsto per i lavori, 14 milioni di euro.

La nuova casa della Galleria d’Arte Moderna di Bergamo, che troverà sede nell’attuale area del Palazzetto dello Sport, dovrà essere pronta entro il 2026, per rispettare i criteri previsti dal gettito dei fondi del PNRR. Ma il tutto, stando alle previsioni e al cronoprogramma dell’amministrazione Gori, potrebbe già vedere la luce entro l’estate del 2025.

Ora gli uffici competenti stanno valutando la veridicità dell’offerta ricevuta e, a procedimento concluso, ci si avvierà verso la consegna del cantiere e l’inizio effettivo dell’intervento, la cui data prevista è per la fine del mese di luglio.

Per quel che riguarda la struttura, il progetto definitivo conferma il mantenimento dell’attuale forma dell’impianto sportivo che dimostra però tutto il suo mezzo secolo di vita. Verranno demolite le tribune e sarà realizzata al suo interno una grande “lanterna” — che conterrà la parte espositiva — attraverso la realizzazione di solai intermedi e sfruttando l’altezza dell’attuale campo di gioco. Oltre a questo nuovo contenitore si prevede anche un ristorante, un bar, un bookshop e tutti i servizi funzionali a una galleria d’arte. La superficie complessiva quasi triplicherà: dagli attuali 2.200 metri quadrati a poco meno di 6.000.

Confermando e ripulendo dai volumi aggiuntivi il contenitore a pianta ellittica e mantenendo la posizione dell’ingresso verso piazzale Oberdan, il progetto trasforma l’attuale avancorpo, ne mantiene il sedime e lo abbassa in altezza in modo da costruire un portale che consente allo spazio pubblico di “fluire” all’interno dell’edificio. Si crea così il foyer del museo, una vera e propria piazza coperta interna a tutta altezza, uno spazio aperto, attraente e in armonia con la nuova piazza esterna, disegnata da sedute, una fontana a giochi d’acqua e dei piccoli gazebo commerciali.

L’area espositiva del museo, in verità, inizierà già al piano terreno: il foyer a tutta altezza è pensato come uno spazio multifunzionale attrezzato per esposizioni di opere di grandi dimensioni. Questo spazio ospita inoltre il bookshop e salette didattiche informali per attrarre il pubblico più giovane. In posizione opposta all’ingresso sono collocati gli uffici del museo e uno spazio commerciale che si affaccia verso quello che è destinato a divenire lo studentato dell’area Montelungo-Colleoni.

Uno scalone centrale scava l’ingresso al museo al primo e secondo livello con la galleria per esposizioni permanenti, ricavata, questa, all’interno del volume opalino che presenta una serie di pannellature modulari mobili capaci di creare ambienti più o meno grandi e più o meno illuminati. Museo permanente e galleria temporanea sono comunque accessibili in modo separato per non ostacolare l’accesso al museo permanente durante l’allestimento delle mostre temporanee. Scale di sicurezza e ascensori posizionati simmetricamente completano il sistema di accessibilità e vie di fuga.

All’ultimo piano è stato necessario ridurre il volume per l’impossibilità di costruire in adiacenza al passaggio del torrente Morla. È stato pertanto ricavato un volume leggero che ospita un ristorante panoramico, accessibile dall’esterno anche quando il museo è chiuso. Il nuovo volume segue le linee di confine edificatorio lasciando il resto dello spazio a una terrazza panoramica in copertura.

Il nuovo museo rappresenterà, quindi, anche un punto di vista nuovo su Bergamo, grazie a questa terrazza panoramica che dà sui tetti della città ed è la conclusione di questo percorso che si snoda attraverso la memoria dell’edificio, dentro l’arte, e poi finalmente a vedere la città.

Il progetto della nuova GAMeC si inserisce all’interno di questo rinnovamento, diventandone forse, per la sua stessa destinazione, uno dei principali emblemi ed elemento fondamentale di cerniera tra il futuro campus studentesco nella Ex-Caserma Montelungo-Colleoni, il parco Suardi e l’Accademia Carrara. Consapevole di questo ruolo, il progetto non si rivolge solo all’edificio in quanto tale ma, attraverso diversi lotti funzionali, estende l’intervento anche all’esterno, nello spazio urbano che lo circonda per migliorare l’accesso allo stesso museo. Interventi coinvolgono l’incrocio con via della Muraine, davanti alla vecchia caserma e, dalla parte opposta, tra via san Tomaso, Cesare Battisti e Borgo Santa Caterina, con il rifacimento della pavimentazione per meglio sottolineare la ricucitura delle parti che li delimitano e definiscono.

Non solo quindi il progetto dell’edificio: questa seconda versione, rivisitata a causa di una serie di criticità emerse durante il processo progettuale, diventa l’occasione per disegnare un grande spazio pubblico urbano di qualità e di collegare una serie di interventi tramite la nuova cerniera urbana della GAMeC.

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