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L'intervista

Al Creberg in scena We will rock you: “La musica è libertà e aggregazione”

Damiano Borgi, protagonista dello spettacolo in scena al Creberg giovedì 30 marzo, ne illustra i contenuti

Bergamo. “Questo musical è molto attuale: dà molti spunti di riflessione sulla nostra società”. Così Damiano Borgi, protagonista del Musical “We will rock you”, illustra questo spettacolo, che verrà proposto al teatro Creberg giovedì 30 marzo alle 21.

Oltre a essere un talentuoso attore, è il front-man di una band, gli Stage of reality e, spiegando cosa rappresenti per lui la musica, afferma: “Per me è libertà e aggregazione”.

Lo abbiamo intervistato per saperne di più.

Che cosa propone questo spettacolo?

“We will rock you” è un musical basato sulle canzoni dei Queen e prende il nome da uno dei più grandi successi di questo celebre gruppo. Ideato dalla band stessa, è stato scritto dall’autore e drammaturgo Ben Elton insieme al batterista Roger Taylor e al chitarrista Brian May: è stato rappresentato per la prima volta il 26 aprile 2002 ed è molto attuale. La storia racconta di una società governata dalla malvagia Killer Queen e dal software della multinazionale Global Soft, che cerca di addomesticare la libertà di pensiero delle genti. Per controllare le persone ha reso tutti acritici consumatori, annientati dallo strapotere della Rete e del mondo virtuale. Il rock e la musica dal vivo sono stati banditi e i loro seguaci vivono nascosti.

Come mai?

È ammessa solo la musica digitale, costruita con determinati algoritmi e gli strumenti musicali sono bannati. Un gruppo di giovani ribelli – i Bohemians – hanno vaghe e confuse nozioni sul rock che arrivano da scritture del passato. Ovviamente i ribelli sono invisi al potere che li combatte e ne vuole l’annientamento. Si nascondono nel sottosuolo e, con l’aiuto dello stravagante bibliotecario Pop, tramandano ricordi sbiaditi del tempo glorioso nel quale il rock regnava sovrano sulla terra. Sanno che da qualche parte esiste ancora uno strumento musicale, una sorta di Santo Graal il cui ritrovamento potrebbe far rinascere e ritornare il rock a liberare le coscienze con il suo potere di aggregazione e condivisione. Fra coloro che ritengono che lo strapotere della Global Soft sia sbagliato ci sono il timido e ingenuo Galileo – il personaggio che interpreto – e la volitiva Scaramouche, che lottano per salvare il loro mondo inseguendo il sogno di far rinascere la musica rock.

Come mai la Global Soft osteggia il rock e la musica live?

Le motivazioni possono essere molteplici. Innanzitutto perché la musica fa pensare ed è occasione di aggregazione: unisce le persone e la Global Soft non voleva tutto ciò perché il suo obiettivo era quello di controllare le persone.

E cosa rappresenta per lei la musica?

Per me la musica è libertà. È una forma d’espressione sia a livello intellettuale sia fisico.

Per concludere, quali sono i suoi prossimi progetti per il futuro?

Mi sto dedicando a nuove produzioni con gli Stage of reality, la band di cui sono front-man. Ci saranno, poi, tante altre novità che, man mano, si concretizzeranno.

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