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Camera di commercio

Cresce l’export agroalimentare bergamasco, aumentano consegne di latte e produzione di Grana Padano

Migliora la situazione del comparto agroalimentare, ma pesano l’aumento dei costi di produzione e l’effetto prezzi

Nel secondo semestre 2022, secondo lo studio sulla congiuntura agricola in Lombardia condotto da Unioncamere Lombardia e Regione Lombardia e presentato oggi a Milano, l’agroalimentare lombardo ha registrato un leggero miglioramento dopo il calo del primo semestre. L’indice sintetico di fatturato cumulato regionale rimane, tuttavia, negativo in quasi tutti i comparti, con l’eccezione del comparto vitivinicolo e del lattiero-caseario, che riportano risultati positivi.

In ogni caso, il miglioramento generale risulta evidente rispetto allo scorso semestre e si spiega soprattutto con l’aumento dei prezzi di tutti i prodotti agricoli, che ha parzialmente compensato la crescita del costo dei fattori di produzione, migliorando la redditività di allevamenti e coltivazioni. Ulteriore segnale in direzione di miglioramento sono poi le aspettative degli imprenditori che sono tornate a essere positive dopo un primo semestre negativo.

Questi dati positivi risultano nondimeno pregiudicati da due fattori: la spinta inflazionistica, che ha determinato la diminuzione delle vendite in volume a fronte della costanza in valore delle vendite, e la siccità, la quale ha causato la riduzione di quantità offerta di prodotti, spingendo i prezzi ancora più in alto.

Per quanto riguarda l’agro-alimentare a Bergamo, la situazione si può stimare sulla base dei dati disponibili a livello provinciale, che si riferiscono alle esportazioni, alla produzione lattiero-casearia, alla demografia di impresa e all’occupazione.

Le esportazioni agroalimentari bergamasche ammontano complessivamente a 1.221 milioni di euro nell’anno 2022, ovvero il 6% delle esportazioni complessive, una quota rimasta stabile negli ultimi quattro anni. Confrontando il dato provinciale con quello della Lombardia, Bergamo rappresenta circa il 12,6% delle esportazioni agroalimentari regionali, confermandosi la seconda provincia esportatrice agroalimentare dopo Milano, che da sola vale quasi il 30% del valore esportato dalla regione. A seguire si trovano Mantova, Cremona, Brescia, Varese, Pavia, Lodi, Como, Lecco, Monza-Brianza e, infine, Sondrio.

Complessivamente, il 2022 ha registrato un aumento delle esportazioni agroalimentari pari a +11,5% rispetto al 2021, un risultato determinato dalla spiccata crescita dell’industria alimentare e delle bevande (+13,2%) che ha compensato il lieve calo registrato dal settore primario (-0,9%).

In particolare, l’industria alimentare ha beneficiato dell’aumento delle esportazioni dei prodotti della lavorazione di granaglie (+34,3%), di oli e grassi vegetali e animali (+27,3%), dei prodotti da forno e farinacei (+16,1%) e dei prodotti delle industrie lattiero-casearie (+14,7%). L’industria delle bevande è aumentata nel suo complesso del +17,4%. Il settore primario, infine, ha avuto una variazione lievemente negativa a seguito del calo dei prodotti delle colture agricole non permanenti (-0,6%), che rappresentano l’82% delle esportazioni del comparto, e dei prodotti della silvicoltura (-50,5%) e della pesca e dell’acquacoltura (-19,5%), che pur registrando le contrazioni maggiori rappresentano complessivamente solo il 3% delle esportazioni del settore primario.
A livello regionale le esportazioni agroalimentari hanno registrato un incremento superiore a Bergamo, pari a +18,1%, come anche a livello nazionale, dove hanno riportato il +15,3%. Parte di questa crescita è ascrivibile all’effetto dei prezzi: i valori medi unitari sono cresciuti a fronte di quantità costanti o addirittura ridotte.

Rispetto alla destinazione, circa il 67% dell’export agroalimentare bergamasco si dirige verso 10 Paesi. Tra questi, gli Stati Uniti hanno la quota maggiore (16,8%). A seguire si trovano Francia (12,5%), Paesi Bassi (9,1%), Germania (8,7%), Regno Unito (5,9%), Svizzera (4,3%), Spagna (3,7%), Belgio (2,9%), Austria (1,8%) e Polonia (1,5%).

I dati sulla produzione lattiero-casearia indicano un miglioramento degli allevamenti bergamaschi, seppure più contenuto rispetto allo scorso semestre. Le consegne di latte tra gennaio e novembre 2022 sono cresciute del +1,3% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, variazione allineata a quella lombarda e di gran lunga superiore al valore nazionale.

Confrontando con le altre province della Lombardia, Bergamo ha perso qualche posizione dallo scorso semestre piazzandosi in quinta posizione per tonnellate di latte consegnato. Quanto alla produzione casearia, Bergamo si conferma la quarta provincia lombarda per volume di produzione di Grana Padano DOP. La crescita della produzione bergamasca nel secondo semestre, nonostante il calo registrato nella prima parte dell’anno, ha contribuito a chiudere l’anno con una variazione positiva del +5,0%, facendo di Bergamo la seconda provincia con maggiore crescita della produzione dopo Lodi.

Gli altri comparti produttivi non dispongono di dati provinciali. La situazione regionale registra risultati molto differenti a seconda delle caratteristiche interne e del canale di distribuzione cui sono destinati i prodotti finiti. Le carni bovine registrano un miglioramento in tutto il semestre, ma l’indice resta negativo per la forte inflazione che ha innescato un calo della domanda interna. Negativo, seppure in miglioramento rispetto allo scorso semestre, anche l’andamento delle carni suine, che ha riscontrato un aumento di prezzi con miglioramento della redditività ma una diminuzione della produzione. Il cerealicolo registra un indice sintetico di andamento degli affari in forte calo per effetto combinato della crisi idrica e dell’innalzamento delle temperature. Il vitivinicolo ha avuto un semestre molto positivo grazie al forte aumento delle vendite nel canale Ho.Re.Ca., migliorate a partire dall’estate.

Circa la demografia di impresa, al 31 dicembre 2022 le imprese bergamasche attive nell’agricoltura, silvicoltura e pesca erano 4.902, in calo di 20 unità rispetto a un anno prima. Il tasso di variazione torna a essere negativo dal terzo trimestre dell’anno. In Lombardia, invece, la variazione su base annua si mantiene sempre in negativo tornando ai livelli precedenti il 2021, anno fortemente influenzato dalle tendenze post-Covid.

Infine, a livello occupazionale i dati dell’anno 2022 sulle comunicazioni obbligatorie relative a rapporti di lavoro dipendente, elaborati dall’Osservatorio del Mercato del Lavoro della Provincia di Bergamo, offrono un quadro preciso della situazione territoriale. Nel settore primario le imprese che hanno effettuato almeno un’assunzione sono cresciute del +4,4% rispetto al 2019, anno di confronto esente dalle dinamiche legate al Covid-19. Nel 2022 le assunzioni dipendenti nel settore primario sono state 4.380 mentre le cessazioni sono state 4.262, riportando un saldo pari a +118 posizioni.

Commenta i risultati il presidente Carlo Mazzoleni: “Tiepidi segnali di miglioramento per il settore agricolo, a fronte di una situazione su cui pesano forti aumenti dei costi di produzione e condizioni meteorologiche avverse. Le esportazioni agroalimentari bergamasche sono positive al netto dell’effetto dei prezzi grazie al contributo dell’industria alimentare e delle bevande. Bergamo si conferma nel 2022 la seconda provincia lombarda esportatrice nel comparto agroalimentare.”

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