• Abbonati
Serie a2

Inizia la scalata della Blu Basket, Giuri: “Servirà convinzione per arrivare fino in fondo”

Dopo lo storico secondo posto, la postseason parte dalla trasferta di Cento: “La sconfitta in Coppa Italia non ci è andata giù”. E sul gruppo: “Esperienza un fattore positivo per trovare soluzioni”

Treviglio. Inizia domenica (2 aprile) da Cento la postseason della Blu Basket. Lo storico secondo posto conquistato al termine della stagione regolare nel girone verde rappresenta uno slancio in più verso la corsa alla prima promozione in Serie A1, il sogno, la conclusione ideale di un percorso avviato in estate con la ricostruzione di un roster ricco di esperienza e talento. Marco Giuri incarna entrambe queste caratteristiche: il brindisino, al primo anno a Treviglio, è stato uno dei protagonisti fin qui.

Terzo per punti (12.6) e assist (3.1) a partita, secondo per minutaggio (27.8) dopo Marini, il classe 1988 ha saltato l’ultima di stagione regolare contro Rieti per un acciacco fisico che ha già smaltito. E, come tutta la squadra, è carichissimo in vista del girone giallo contro Forlì, Pistoia e Cento, la prima avversaria: “E sono contento di giocare subito contro di loro”. Come biasimarlo.

leggi anche
Bruno Cerella Blu Basket
Serie a2 basket
Blu Basket, ora inizia il girone giallo: sei sfide per salire nel ranking dei playoff

C’è aria di rivincita dopo il ko di dicembre in Coppa Italia?

“Quella sconfitta ci brucia ancora, anche perché avevamo perso Marini per infortunio a gara in corso. La sua tendenza ad attaccare l’area era fondamentale e ci è mancata tanto. Quell’eliminazione è stata abbastanza dura da mandare giù”.

Le problematiche fisiche sono state una costante della vostra stagione.

“A parte nella partita di Cremona all’andata a gennaio e nei primi tre quarti con l’Urania Milano, non abbiamo mai avuto il roster al completo. Questo non è un alibi, ma la realtà dei fatti. Abbiamo avuto poca fortuna già da subito, tra l’eliminazione dalla Supercoppa – quando abbiamo giocato senza Marini e Clark, oltre a Taylor – e le due sconfitte nelle prime quattro di campionato. Quella di Torino in particolar modo, anche se io non l’ho giocata, è stata proprio una partita brutta. Poi durante la stagione siamo cresciuti e migliorati”.

Quanto c’è di coach Alex Finelli nella Treviglio di oggi?

“Ho girato mezza Italia (14 squadre in 18 anni, ndr) e l’ho sempre incontrato da avversario, in tante occasioni. È la prima volta che lavoro con lui. Ci ha dato tanto in termini di tranquillità, gradualmente ha messo le sue idee tenendo quanto di buono c’era nella gestione di Carrea (esonerato dopo la quarta di campionato, ndr). È stata una cosa molto progressiva: ha svolto un lavoro anche mentale su un gruppo non giovanissimo magari, ma l’età in questi casi è relativa. Poi man mano ha dato la sua impronta tecnica”.

La maggior parte di voi è oltre i trent’anni. Come avete trovato il vostro equilibrio come gruppo?

“Individualmente abbiamo un vissuto importante, con una carta d’identità avanzata. In compenso certe nozioni le abbiamo apprese prima. Tutti ci ascoltiamo e quando c’è da discutere di qualcosa c’è massimo rispetto, ognuno dice la sua. C’è sempre un confronto: avere un gruppo così porta come vantaggio quello di poter trovare soluzioni ai problemi nel minor tempo possibile”.

Giuri Blu Basket

Tra l’altro ha come compagni dei giocatori che per la maggior della sua carriera ha affrontato da avversari.

“Sì, ho giocato soltanto insieme a Bruno Cerella, con cui ho vinto lo Scudetto a Venezia nel 2019, e anche Bruttini, ma quando eravamo ancora molto giovani”.

Quanto è stato complicato creare un’alchimia in campo?

“Come gruppo ci siamo trovati subito bene, poi avendo avuto problemi fisici a turno è stato difficile dal lato tecnico. Variavano quintetti, variavano le rotazioni… Mi son fatto male io, poi Clark, poi Marini. Diciamo che l’alchimia l’abbiamo trovata nel percorso. Per un periodo l’avevamo un po’ persa, ma nelle ultime settimane siamo riusciti a ritrovarla. Ora che è tornato anche Sacchetti dall’infortunio, se siamo fortunati riusciremo ad essere al completo”.

Poi c’è stato l’ultimo innesto a gennaio di Luca Vitali.

“Ci ha dato subito una grande mano. Io e lui siamo simili in certi aspetti, ma possiamo giocare insieme e ci compensiamo bene per caratteristiche. Con lui io posso giocare più da guardia”.

Ed è l’ennesimo innesto di altissimo profilo tra ex nazionali ed ex A1 che si uniscono ad un progetto di A2. Quanto conta avere “specialisti” della categoria?

“Tanto, perché A1 e A2 sono campionati molto diversi. Bisogna conoscere la categoria e l’ho imparato sulla mia pelle. Il primo anno in cui sono tornato in A2, nel 2019, è stato molto complicato: si gioca un altro basket, con l’area più chiusa, avevo più attenzioni rivolte su di me. Bisogna calarsi subito nella realtà, capire ben gli spazi: campi diversi, arbitri diversi. Tutto diverso”.

Coach Finelli in più occasioni ha dichiarato che “Giuri è un trascinatore”: si sente tale?

“Mi piace esserlo in campo, anche dal punto di vista emotivo, perché anche dal lato personale ho un carattere forte. La vedo come una cosa molto positiva. In base alle mie esperienze cerco di dare consigli ai compagni, poi in campo mi piace prendermi responsabilità e rischi. Giocare da playmaker o da guardia mi porta a tenere tanto la palla in mano e decidere per me e per gli altri”.

Lei sa cosa significa ottenere una promozione, avendola centrata con Brindisi nel 2012 e avendo giocato tantissime serie di playoff. Qual è l’errore che non si può assolutamente commettere nella postseason?

“Si gioca molto più spesso, bisogna tenere bene a mente che se qualcosa va male tra due giorni c’è subito un’altra partita, essere bravi nel resettarsi subito e ripartire. L’errore più grande sarebbe quello di portarsi dietro la rabbia o l’entusiasmo per ciò che può succedere: c’è sempre una nuova occasione dietro l’angolo. E la divisione dei minuti per una squadra come la nostra è fondamentale”.

Giuri Blu Basket

Girone giallo. Quanto siete carichi?

“Moltissimo. Vogliamo mantenere le prime due posizioni che ci permetteranno di mantenere il fattore campo il più possibile anche nel tabellone successivo. Poi certo, anche se non dovessimo averlo, io sono la prova vivente che il piazzamento conta fino a un certo punto. La postseason è totalmente un altro campionato, richiedee una condizione fisica e mentale diversa”.

Che spinta vi dà il successo di Cremona con la Vanoli?

“Forte, perché loro venivano da una Coppa Italia vinta e giocare dopo non è mai facile: io ne ho vinte tre e ricordo sempre che il rientro è sempre stato tosto, perché bisogna resettare, immergersi nel campionato. La nostra forza è stata quella di crederci di più, siamo stati lì fino alla fine”.

Sentite l’influenza positiva dell’ambiente?

“Si percepisce molta ambizione. Già dall’inizio c’era voglia di far bene e ripartire dopo un playoff dell’anno scorso non molto coinvolgente, essendo finito presto contro Chiusi. In estate sentivo la volontà della società di ripartire con un nuovo progetto e riportare quell’entusiasmo che forse si era un po’ perso. Vivo qui a Treviglio e si respira che questa città vive per il basket. Poi ci si conosce, le persone mi fermano per strada, è una cosa bella. Anche queste piccole cose contribuiscono a creare interesse e portare sempre più gente al palazzetto, che poi è una delle chiavi positive di questa stagione”.

In conclusione: cosa servirà per arrivare alla promozione?

“Servirà la convinzione di poterci credere, di pensare che si può arrivare fino in fondo”.

Iscriviti al nostro canale Whatsapp e rimani aggiornato.
Vuoi leggere BergamoNews senza pubblicità?   Abbonati!
leggi anche
Bruno Cerella Blu Basket
Serie a2 basket
Blu Basket, ora inizia il girone giallo: sei sfide per salire nel ranking dei playoff
Marco Giuri Blu Basket
Girone giallo
Blu Basket, la vendetta è servita: espugnata Cento nel primo match della fase a orologio
commenta

NEWSLETTER

Notizie e approfondimenti quotidiani sulla tua città.

ISCRIVITI