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L'indagine

Costo dell’acqua, Bergamo sesta città italiana più economica

Secondo il Centro Studi Ircaf, il prezzo medio annuo in città per una famiglia con tre componenti e un consumo di 150 mc è di quasi il 40% inferiore alla media italiana

In occasione della Giornata Mondiale dell’Acqua, in programma mercoledì 22 marzo, arrivano buone notizie per le tasche dei residenti del territorio.

Bergamo risulta infatti tra le città meno care in Italia per quanto riguarda il costo dell’acqua: la conferma arriva dai dati dell’indagine realizzata dal Centro Studi Ircaf, che indica come nel 2022 il costo annuo per l’acqua per una famiglia bergamasca con tre componenti e un consumo di 150 mc sia stato di 236,16 euro, -37,7% rispetto alla media italiana di 379 euro.

Un risultato, questo, che posiziona Bergamo al sesto posto assoluto su 111 città italiane (di cui 109 capoluoghi di provincia) in una classifica che vede salire sul podio dei territori più economici le città di Imperia (€ 170), Como (207 euro) e Milano (214 euro).

In ambito regionale, Bergamo risulta la terza città meno cara dietro la già citata Milano e Monza (217 euro), con la Lombardia quinta in classifica (287 euro). Le città nelle quali l’acqua costa di più sono Frosinone (666 euro), Enna (663), e Pisa (622). Più in generale, la ricerca – presentata lunedì a Mantova – evidenzia come l’approvvigionamento idrico comporti spese molto diverse a seconda delle varie aree geografiche del Paese.

Ad esempio, nel Nord Ovest – la zona meno cara – il costo nel 2022 è stato di 313 euro, mentre la spesa più alta è stata sostenuta dai residenti nel Centro, con 501 euro di media. Il report evidenzia inoltre come nella zona Nord-Ovest dello Stivale, ad una spesa media molto inferiore alla media nazionale corrispondono una qualità sia tecnica che contrattuale superiori alla media nazionale.

Rispetto al report dell’anno scorso la spesa media annua 2022 è aumentata del +4,27%, a fronte di un’inflazione 2022 del +8,1% e tendenziale a febbraio 2023 del +9,2%.

Dall’indagine è, inoltre, emerso che, nell’arco dell’intero periodo dal 2011 al 2023, l’incremento tariffario idrico è stato del 75% a fronte di un indice NIC Istat nel medesimo periodo di inflazione del 18,4%.

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