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Gasperini sul futuro: “Se le valutazioni non sono in linea, poi nascono difficoltà”

Le parole del tecnico dopo la vittoria sul Monza: "Voglio prima condividere le cose con la società. Avrei voluto fosse affrontato maggiormente questo clima umorale"

L’Atalanta torna in Europa e festeggia il quinto posto. Tutto lo stadio in festa, ma il pensiero è tutto per Gian Piero Gasperini e per il suo futuro. Resterà o no? In conferenza stampa il tecnico è protagonista di un discorso lungo, che parte dall’importanza di chiarire gli obiettivi.

“Sarà fondamentale, perché l’anno prossimo c’è una competizione durissima, in cui ci son squadre molto forti. Saremo testa di serie ed è una grandissima cosa, mentre il campionato sarà molto difficile, come il girone di ritorno di quest’anno. Noi siamo sempre stati in alto, abbiamo avuto parecchi nervosismi, non tanto da parte della gente, che ci ha sempre sostenuto. Ho delle sensazioni, che non ritengo siano giuste, ma sono mie. E devono anche combaciare”.

“Io quest’anno non davo per scontato che la squadra fosse da Europa League”, prosegue, “nessuno ha abbassato l’asticella, ma c’è stata un’esasperazione su questo aspetto. Avrei voluto fosse affrontato questo clima umorale”.

Il punto va anche sugli acquisti: “La società ha fatto investimenti importantissimi, spendendo cifre enormi: alcuni li ho valorizzati, su altri… Se i porto dei giocatori in panchina quando è stato fatto un investimento diventa un problema. Ed è il motivo per cui voglio che prima non si condividano queste cose. La società non mi ha mai influenzato, ma vorrei evitare certi casi. Sono a disposizione di migliorare il gruppo, faccio scelte tecniche. Non ho mai portato un giocatore che ho allenato, l’unico è stato Ilicic. A inizio esperienza indicavo alcuni giocatori, poi ho lasciato perdere. Ho pensato a occuparmi della squadra e altri del mercato. Han giocato tutti, da Paloschi, Cabezas, Rizzo il primo anno a quelli di quest’anno. Se le mie valutazioni non sono in linea con la società, poi nascono difficoltà. È calcio. E dopo sette anni può esserci un momento così”.

“L’affetto della gente può essere un dono, non ho mai avuto un seguito così. Sento grandi responsabilità nei loro confronti. Bergamo è una città piccola e molto compatta. Con tanta appartenenza. Io non son un nemico, posso essere criticato. Qui c’è una compattezza molto forte che va preservata. Questo è un valore superiore a tutto il resto”.

Spazio anche per commenti sulla partita: “Abbiamo fatto un buon primo tempo, eravamo sul 2-0 ma abbiamo avuto altre opportunità. Nel secondo tempo il Monza è partito bene, mettendoci qualità, facendo un gran gol. Ha un bel livello tecnico, poi dopo che sono rimasti in dieci è stato più facile”.

Sulla tripletta di Koopmeiners, con tanto di gol da centrocampo: “Ha fatto una cosa straordinaria, ma anche i due gol nel primo tempo, in una posizione che è un adattamento, perché in queste ultime partite ci siamo trovati corti. Stavolta è stato bravo anche nella profondità”.

Sull’espulsione: “Mi sono lamentato sul fallo di mano, gli ho detto che nel calcio non esiste un fallo del genere, poi Mirco ha caricato la cosa, poi ha buttato fuori me. Mi bastava l’ammonizione. Con quest’arbitro avevamo dei precedenti anche l’anno scorso”.

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