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Il talento

La ribalta di Cher Ndour, l’ex Atalanta che brilla in Portogallo

Il centrocampista classe 2004 è nato a Brescia, ma è cresciuto a Zingonia. L'addio nel 2020 per trasferirsi al Benfica, dove sta tagliando prestigiosi traguardi

Nell'estate 2020 Cher Ndour ha lasciato il settore giovanile dell'Atalanta per volare in Portogallo e firmare un contratto con il Benfica. Aveva solo 16 anni, ma le sue potenzialità avevano lasciato a bocca aperta chi aveva seguito il suo percorso di crescita a Zingonia. Ci avevano visto giusto, visto che il ragazzo a neanche diciannove anni sta finalmente iniziando ad avere la sua ribalta con la prima squadra della società portoghese.

L'abbinamento tra fisico e tecnica, unite ad una comprensione calcistica ben sopra la media, hanno reso il centrocampista classe 2004 (compirà gli anni il prossimo 27 luglio) uno dei talenti più in vista di tutta Europa, tant'è che ha sempre fatto parte delle selezioni giovanili dell'Italia.

Il percorso nella trafila in questo momento lo vede al centro del progetto dell'under-20 di Gennaro Nunziata, che a maggio in Indonesia parteciperà al Mondiale di categoria, manifestazione nel quale il talento di origine senegalese - da parte di padre, mentre la mamma è italiana - sarà certamente tra i giocatori che gli scout terranno maggiormente sotto osservazione.

Cher Ndour

Per l'Atalanta Ndour rappresenta un vero e proprio rimpianto, perché le sue capacità erano emerse sin dall'inizio: la società lo aveva strappato al Brescia quando aveva solo undici anni, dopo un quadriennio nel settore giovanile dei rivali. "A cinque anni giocavo in una squadretta sotto età nell’oratorio di San Giacomo - ha raccontato a Cronache di Spogliatoio - poi sono passato con i 2004. Vincevamo tutte le partite, a casa ho una sfilza di trofei come miglior giocatore". Poi Zingonia, insieme al suo grande amico Giorgio Scalvini, con cui condivideva i viaggi alla volta del Bortolotti.

La scelta di lasciare Bergamo per trasferirsi a Lisbona, dove ha firmato un contratto da professionista, fu personale e legata soprattutto ad una volontà di provare un'esperienza all'estero. In effetti ha bruciato le tappe: è saltato dall'under-17 nerazzurra all'under-23 delle 'Aquile', per poi trovarsi proiettato in seconda squadra nemmeno diciassettenne, stabilendo un record di precocità.

Lo scorso anno ha raggiunto persino il traguardo della vittoria in Youth League, l'edizione per le squadre under-19 della Champions League, vinta da protagonista segnando anche un gol in finale nello 0-6 al Salisburgo, battendo nel percorso tra le altre Barcellona, Bayern Monaco e Juventus. E ha pure vinto l'intercontinentale giovanile.

Quest'anno l'allenatore della prima squadra Roger Schmidt ha iniziato a tenerlo sempre più in considerazione, fino a convocarlo per il ritorno degli ottavi di finale di Champions contro il Brugge. Il suo ingresso in prima squadra, con il debutto ufficiale che è arrivato contro il Vitoria Guimaraes sabato 18 marzo. Al novantesimo, sul 5-1, ma poco importa. Anche perché in ogni caso il giorno dopo, tornato con la seconda squadra, ha trovato la via della rete.

 

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Il suo è un talento universamente riconosciuto: Roberto Mancini lo sta già tenendo in forte considerazione per la nazionale maggiore e lo ha monitorato nello stage dello scorso dicembre, mentre GOAL lo ha inserito nella lista NXGN dei cinquanta migliori talenti del mondo.

Prossimo obiettivo? Semplice, almeno a dirsi: entrare in pianta stabile nella prima squadra del Benfica, con un ruolo da protagonista. Non sarà facile, perché il livello richiesto è molto alto, visto che si parla di una squadra tra le migliori otto d'Europa, ma Cher Ndour sembra non avere limiti.

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