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Atalanta

Europa ri-eccoci!

Nonostante una stagione non sempre al top, la Dea non fallisce l'ultimo appuntamento: infila una cinquina al Monza, resiste ai tentativi di sorpasso di Roma e Juventus e conferma il quinto posto che le garantisce l'accesso alla prossima Europa League. Al netto di prestazioni, gioco, atteggiamento e critiche varie, rimane un risultato di assoluto spessore

Nonostante una stagione non sempre al top, l’Atalanta non fallisce l’ultimo appuntamento: infila una cinquina al Monza, resiste ai tentativi di sorpasso di Roma e Juventus e conferma il quinto posto che le garantisce l’accesso alla prossima Uefa Europa League. Al netto di prestazioni, gioco, atteggiamento e critiche varie, rimane un risultato di assoluto spessore.

Al Gewiss Stadium per l’ultimo ballo Gasperini non recupera nessuno rispetto al match di San Siro e si deve affidare allo stesso undici titolare. Le motivazioni in campo per le due squadra si trovano su due piani nettamente differenti: la Dea ha nelle mani il proprio destino europeo, mentre il Monza si vede impossibilitato nel raggiungere l’ottavo posto causa vittoria della Fiorentina nell’anticipo.

La squadra di Palladino inizia la gara provando anche a fare la partita partendo dal basso, ma nelle costruzioni vengono a galla errori tecnici grossolani che rischiano dopo pochi minuti di mandare a rete Pasalic e Koopmeiners. L’olandese, dopo aver cestinato l’occasione gentilmente concessa da Caldirola, non demorde e porta avanti i compagni con un colpo di testa che Di Gregorio non riesce a respingere fuori dalla porta. L’Atalanta non si accontenta e prova ad azzannare il match, ma le conclusioni di Ederson e Højlund non hanno buon esito.

Verso la mezz’ora si mettono in mostra anche i brianzoli con una doppia chance nel giro di pochi istanti: Colpani servito in area colpisce verso lo specchio, Sportiello è sul pezzo e respinge, la sfera arriva sui piedi di Carlos Augusto che quasi a porta libera manda altissimo. Il brivido placa i padroni di casa che iniziano maggiormente a gestire campo e risultato. Ma non appena il quarto ufficiale segnala il minuto di recupero del primo tempo, l’Atalanta timbra il raddoppio ancora con Koopmeiners. Servono due tentativi per abbattere Di Gregorio, ma alla fine il pubblico può esultare sotto una pioggia che inizia a farsi incessante e non smetterà per tutta la ripresa. L’inizio di secondo tempo è scoppiettante: Dany Mota e Højlund vanno ad un passo dal gol senza fortuna, Colpani invece trova un gioiello da fuori area sul quale Sportiello non può assolutamente far nulla.

La squadra di Palladino rientra nel match e queste prime battute son solo l’antipasto di una ripresa ricca di episodi. La Dea cerca di rispondere e riallontanare i biancorossi nel punteggio ma Højlund non arriva per un pelo sull’assist di Koopmeiners sul secondo palo. Dal minuto 65′ al minuto 70′ l’arbitro Di Bello si prende la scena: prima il fischietto di Brindisi viene richiamato al monitor per un possibile penalty a favore dei nerazzurri ma visionando le immagini decide di non accordarlo, poi fischia un fallo di mano totalmente inesistente contro un Højlund lanciato a rete e per le proteste espelle un Gasperini furente, infine estrae il cartellino rosso anche per Marlon, il quale compie un gesto di condotta antisportiva ai danni di un avversario.

Il Monza resta in dieci uomini e dunque l’Atalanta può dilagare: Højlund firma il 3-1, mentre è un eurogol di Koopmeiners a mandare in visibilio l’intero impianto. Nel finale arriveranno le reti di Petagna da una parte e Muriel dall’altra, ma servono solo ad arricchire un tabellino già decisamente ricco. A Bergamo può partire la festa, la Dea dopo un anno di assenza è di nuovo in Europa e saluta anche la Curva Morosini, che in settimana verrà demolita dando il via all’ultimo segmento di progetto del nuovo stadio. Ora si può ragionare all’Atalanta del futuro. E ovviamente prima di tutto bisognerà capire chi sarà la guida di questa Atalanta.

Gasperini nelle sue dichiarazioni è stato tanto vago quanto chiaro. Vago perché non ha dichiarato con certezza quale sia il suo futuro, se con o senza Dea ( la sensazione pare quella che possa rimanere). Chiaro perché ha espresso in modo evidente un concetto che se analizzato per bene non fa una grinza: il tecnico parla di rapporti non incrinati con società e ambiente, ma di questioni di calcio. Ecco, la stima reciproca tra mister e società, la riconoscenza e l’amore reciproco tra Gasperini e la piazza sono qualcosa di sentimentalmente stupendo e che rimarrà a prescindere dalla scelta. Ma al campo non possono bastare stima, amore e riconoscenza: al campo e al calcio servono visioni comuni, obiettivi chiari, spazi e competenze definite. Questo per non ripetere gli errori dell’ultimo anno e mezzo e provare a riportare oltre che il risultato importante (che comunque anche in questa stagione è stato pienamente raggiunto) anche un gioco e una prospettiva importante.

Il futuro non è molto certo, l’unica sicurezza è che l’Atalanta ha raggiunto l’Europa League (6 qualificazioni su 7 alle coppe europee per Gasperini). E va sottolineato un aspetto importante: l’ha raggiunta a prescindere dalle vicende giudiziarie della Juventus. Sul campo infatti, numeri alla mano, la Dea sarebbe sesta e dunque comunque qualificata alla stessa competizione. La prossima stagione non sarà facile, si tornerà a giocare in settimana, si vedrà sicuramente un ulteriore rinnovo generazione. Al 5 giugno le sicurezze non sono molte, l’estate ci aiuterà pian piano a costruirle.

TOP E FLOP

È sin troppo scontato decretare il migliore in campo in un match in cui c’è un giocatore che mette a segno una tripletta condita da un assist. A Koopmeiners si perdona anche la poca precisione e freddezza iniziale sul regalo di Caldirola e la palla sbagliata da cui nasce il primo gol degli ospiti. Dando a Teun ciò che è d Teun si può dire che l’olandese ha ampiamente riscattato le ultime prestazioni opache dove si era criticata la sua mancata leadership tecnica in una squadra non brillante sotto questo aspetto. Da sottolineare in particolare il movimento e la visione con cui apre su Højlund l’azione dell’1-0 che poi lui stesso concretizzerà.

Nell’ultima serata della stagione strappa applausi e una buona prova anche Maehle, il quale offre l’assist per la prima rete, recupera la sfera sulla trequarti e la cede perfettamente a Koopmeiners invece nella seconda. Per il danese una prestazione di continuità nei 90 minuti per niente male. Sugli scudi Ederson, che fornisce ottimi standard in tutte le componenti possibili: massima sostanza, buon filtro, pressing intelligente e strappi ragionati. In difesa rimane sempre qualcosina per cui recriminare tra cui il modo in cui Petagna riesce a divincolarsi da Djimsiti in occasione del 4-2 dell’ex di turno, mentre nel complesso Toloi e Scalvini risultano sufficienti.

Tornando al reparto offensivo Højlund, oltre al solito grande lavoro per la squadra, ha faticato ed è stato più controllato dagli avversari nel primo tempo, mentre nella ripresa è riuscito ad esprimersi meglio. La punta danese ha siglato un gol pesante, cosa che invece causa infortuni e scarso minutaggio non ha più trovato Lookman, il quale chiude comunque in una buona posizione nella classifica marcatori con 13 reti pur avendo segnato praticamente tutte le reti in quattro mesi (da metà agosto a metà novembre, più gennaio). La rete di Muriel invece non trasforma di certo la sua stagione in qualcosa di strepitoso, ma consente al colombiano di diventare il marcatore più decisivo da subentrato nella storia della Serie A.

A conclusione dell’analisi dei singoli due parole anche sui due portieri impegnati contro il Monza: Sportiello, pur non mantenendo nemmeno stavolta il clean sheet, si è fatto trovare pronto nelle poche circostanze in cui è stato chiamato in causa. Per lui l’addio è praticamente sicuro e dunque va messo in conto che si andrà a perdere un portiere di buonissima qualità. Un secondo di un lusso assoluto che il copione della stagione ha voluto che ad un tratto diventasse titolare fisso. Per Rossi invece una meritata presenza considerando soprattutto l’apporto al gruppo.

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