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Il concorso

Bloody Mary, il progetto di tre ragazzi del Fantoni finalista di Junk Kouture a Londra fotogallery video

Il contest consiste nel creare moda a partire da spazzatura riciclata ed è "atto a sensibilizzare i ragazzi sui temi della sostenibilità, dell'eco-sostenibilità, surriscaldamento e inquinamento"

Bergamo. A Junk Kouture brilla il Liceo Fantoni: uno dei progetti ideati dai ragazzi delle superiori si conquista la finale che avrà luogo a Londra il 12 ottobre nella OVO Arena di Wembley. Si tratta della più grande competizione al mondo di moda sostenibile per giovani ragazzi dai 13 ai 18 anni e offre la possibilità alle scuole di creare moda a partire da spazzatura riciclata.

“È un contest nato a Dublino, atto a sensibilizzare i ragazzi sui temi della sostenibilità, dell’eco-sostenibilità, surriscaldamento e inquinamento” – afferma Anna Bulla, professoressa del Liceo Fantoni e coordinatrice del progetto. “Quest’anno la finale si terrà a Londra e sarà un momento molto significativo: non si tratterà di una semplice sfilata, ma i ragazzi con i propri look, dovranno mettere in scena delle vere e proprie esibizioni”.

L’abito finalista che volerà a Londra è Bloody Mary, realizzato dagli studenti Elisa Lisco Gaetani, Emma Ambrosioni e Luca Quartini: “Abbiamo deciso di portare in scena un look che sensibilizzasse sul tema del femminicidio – sottolineano i ragazzi vincitori – l’abito Bloody Mary, è una sorta di provocazione: lo abbiamo scelto ispirandoci alla regina Maria Tudor, soprannominata ‘Maria la sanguinaria’ che, in modo speculare rispetto al nostro tema di riferimento, fu una delle donne nella storia più ricordate per aver commesso persecuzioni e violenze nei confronti di uomini”.

Oltre al progetto vincitore, altri tre della seconda superiore del liceo Fantoni sono stati selezionati.

The sound of the sea, realizzato da Beatrice Bonfanti, Francesca Usai e Andrea Castellazzi è stato concepito per “educare sul tema dell’inquinamento marino”,  “abbiamo utilizzato della cera che abbiamo stirato per fare in modo che si sciogliesse e si adattasse al tessuto da cui poi abbiamo ricavato dei quadratini e triangolini, cuciti poi insieme”.

Bubble gum è invece il titolo del costume realizzato da Beatrice Micheletti, Sofia Rossi e Sophia Lorefice, che si riferisce proprio alle cicche in quanto, secondo alcuni dati, uno dei materiali più dannosi per il pianeta: “L’abito si ispira a un mondo fantastico, fatto di caramelle, come quello di Willy Wonka”

Infine, E Cosmo, rappresenta una tuta spaziale,ed è stato prodotto da Nicola Balestra, Sara Annovazzi e Marina Pezzotta, utilizzando erba sintetica che “purtroppo sta rimpiazzando sempre di più l’erba naturale”.

Le fotografie sono state scattate dal professor Alessandro Villa, con il supporto della classe 5AM.

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