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Semifinale playoff

Blu Basket, battere Torino per l’obiettivo finale. Lombardi: “La pressione sale”

Il trentenne arrivato da Napoli: "Dobbiamo essere umili, facendo il nostro, una partita alla volta, pensando sempre che possa essere l’ultima"

Treviglio. Dopo il successo per 3-1 contro Rimini in gara-1, per la Blu Basket si spalancano le porte delle semifinali: avversaria sarà la Reale Mutua Torino, già affrontata in regular season incassando una doppia sconfitta, arrivata al tabellone argento come seed numero 4.

Gara-1 è in programma sabato 27 maggio alle 20.30 al PalaFacchetti, due giorni dopo gara-2, poi la serie si sposterà nel capoluogo piemontese (gara-3 giovedì 1 giugno, la quarta il 3), per poi eventualmente tornare a Treviglio per gara-5 il 6 giugno, stessa ora.

“Affrontiamo una squadra importante, con giocatori forti” è il monito di Eric Lombardi, uno dei tanti protagonisti della sfida che vivrà allo stesso tempo una sorta di derby, dati i suoi lunghi trascorsi a Biella, dove è cresciuto, e anche un ritorno nella sua città natale.

“Con alcuni giocatori, come De Vico, ho condiviso tante volte il campo” ricorda l’ala trentenne, arrivato da Napoli in estate. “Questo si prospetta uno scontro ancora più difficile di quanto è stato con Rimini: la pressione sale, perché c’è una serie già alle spalle e la posta in palio è più alta”.

Ci ha pensato il presidente Stefano Mascio, che si è detto “sicuro che andremo in A1”.

“Il presidente è il presidente, e una tantum è giusto ricordare il nostro obiettivo e la nostra ambizione, poi è sempre il primo a elogiarci. Sappiamo per cosa giochiamo, ma ad ora dobbiamo ancora rimanere in trincea, senza parlare troppo di arrivare, di vincere. Non carichiamo al di fuori aspettative altissime, perché più si alza l’asticella e più sembra si debba arrivare subito. Pensiamo uno step per volta”.

Due promozioni, tre Coppa Italia: come si gestisce la pressione di questi momenti?

“La cosa più sbagliata sarebbe quella di mettersene addosso troppa. Un po’ ci sta, ma non bisogna eccedere, perché altrimenti finisce per fare l’effetto opposto. È giusto essere consapevoli che siamo una squadra forte, ma sempre coi piedi per terra. Dobbiamo essere umili, facendo il nostro, una partita alla volta, pensando sempre che possa essere l’ultima. Ed è la mentalità che abbiamo noi oggi, ma non bisogna mettersi troppo carico emotivo pensando alla fine. Pensare passo per passo è la chiave: è ciò che mi ha portato a raggiungere i traguardi in carriera”.

Qual è il bilancio del primo turno contro Rimini?

“È stato un bel quarto di finale, giocato bene. L’abbiamo svoltata quando l’abbiamo messa sul piano dell’esperienza, con giocatori che danno intensità difensiva a tutto campo. Il recupero di Bruno Cerella in questo senso ha dato una grande mano nelle due uscite a Rimini. Gara-1 è stata storta per merito loro: hanno segnato sempre, han fatto la partita perfetta. Noi siamo stati un po’ meno pronti in difesa. Poi però nelle altre tre partite siamo sempre stati avanti, anche di 20-30 punti”.

Cerella e Giuri sostengono che il gruppo si è trovato subito bene e lo spogliatoio è molto unito. Concordi?

“Concordo pienamente. Ho trovato raramente una compattezza così, e penso sia la nostra arma in più. Siamo una squadra vera, anche al di fuori. E poi in campo si vede, anche contro Rimini”.

Hanno anche evidenziato quanto conti la salute con un’età media di squadra così alta: come sta il gruppo a livello fisico?

“All’inizio un po’ lo negavo, ma un po’ siamo ‘vecchietti’, sì. Col trascorrere della stagione la fatica a livello fisico ha iniziato a farsi sentire. Ci sta. Lo staff e coach Finelli però hanno svolto un lavoro perfetto per portarci in questi playoff nella condizione ottimale: ora stiamo tutti bene, Bruno ha preso la botta alla schiena in gara-1, ma è già tornato in campo”.

Torino vi ha battuto due volte in regular season.

“Sono state entrambe partite molto tirate: all’andata in particolare, ma anche al ritorno erano state combattute. Come anche tante altre in stagione con le squadre di alta classifica. Sono state partite toste, con tanta fisicità, che loro sono stati bravi a indirizzare nel verso giusto. Siamo carichi. E ora siamo più vicini a quello che è l’obiettivo”.

Obiettivo di cui, però, non dice il nome.

“Mai. Sono sicuramente il più superstizioso di tutti…”.

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