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La panchina

Restare o andare? Il dilemma di Gasperini e i nodi da sciogliere sul futuro

Con il Monza l'ultima stagionale che può anche chiudere un ciclo di sette anni

Bergamo. Se saranno saluti, domenica (4 giugno) al Gewiss Stadium al termine del match contro il Monza lo si capirà, probabilmente. Perché sette anni così non si dimeticano e non ce la si cava certo con un applauso che è di routine. Sempre che addio sarà, perché tra Gian Piero Gasperini e l’Atalanta la partita è ancora aperta.

Il futuro del tecnico si risolverà nel giro di giorni, questo è poco ma sicuro. Impensabile prendere ancora del tempo, considerando l’inizio della prossima stagione tra due mesi e mezzo e la fine della attuale decisamente oltre le abitudini. Per la programmazione, per la rivoluzione, se rivoluzione sarà.

Già la scorsa estate i dubbi si erano palesati e riguardavano gli obiettivi: guardandosi indietro, la famosa teoria delle “tre strade” si è risolta in un compromesso, che ha comunque portato ad un’altra stagione europea garantita.

Resta solo da stabilire quale coppa, ma è stato il diretto interessato a dare un peso enorme al traguardo “a cui tenevo particolarmente”. Perché la squadra “è sempre stata lì”, perché in un campionato “difficile” l’importanza di mantenersi ancora tra le prime sette, con tutti gli infortuni, non è un traguardo da poco, pure se la Champions resta una piccola occasione non sfruttata.

Agli incontri della settimana a Zingonia con tutta la dirigenza al completo seguiranno le decisioni, che verranno comunicate in via ufficiale soltanto dopo l’ultima di campionato, sempre che ci sia qualcosa da comunicare. Perché un contratto Gasperini ce l’ha, anzitutto.

“A volte ci si trova fuori luogo” ha detto dopo l’Inter, parlando del futuro e del rapporto, comunque ottimo, con la proprietà. Servirà però avere una linea comune nelle idee per poter andare avanti a braccetto ancora. Sarebbe l’ottavo anno, quasi un primato: Trapattoni con la Juve, Bagnoli col Verona, Ancelotti col Milan e pochi altri possono vantare un ciclo così lungo. E speciale.

Il tempo delle decisioni però sta arrivando. Filtra riserbo, per ora, dai piani alti del Centro Bortolotti. Circola il nome di Seoane (che però ha apprezzamenti importanti anche dalla Germania), girano voci su Juric, c’è sempre Tudor. Prima di tutti, però, c’è Gasp. E c’è il Monza, possibile, o forse no, ultimo saluto.

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