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Bergamo

Dansō, una mostra sulla questione di genere e dell’identità fotogallery

Un progetto condiviso tra Liceo Falcone e Fantoni, Provincia e Comune di Bergamo. Dall’8 al 21 marzo al Fantoni Hub e alla Sala Manzù una mostra alla scoperta del fenomeno sconosciuto dei Dansō

Bergamo. Ha inaugurato l’8 marzo presso il Fantoni Hub e la Sala Manzù (Via Camozzi – Passaggio via Sora a Bergamo) la mostra Dansō.

Una mostra insolita, inaspettata e ricca di spunti di riflessione, risultato di un’inedita sinergia tra Liceo Linguistico Statale G. Falcone e il Liceo Artistico della Scuola d’Arte A. Fantoni in stretta collaborazione con la Provincia di Bergamo e l’Assessorato per l’educazione alla cittadinanza, pace, legalità e trasparenza, pari opportunità del Comune di Bergamo.

Un’occasione quella della Giornata internazionale dei diritti delle donne, scelta per inaugurare l’esposizione, ovviamente non casuale. La figura femminile infatti è parte fondamentale della mostra, ma non fatevi ingannare perché Dansō costruisce e ci accompagna nel viaggio molto più ampio dell’esplorazione del tema del genere e dell’identità.

L’esposizione si compone di una serie di scatti fotografici realizzati dalla ricercatrice e docente a contratto presso l’Università degli Studi di Bologna Marta Fanasca.

Una serie di immagini che arrivano dal lontano Giappone per documentare un fenomeno contemporaneo poco conosciuto come quello dei dansō, diventano oggetto degli studi di Fanasca per affrontare le questioni di genere e identità non-normative.

IL TEMA DELLA MOSTRA

Dansō è un termine giapponese utilizzato per indicare una donna che pratica il “Crossdressing Female-to-Male” ovvero una donna biologica che si veste da uomo e si presenta con un’identità di genere maschile e che, allo stesso tempo, non si riconosce né identifica con parole come ‘transgender’ o ‘non-binary’.

In questo cambio di identità di genere, un dansō si presenta con un’identità maschile dal vestiario, al modo di muoversi, di parlare e in tutte le sue interazioni nella società. 

Il fenomeno dansō è ancora più stratificato in quanto unito al mondo dell’accompagnamento escorting. In Giappone esistono infatti agenzie di dansō escort per offrire ad una clientela prettamente (ma non esclusivamente) femminile la possibilità di avere un appuntamento con un dansō. Ma non capite male. Gli appuntamenti non hanno alcuna finalità sessuale, anzi ci restituiscono uno spaccato culturale della società giapponese molto differente da quello occidentale.

In questi appuntamenti a pagamento con un accompagnatore dansō la cliente sceglie il tipo di relazione che le piacerebbe instaurare e il dansō fa il possibile per rendere l’esperienza soddisfacente e realistica. Anzi, più che realistica, perfetta. Una realtà più bella della realtà stessa.

Durante il tempo prenotato, il dansō può comportarsi come un fidanzato innamorato, come un migliore amico, come un fratello maggiore. È possibile fare tutte quelle cose che si farebbero in un normale incontro con un amico o un partner, ma è vietata l’intimità fisica.

Una distopia sentimentale dove le emozioni vengono performate e vendute per una tariffa oraria e dove confini e binarismi sfumano nella creazione di una identità ideale, nuova, che supera le divisioni di genere e gli stereotipi relazionali.

UN PROGETTO CONDIVISO

La mostra negli spazi della Provincia non è solo la restituzione della ricerca di Marta Fanasca ma il pretesto e il risultato di un progetto più articolato che ha visto coinvolti il Liceo Artistico della Scuola d’Arte Fantoni e il Liceo Falcone per costruire un percorso di riflessione sulle tematiche di genere. 

Il progetto nasce nell’ambito del Liceo Falcone (dove si studia giapponese) grazie all’iniziativa dei professori Francesco Comotti e Stefania Lovat e alla conoscenza diretta di Comotti con Fanasca. Il Fantoni Hub è parso lo spazio ideale, in centro città, per aprire un approfondimento su un tema tanto sconosciuto, trovando quindi nel Liceo Fantoni la perfetta collaborazione per costruire l’esposizione. Sono stati i ragazzi della 3^ indirizzo architettura e ambiente, guidati dalla prof.ssa Barbara Ventura, che hanno pensato alla progettazione dell’allestimento della mostra.

Parallelamente, con la guida dei proff. Comotti e Lovat, al Liceo Falcone è stata avviata una riflessione di natura antropologica grazie ad un convegno dal titolo “Dansō e gli stereotipi di genere” appositamente organizzato presso il Liceo per la comunità scolastica. 

Il percorso è stato condiviso dall’Assessorato per l’educazione alla cittadinanza, pace, legalità e trasparenza, pari opportunità del Comune di Bergamo. 

“Un progetto che rientra nel calendario civile e che potrebbe apparire inusuale rispetto a quello che ci si aspetta da un progetto proposto per l’8 marzo (…) – dichiara Marzia Marchesi, Assessora alle Pari Opportunità del Comune di Bergamo – L’intento è stato quello di far lavorare gli studenti nelle classi approfondendo un tema attuale e a loro caro, allargando la riflessione sulle tematiche di genere”.

Non da ultimo, il progetto è stato appoggiato dalla Provincia di Bergamo che da tempo apre i propri spazi del passaggio di via Sora alle attività della Scuola d’Arte A. Fantoni cogliendo l’occasione per ampliare la possibilità ad altri istituti scolastici. 

“Siamo molto grati dalle due scuole per aver promosso questa progettualità (..) – dichiara Romina Russo, Consigliera Provincia di Bergamo – un’iniziativa che ci aiuta a riflettere e ad educarci al rispetto di tutti e di tutte indipendentemente dalle differenze di genere e non solo”.

Dansō vuole quindi essere un esempio della forza della collaborazione e di come insieme si possano realizzare progetti articolati e di valore.

LA VISITA

La visita alla mostra sarà accompagnata dalle studentesse e dagli studenti delle classi di 5F e 5H del Liceo Falcone tutti i giorni da lunedì a domenica (fino al 21 marzo) dalle 15 alle 19. La mattina è invece riservata alle scuole su prenotazione con due turni: ore 11.30 e ore 12.00 (durata della visita 45 minuti), scrivendo una mail a: elena.carminati@comune.bergamo.it

 

 

 

 

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