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A grumello del monte

La strage di piazza della Loggia dalla voce di chi c’era: il racconto di Pedroni, presidente Anpi di Brescia

A Partygiana i Comitati provinciali delle due città hanno ricordato l'attentato nel giorno del 49esimo anniversario

Grumello del Monte. Un momento di riflessione collettiva a 49 anni esatti dall’attentato di Piazza della Loggia. Nell’anno di Capitale della Cultura, Anpi Provinciale Brescia e Anpi Provinciale Bergamo si sono riunite al Palafeste di Grumello del Monte, nell’ambito di Partygiana, per commemorare una delle peggiori stragi di stampo neofascista dell’epoca. Un ricordo più che mai vivido grazie alle parole di Lucio Pedroni, Presidente Provinciale dell’Anpi bresciana. Lui quel giorno c’era, aveva 19 anni, era in piazza a manifestare insieme ai colleghi metalmeccanici.

Prima di ascoltare la sua toccante testimonianza, il Presidente Provinciale di Anpi Bergamo, Mauro Magistrati, ha letto il messaggio del presidente della Repubblica Sergio Mattarella arrivato per l’occasione.

“Otto persone uccise. Oltre cento ferite. La città di Brescia sconvolta. La Repubblica ferita. Tanto sangue innocente fu versato la mattina del 28 maggio 1974 in piazza della Loggia dagli strateghi del terrore e dai loro spietati esecutori per destabilizzare la democrazia, attaccare lo Stato. I piani eversivi del terrorismo neofascista vennero contrastati e sventati. In fedeltà ai principi costituzionali. Protagonisti furono il popolo italiano, le forze politiche e sindacali, le espressioni culturali e sociali, che seppero reagire a mezzo della partecipazione democratica. Le sentenze sono riuscite a ricostruire circostanze e responsabilità dell’attentato di Brescia, evidenziando la matrice e i suoi legami con l’eversione di destra. Nel giorno dell’anniversario i sentimenti di vicinanza e solidarietà si rivolgono in primo luogo ai familiari e ai discendenti di coloro che persero la vita, ai loro amici e compagni di lavoro. Alla comunità bresciana. Il Paese ha un debito di riconoscenza verso la città di Brescia, colpito per aver manifestato la sua opposizione irriducibile all’eversione”.

“Sentivamo la necessità di queste parole del Capo dello Stato, che delineano in modo netto e inequivocabile la matrice neofascista di quell’attentato – ha aggiunto Magistrati -. Lucio nel 1974 aveva 19 anni, era in piazza, era un giovane operaio della Bertolini, industria metalmeccanica e quel giorno lo sciopero aveva portato gli operai a partecipare alla manifestazione in piazza. Il suo è quindi un ricordo non solo istituzionale, ma di chi quella strage l’ha vissuta sulla sua pelle, nel suo cuore, nelle sue emozioni”.

Lucio Pedroni ha raccontato le vittime e a tratti la sua voce si è rotta per l’emozione: “Giulietta insegna francese, quel giorno poteva stare a casa, ma va in piazza per lo sciopero. Viene soprannominata Giulietta la rossa, saluta tutti con il pugno chiuso e si unisce alla manifestazione.

Euplo è in pensione ma deve andare in centro per una commissione per suo figlio. Potrebbe andare un altro giorno ma oggi c’è la manifestazione e vuole esserci, lui che ha mangiato pane e politica per tanti anni.

Bartolomeo ha 56 anni e vuole sapere quando andrà in pensione. Va all’Inps ma è chiusa per lo sciopero. Così raggiunge la piazza, trova i suoi amici metalmeccanici e si mettono d’accordo per andare dopo a bere un bicchiere. Cerca un posto al coperto perché inizia a piovere e si rifugia sotto i portici.

Clementina e Alberto sono professori, non possono mancare in piazza. Hanno un bambino di 2 anni che portano sempre con loro alle riunioni, questa volta lo lasciano ai nonni.

Luigi viene da Foggia, va ad insegnare alle scuole medie a Montisola, conosce Ada, mettono su famiglia. Proviene da una famiglia proletaria, non può mancare allo sciopero indetto per protestare contro le continue provocazioni dei neofascisti. Luigi è appoggiato alla colonna proprio sotto l’orologio.

Vittorio è in pensione da due giorni. Abita in una frazione di Salò, raggiunge Brescia per una pratica ma gli uffici sono chiusi. Deve aspettare il pomeriggio, così va in piazza della Loggia, si è iscritto al Pci subito dopo la fine della guerra. Piove. Si ripara sotto il portico.

Livia si incontra con i suoi amici e colleghi, vuole dare loro la bella notizia che è passata di ruolo e andrà a insegnare alle superiori. Si veste ed esce con suo marito, salutano la mamma di lei, che si raccomanda di stare attenti.

Alle 10.12 di martedì 28 maggio 1974 l’esplosione fonde queste vite in un unico destino.

Si è capito subito qual era l’origine dell’attentato: la manifestazione indetta era antifascista, chiamava a raccolta tutte le forze democratiche. 8 morti, 102 feriti, alcuni di loro riportano ancora i segni, tanti sono mutilati e invalidi. Credo che il ricordo di questo sfregio, questa violenza nei confronti della città rimarrà per sempre”.

Pedroni ha poi raccontato la sua personale esperienza di quel giorno: “Io facevo parte dei gruppi extraparlamentari ed ero vicino al movimento studentesco, c’era forte unità tra gli antifascisti bresciani. In ogni quartiere era nato un comitato perché le provocazioni erano davvero tante: attacchi squadristi davanti alle scuole, attentati alle sedi di partito, dei sindacati, addirittura davanti a un supermercato della Coop. Ordigni anche davanti alle redazioni dei giornali, che per fortuna non sono esplosi. Noi stavamo ascoltando le parole del sindacalista Franco Castrezzati. Abbiamo sentito un’esplosione, io mi sono girato di scatto, ho visto dei corpi volare, quello che è caduto in mezzo alla piazza era di Alberto, il mio insegnante di fisica all’Itis, lo conoscevo benissimo, era una persona eccezionale”.

Sotto al tendone allestito per gli incontri nel piazzale del Palafeste si ripercorrono gli anni di piombo, la situazione politicamente pesante che si viene a creare in quel periodo storico, gli attentati, le organizzazioni implicate da una parte e dall’altra.
Si sottolinea l’importanza di coinvolgere i giovani. “Spesso andiamo nelle scuole e ci accorgiamo delle grandi lacune che i ragazzi hanno rispetto a questo periodo storico così importante. La cultura su quanto accaduto va diffusa il più possibile e la nostra associazione ha un compito fondamentale in questo senso”.

L’incontro si è concluso con la spiegazione del significato del manifesto per il 49esimo anniversario dell’attentato. “Partendo dall’immagine della piazza, ci sono degli strappi a significare la lacerazione della città, del sindacato, dei partiti dell’arco costituzionale. E poi c’è il finale: dalla strage sono nate infinite iniziative a sostegno della memoria, tante intitolazioni che rappresentano la risposta della città a questo sfregio. Nell’ultima parte del poster c’è infatti l’immagine di un villaggio africano dove, grazie al sostegno delle associazioni, hanno costruito 8 pozzi che portano i nomi delle 8 vittime cadute in piazza della Loggia”.

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