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Adiconsum

Sms con falso link della banca, pioggia di segnalazioni: a una bergamasca sottratti 42mila euro

Le denunce delle persone truffate e i consigli per non cascarci

Bergamo. I nomi sono di fantasia, i fatti reali. Il più recente risale a inizio gennaio, quando Maria riceve sul cellulare un messaggio in coda a quelli che normalmente le invia la banca: “La seguente notifica la informa che ha limitato la sua carta/conto per mancata verifica della sicurezza web; riattivala ora…”. Accede al link e subito dopo riceve una chiamata da un numero che verifica su internet e che evidenzia la Banca. L’interlocutore si qualifica come A. Romano, la invita a cancellare l’applicazione ed aspettare la procedura di ripristino. Contemporaneamente, riceve una mail dalla banca con un codice di verifica per confermare e concludere la certificazione. Le arrivano anche degli sms: spiegano che la procedura di ripristino è stata avviata e la invitano ad attendere 1-3 giorni lavorativi. Lo stesso giorno, altri messaggi le preannunciano un appuntamento telefonico con lo stesso operatore, il signor Romano, che puntualmente la chiama rassicurandola sul buon esito dell’operazione, invitandola a non scaricare l’app senza aver prima avuto la sua autorizzazione. A distanza di quasi una settimana, Maria riceve una mail che le comunica che il giorno precedente è stato eseguito un bonifico di 5.750 euro per l’acquisto di uno scooter T-Max. Va in banca per disconoscere l’operazione, ma non c’è nulla da fare. Sporge denuncia ai carabinieri.

Un caso più o meno simile si verifica a metà novembre 2022. Claudio riceve sul cellulare un altro messaggio in coda a quelli della banca, dal quale apprende che è stato effettuato un pagamento di 257 euro col sistema payPal sulla prepagata, invitandolo ad utilizzare il link indicato in caso di necessità di blocco. Non fidandosi, chiama il numero verde per blocco carte e dopo qualche minuto di attesa senza risposta seleziona il tasto per essere richiamato. Non venendo contattato, si fa prendere dall’ansia e accede al link indicato nel messaggio. Viene poi richiamato da un operatore che si qualifica come M. Bocchetti, che gli fornisce sia i dati della carta prepagata che della carta bancomat per bloccarle. Lo rassicura che il blocco è andato a buon fine e che sarebbe stato ricontattato il giorno dopo. Nessuno però lo chiama e al numero verde gli dicono che con ogni probabilità è incappato in una truffa. La conferma arriva quando va in filiale e scopre che dal suo conto sono stati effettuati due prelievi da 1.000 euro.

Sono solo alcuni dei casi più recenti arrivati all’attenzione di Adiconsum Bergamo. “Siamo di fronte a numeri molto alti – dice la presidente Mina Busi -. Da quanto ci risulta, ogni giorno vengono denunciati episodi simili alle forze dell’ordine”. E ad essere truffate non sono solo persone che hanno poca dimestichezza col digitale, anzi. “Persino un ingegnere informatico è arrivato a chiedere il nostro aiuto”. Dal 2022 sono all’incirca 70 i ricorsi gestiti dall’associazione in difesa dei consumatori. Numeri che non rispecchiano le reali dimensioni del fenomeno, anche se una magra consolazione c’è: “il 90 per cento dei ricorsi vanno a buon fine – sottolinea – perché vengono riconosciute anche delle carenze in termini di sicurezza da parte delle banche”. È il caso di una signora bergamasca: “Le avevano sottratto 42 mila euro in più soluzioni – racconta la presidente di Adiconsum -, ma almeno siamo riusciti a recuperarne 27 mila”. Si tratta del caso forse più rilevante gestito dall’associazione, anche se meno recente dei precedenti. “Durante il periodo Covid abbiamo recuperato altri 26 mila euro”, in questo caso l’intera somma del ricorso. “Quello più recente risale invece a due settimane fa, 4.500 euro”.

Le truffe, ovviamente, variano in base dalla disponibilità del conto preso di mira. “Un’altra signora che si è rivolta a noi aveva ricevuto un messaggio per l’aggiornamento della carta di credito della Posta scaduta – prosegue Busi -. Era vero e per questo ha chiamato il numero verde, senza però avere risposta. Quando è stata richiamata, dall’altra parte del telefono c’era un truffatore. Le hanno portato via 2 mila euro, a un altro signore con la stessa tecnica 5 mila. Spesso i falsi link arrivano fine giornata o nel weekend, in modo che poi la banca chiude e se si chiama il numero verde non sempre risponde”.

Ricapitolando: la frode funziona quasi sempre allo stesso modo, salvo rare eccezioni. La vittima riceve un messaggio nella chat “ufficiale” del proprio istituto di credito. L’sms rileva un accesso anomalo nel conto del correntista, riguardo operazioni definite “sospette”, e invita l’interlocutore a cliccare nel link fornito all’interno dello stesso messaggio. A quel punto la “preda” sarà caduta nella trappola e verrà contattata da un sedicente operatore della banca che lo accompagnerà nell’inserimento di una serie di codici teoricamente necessari per cancellare i movimenti anomali. Il resto è naturale conseguenza: la vittima si ritroverà con il conto svuotato da bonifici istantanei, ricariche su carte prepagate o acquisti on line, da cui non si potrà più tornare indietro.

“In primo luogo bisogna fare attenzione ai link ricevuti tramite sms o mail – ribadisce Busi -: mai cliccare sui link, bisogna chiamare subito l’azienda o l’Ente tenendo presente che non si relazionano coi clienti attraverso dei link. Importante, poi, è non condividere mai con nessuno il codice monouso (OTP) o la password che si riceve da una banca. La condivisione di questi codici potrebbe consentire a un criminale di accedere alle proprie carte bancarie tramite Apple Pay o Google Pay. Infine, occorre fare attenzione ai messaggi ricevuti da qualsiasi persona o azienda, in particolare se il messaggio include un link o un numero. Il modo migliore per contattare qualsiasi azienda o Ente è quello di farlo direttamente tramite il loro sito web o telefonicamente, senza mai dare credito a questi messaggi fraudolenti. In caso di frode informatica – conclude – bisogna sempre sporgere denuncia ai carabinieri, disconoscere l’operazione e dopo la risposta dell’azienda fare ricorso all’Arbitro Bancario Finanziario con l’assistenza dell’associazione”. Consumatore avvisato, mezzo salvato.

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